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16 Dicembre 2020
Ultima modifica: 16 Dicembre 2020 ore 09:13

Andrà tutto bene? Solo a certe condizioni

Artisti con disabilità sfidano la pandemia: «Andrà tutto bene?» La risposta è da ascoltare.
Andrà tutto bene? Solo a certe condizioni
Il virus ha tolto il calore di un contatto a persone con handicap intellettivo, comportamentale, che sono già troppe esposte al distanziamento sociale. Il centro per disabili chiuso evoca tristi scenari, ma una canzone cambia lo sguardo. Ecco il videoclip.
Sono stati presi alla sprovvista. A marzo hanno iniziato a raccogliere, attraverso un gruppo Whatsapp, le fatiche delle famiglie. Da questa vicinanza è nato un racconto. Sono gli operatori e i volontari del Centro diuno Santa Chiara e del laboratorio di autonomia Cooperativa Sociale Il Ramo di Cuneo, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.
 
E così in sette persone disabili hanno firmato il video-appello,
pubblicato oggi sul sito web della Cooperativa: «Andrà tutto bene si, ma a certe condizioni». Le parole sono raccolte e musicate da Francesca Oberti, la regia è di Flavio Zanini.

«C’era una volta un virus cattivo e gigante, nessuno lo vedeva ma l’aria era pesante. Io ero sbalordita e un poco spaventata, pensavo zitta zitta a una bugia inventata», cantano i ragazzi. La conclusione è in video.


Daniela Borra è responsabile del Centro diurno, racconta la crisi del Covid-19 dal suo osservatorio privilegiato sulle famiglie e sulla disabilità: «All’inizio è stato durissimo per Giancarla stare a casa, lì dove lei vive le proprie fobie e dove ha già spaccato tante cose. Poi c'è Davide, a volte brillante, altre volte assente. I suoi genitori hanno imparato nei momenti in cui è giù a non contrapporsi. Il lockdown è pieno di no, di divieti, quindi non era scontato che avrebbe resistito. Carola invece è più adattabile, fa ogni cosa volentieri».

Giancarla canta nel microfono
Giancarla canta nel video «Andrà tutto bene» di Flavio Zanini
Il vissuto che Daniela racconta è quello dei ragazzi che compaiono nel video: «I genitori di Carola amavano portare tutta la famiglia a mangiare fuori, ma come tutti hanno dovuto rinunciare. "Ci siamo trovati tutti a casa, rischiavamo di sbranarci", raccontavano. In questo contesto è iniziata la riapertura graduale del centro. E si è fatta avanti l’idea di una canzone, che raccontasse ciò che si stava vivendo».


La musica ci salverà?

«La musica è la parte più primitiva che c’è in noi e non può essere tolta neanche in questo lockdown», spiega l'autrice Francesca Oberti.

«Ti faccio l’esempio di mia figlia — continua — ricordo quando si è messa sul balcone con la chitarra cantando a squarciagola tutte le canzoni che gli venivano in mente; qualche vicino si è affacciato, si è creato un momento di unione».

«Io mi sono sentita al mio posto al Centro diurno da quando ho iniziato ad usare la musica come canale. Ci possono essere risultati sorprendenti,  attraverso la musica. Chi non riesce a fare cose che diresti stupide, in musica può farti rimanere a bocca aperta.

Storie di Covid-19 e disabilità


È il caso di Giancarla: quando torna a casa, la prima cosa che fa è ascoltare le canzoni che abbiamo composto qui al Centro. La sua è una passione con radici famiari; insieme al suo papà, di 83 anni, fino a questa primavera andava spesso in discoteca fino a notte inoltrata».

E non c'è solo la musica: «A Pier Luigi Pettiti, un altro papà insegnante di arte, ho chiesto di realizzare alcuni disegni; il figlio Davide li ha colorati. Questi disegni sono diventati per Davide uno strumento per comprendere e interiorizzare la lotta contro il nemico del Covid-19, invisibile ma gigante».

Con tempi lunghi, mai frenetici, è stato raccolto il materiale. Il recitato si trasforma in canzone.

Spiega il regista, Flavio Zanini: «Abbiamo recuperato quella che ormai è diventata una frase fatta, un luogo comune che suscita addirittura irritazione: Andrà tutto bene. Si usava molto già prima della pandemia, con leggerezza; non implicava un impegno. Ora le cose sono cambiate. Durante questa seconda ondata le cose sembrano scorrere quasi normali, ma la paura è ancora più presente. Tutti ormai conosciamo persone che sono morte per Covid, e genitori che si chiedono cosa succederebbe se i loro figli disabili venissero ricoverati e non fosse possibile assisterli in ospedale».

Disegno di una chitarra da cui esce una musica e una bimba
Frame dal video «Andrà tutto bene» di Flavio Zanini


Ma Dio ha inventato la musica: «Siamo in emergenza, tante cose potranno ancora esserci vietate, però nessuno verrà mai a dire nella nostra stanza di non suonare».

Francesca Oberti ci affida una confidenza: «Io ho sempre rifiutato di salire su un palco: il fatto di commuovermi davanti ad altri mentre suono una canzone, per me che di solito sono molto controllata, è sempre stato inammissibile. Ma la musica è la porta dell’anima, ci permette di riconoscerla e tirarla fuori; con questi artisti ho scoperto di potermi sempre sentire a mio agio. Questo cambiamento avviene solo con loro».

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