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30 Dicembre 2020

Sarà un nuovo anno di pace

Primo gennaio 2021, live da Bologna dalle 15 alle 17.30
Sarà un nuovo anno di pace
L'evento per la pace quest'anno va online; protagonisti i volti della pace che racconteranno il proprio impegno per il nuovo anno.
Si svolgerà da (e non ‘a’) Bologna il prossimo 1° gennaio la 6^ edizione della Marcia della pace e dell’accoglienza, organizzata dal Portico della Pace. Ri-Costruire Fraternità, questo il titolo, sarà infatti quest’anno un’edizione tutta online (con diretta streaming sul canale YouTube del Portico della Pace), per un evento che ha radici nella Città emiliana ma quest’anno potrebbe oltrepassare molti confini a causa della pandemia e delle zone rosse. Con il Patrocinio delle principali istituzioni regionali e cittadine.

Il Portico della Pace di Bologna che la organizza è il libero coordinamento che raccoglie associazioni, comunità, gruppi movimenti e singoli cittadini, artigiani che hanno a cuore l’impegno nel campo della pace, della giustizia e della solidarietà.

Nata nel 2016, questa esperienza ha raccolto nel corso degli anni le adesioni di oltre 120 realtà cittadine nella decina di eventi a cui ha dato vita, dalla Marcia della pace e dell’accoglienza (l’1 gennaio) all’Altro 2 giugno: Festa dell’Italia che ripudia la guerra (il 2 giugno).

Non sarà quest’anno una Marcia ‘fisica’ della Città, ma comunque un cammino in tappe serrate a partire dalle ore 15.00 e possibili mete finali, indicate alla conclusione prevista attorno alle 17.15. Con una coinvolgente staffetta prevista tra una ricca serie di ospiti. A partire dai saluti iniziale: dal Sindaco Merola, alla Vicepresidente della Regione Elly Schlein, ai leader delle principali comunità religiose presenti in città, ben rappresentate tra gli altri da Yassine Lafram (presidente UCOII) e dal Cardinal Zuppi, da sempre ‘angelo custode’ dell’evento.

A ognuno di loro verrà chiesto di indicare che cosa è pronto a fare di concreto (e a far fare al proprio mondo di riferimento) nel 2021, a partire dal 2020 che è stato, perché si riduca la cultura di guerra, vi siano meno disuguaglianze, più giustizia e cultura dell’umano.

Nella parte centrale lo spazio ai temi del disarmo con Francesco Vignarca (Rete Italiana Pace e Disarmo) e del grido della Terra che è il grido dei poveri: con le testimonianze di Nawal Soufi da Lesbo (Gruppo attivisti/e Nord-Sud), di Fabiola Bianchi da Atene (Comunità Papa Giovanni XXIII), di Paola Marani dalle periferie impoverite di Bologna (Cucine Popolari), di p. Filippo Ivardi dalle periferie del mondo (Nigrizia).

Il pezzo forte prima della conclusione: la Società civile nella sua multiforme ricchezza sta imparando a rimboccarsi le maniche insieme e si organizza in ‘equipaggi e vedette’. Con la testimonianza laica di Beppe Caccia, fondatore di Mediterranea Saving Humans; e quella profetica di don Luigi Ciotti che raccoglierà il grido di Isaia, profeta dell’Avvento e del Natale: Sentinella, quanto resta della notte?

Troppa carne al fuoco? L’evento non vuole essere, in questo già difficile Capodanno, un convegno pensoso per capire e risolvere ogni problema, ma un evento collettivo e partecipato in cui far vivere il ‘clima’ delle Marce: essere in tanti, creare una coralità di voci, sostenersi nel reciproco riconoscimento come popolo che ha sogni belli, ma anche chiari e concreti, pronto a rimboccarsi le maniche.

«La sfida oggi è mettersi in cerchio, abbattere i muri, sciogliere le diffidenze sopravvissute alle ideologie, riconoscersi a vicenda nella comune cultura dell’umano. Perché oggi la parola Fraternità non è solo la parola di Francesco (del Vangelo!), non è solo l’antico vessillo della Rivoluzione francese, oggi essa è sinonimo di empatia e capacità di collaborare, e indica l’inevitabile salto evolutivo che attende l’Uomo dopo questo 2020. Anno che per la prima volta nella storia ha mostrato un’umanità planetaria simultaneamente coinvolta nello stesso evento, e simultaneamente chiamata ad unirsi per la salvezza e non più per l’autodistruzione come era accaduto nel XX secolo.», hanno spiegato gli organizzatori.