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17 Ottobre 2019

Giornata contro la povertà: le proposte degli economisti

Il reddito di cittadinanza non basta, servono dei correttivi.
Giornata contro la povertà: le proposte degli economisti
Foto di Riccardo Ghinelli
Le proposte di una nuova economia "responsabile" dalle Giornate di Bertinoro. Il Nobel agli economisti che combattono la povertà.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà che si celebra il 17 ottobre - voluta dalle Nazioni Unite con la Risoluzione 47/196 -   quest’anno ha come tema “Dall’umiliazione ed esclusione alla partecipazione: porre fine alla povertà in tutte le sue forme”. 
Il tema è stato scelto per sottolineare come la povertà non sia solamente la privazione di beni di prima necessità bensì un fenomeno multidimensionale composto da più fattori. Solo sotto questa ottica la povertà può essere contrastata.

Reddito di cittadinanza: servono dei correttivi

Nel mondo un miliardo di persone vive in estrema povertà. Secondo Eurostat, nel 2015 il 23.7% della popolazione europea (119 milioni di persone) era a rischio di povertà e di esclusione sociale.
La condizione di povertà in cui versano tante persone chiama in causa le scelte economiche dei Paesi, soprattutto di quelli più forti ed industrializzati e rappresenta una violazione dei diritti di ogni individuo.
Molti Paesi hanno ormai preso atto di questo fenomeno dilagante ed hanno messo in campo – ultima l’Italia con il Reddito di inclusione ed oggi il Reddito di cittadinanza – misure strutturali di contrasto alla povertà, senza però rimuovere le cause che la generano, senza puntare sul coinvolgimento e l’inclusione di quelle tantissime persone che vivono in povertà e la cui partecipazione potrebbe rappresentare il vero salto di qualità per l’eliminazione della povertà.
L’Alleanza contro la povertà in Italia, che raggruppa molte organizzazioni che operano per il contrasto alla povertà e la cura del bene comune, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà ha di nuovo ribadito come, nonostante le nuove politiche, il dramma della povertà assoluta che troppe persone ancora oggi vivono nel nostro Paese non sia adeguatamente affrontato
L’introduzione del Reddito di cittadinanza, nonostante l’importante stanziamento di risorse, non ha, infatti, cancellato la povertà e per questo occorre mettere in atto alcuni correttivi alla misura volti a raggiungimento delle persone escluse o penalizzate dai parametri di accesso e di erogazione, oltre rafforzamento l’infrastruttura dei servizi pubblici territoriali - a partire da quelli sociali - per un’adeguata presa in carico dei soggetti in condizione di disagio economico. 

Le proposte degli economisti per una prosperità inclusiva

Di strategie per un’economia che coinvolga e promuova ogni persona si è parlato nelle Giornate di Bertinoro 2019 per l’Economia civile, promosse da AICCON e dall’Università di Bologna, che hanno riunito ancora una volta i massimi esperti del mondo accademico, imprenditoriale, sociale, per fare il punto sui processi in atto nella società e tracciare linee di pensiero per il futuro.
Un appuntamento che quest’anno si incrocia con il percorso che prepara all’evento “Economy of Francesco”, voluto da Papa Francesco per incontrare i giovani imprenditori e changemakers e con loro stabile un patto per la sostenibilità economica.
Un appuntamento che incrocia tanti percorsi che sviluppano tematiche e modelli nuovi di economia, dall’Economia di condivisione della Comunità Papa Giovanni xxiii, all’Economia di comunione del Movimento dei Focolari, all’Economia civile di Next Nuove economie, fino alla Prophetic Economy che riunisce tante esperienze di cambiamento sociale ed economico.
Proprio durante le Giornate di Bertinoro, il prof Stefano Zamagni, promotore dell’iniziativa, ha avviato la discussione richiamando il concetto di responsabilità, che non vuol dire solo rispondere delle proprie azioni in ragione del ruolo sociale, ma farsi carico delle situazioni concrete, rispondendo socialmente «del bene che non ho fatto ed avrei potuto fare».
Siamo, ha aggiunto Mauro Magatti, dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, in una “metamorfosi” antropologica, economica e istituzionale, che nasce dalla crisi del capitalismo industriale e porta l’economia a connettersi sempre più con la società.
C’è uno spazio sempre più consistente per “l’uomo artigiano”, con il valore aggiunto di una tecnologia che si mette al suo servizio. Questo spazio non solo rende utile la tecnologia per rinnovare antiche forme di economia, ma evita il rischio sempre latente di una tecnologia che asservisce ed esclude l’uomo.
In questa nuova fase si cerca di creare “valore condiviso”, di ricercare alleanze per generare processi di valore, di far lavorare insieme singoli e comunità perché la prosperità si ancori alle esigenze concrete e abbracci tutti.  
La sinergia è il termine nuovo che crea connessioni e innovazione condivisa. Significa, però, aver cura delle persone e dell’intera persona, fare in modo che tutti si sentano parte del percorso di cambiamento.
Parole già abusate, come “innovazione sociale” o “rigenerazione urbana”, vengono rilette pensando che «nel bene di tutti c’è anche il mio bene»: concetto chiave della "società del gratuito" proposta da don Oreste Benzi.
Ancora Zamagni indica una strada nuova per il Terzo settore, per l’Economia sociale, ovvero quella di agire secondo la “teoria del castoro”, creando cioè utilità immediata, ma anche utilità condivisa; integrando l’etica per limitare gli eccessi della tecnologia.
Molto interessante, poi, il lavoro che Leonardo Becchetti, dell’Università Tor Vergata di Roma, sta conducendo sul cosiddetto “voto con il portafoglio”, una serie di iniziative che recuperano il Goal 12 e 17 di Agenda 2030 sulla sostenibilità, e che puntano a costruire una sensibilità diffusa fra le persone, a dare consapevolezza che se io cambio le mie abitudini e sollecito chi mi sta vicino a farlo, cominciamo a farlo in tanti e cambiamo il contesto economico.

