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24 Maggio 2019
Ultima modifica: 24 Gennaio 2023 ore 21:43

Raccogliere i rifiuti, accogliere i rifiutati

Giovani della Comunità Papa Giovanni a Forlì raccolgono i rifiuti del parco
Raccogliere i rifiuti, accogliere i rifiutati
Foto di Matteo Santini
L'incontro con i rifiutati dalla società.
Mentre in molte città d’Italia e del mondo gli studenti tornano in piazza per il secondo Global Climate Strike, richiamando l’attenzione sull’emergenza ambientale alla vigilia delle elezioni per il Parlamento Europeo, a Forlì i giovani della Comunità Papa Giovanni XXIII decidono di compiere un’azione concreta: pulire dai rifiuti i giardini pubblici vicini al Palafiera dove la Comunità è riunita per l’Assemblea internazionale che si svolge da oggi a domenica.

«Siamo una comunità che si occupa di ultimi, di emarginati – spiega Matteo Santini, animatore del settore giovani – ma lo facciamo nell’ottica dell’ecologia integrale promossa da papa Francesco. Scegliere di accogliere i rifiutati e di raccogliere i rifiuti, anche se sarebbe meglio evitare di gettarli, sono due aspetti della stessa visione di un mondo nuovo che non produce scarti».

All’iniziativa ha partecipato una rappresentanza di 25 persone tra i 7 e i 43 anni.
«Abbiamo operato in collaborazione con il Comune di Forlì e con l’azienda Alea che poi provvederà allo smaltimento dei rifiuti raccolti dai volontari» prosegue Santini.
Se la classica bottiglietta di plastica o il sacchetto di carta non hanno presentato particolari difficoltà, altri rifiuti hanno messo a dura prova i volontari, che però ci scherzano sopra. «Il titolo di rifiuto più difficile da raccogliere – raccontano i ragazzi – è stato conteso tra un paio di mutande sporche di cacca e una carta con sopra maionese andata a male».
Un’esperienza però che ha lasciato il segno.
Andrea 12 anni, di Pesaro, assessore all’ambiente della Scuola Media che frequenta: «Dobbiamo iniziare a metterci in testa che questo mondo è chiuso in una scatola di plastica e noi dobbiamo riuscire ad aprire questa scatola per farlo respirare».
Giancarlo, 29 anni, di Crema: «Questa giornata mi ha fatto sentire utile, per l’ambiente e per la comunità, ho capito che ognuno di noi migliorando l’ambiente può migliorare se stesso»

Stasera l’attività proseguirà con un’altra proposta singolare: trascorrere parte della notte andando ad incontrare quelli che spesso vengono considerati rifiuti umani: donne sfruttare sulla strada dal racket della prostituzione, persone senza fissa dimora, immigrati accolti in un centro di prima accoglienza.