Piccole azioni che generano grandi cambiamenti

È molto importante questo concetto di responsabilità personale, che a prima vista appare utopica, ma realizza davvero il cambiamento sociale ed economico di un territorio.
Un concetto ancora una volta molto vicino alle esperienze “economiche” in cui ogni piccola azione di condivisione appare “inutile” in un territorio che cammina in altra direzione, ma ha una forza endogena che cambia le coscienze di chi incontra e cambia nel tempo il mondo intorno. 
Nuove forme economiche, una nuova etica che nasce dalla responsabilità, l’accelerazione e la condivisione delle iniziative di rigenerazione, la cura delle persone e dei territori in cui vivono, sono alcune delle parole chiave che arrivano da Bertinoro a tutti. Dice, infatti, Zamagni nelle conclusioni che «perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi la vita di chi lo esprime. E la vita cambia, se cambia insieme, singoli e comunità».

Il Nobel agli economisti che lottano contro la povertà

In questa direzione appare del tutto coerente e straordinaria al tempo stesso l'assegnazione del premio Nobel per l'Economia agli economisti Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer per l'approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale.
È un segnale importantissimo di un nuovo approccio ai temi economici, che non viene generato dagli interessi delle lobbie economiche e politiche, ma dalla sperimentazione di soluzioni “dal basso”, dal soddisfacimento delle esigenze delle persone, a partire da quelle più fragili e marginali.
Nella motivazione si segnala come i tre vincitori «hanno introdotto un nuovo approccio per ottenere risposte affidabili sui modi migliori per combattere la povertà globale». Fra questi, «suddividere questo problema in questioni più piccole e più gestibili, come ad esempio gli interventi più efficaci per migliorare la salute dei bambini».
Ad esempio a metà degli anni '90 Kremer e i suoi colleghi «hanno dimostrato quanto possa essere efficace un approccio sperimentale, usando test sul campo per mettere alla prova una serie di interventi che avrebbero potuto migliorare i risultati scolastici nel Kenya occidentale». Quanto a Banerjee e Duflo, spesso in collaborazione con lo stesso Kremer, «hanno condotto studi simili su altre questioni e in altri paesi, tra cui l'India. I loro metodi di ricerca sperimentale ora sono centrali negli studi economici sullo sviluppo».
La proposta di una nuova civiltà, che sostiene le fragilità di ogni uomo e gli offre una “seconda opportunità”, gli ridà fiducia in se stesso e nelle proprie capacità, mettendosi al suo fianco per sanare le ingiustizie che subisce a causa di un sistema sociale ed economico che lo ha escluso, conduce la nostra società verso un cammino di giustizia, consente di giungere ad un punto comune d’incontro che è l’aspirazione del mondo intero alla giustizia