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24 Ottobre 2021

Vangelo di domenica 24 ottobre: «Gesù, abbi pietà di me!»

I poveri ci giudicano. Quando la loro sofferenza diventa la nostra, allora siamo pronti ad abbandonare tante cose che occupano la nostra vita. È veramente l'ora della conversione alla fede.
Vangelo di domenica 24 ottobre: «Gesù, abbi pietà di me!»
Vangelo della XXX domenica del Tempo Ordinario - Anno B: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Dal Vangelo di Marco (Mc 10, 46-52)

Commento al Vangelo del 24 ottobre 2021
(XXX domenica del Tempo Ordinario - Anno B) 

Nel Vangelo ci viene riportato il grido del cieco, del figlio di Bartimeo: «Fa’, o Maestro, che io possa vedere». È il grido che è simbolo del grido di tanti poveri, di diverse forme di povertà. Se stando con Dio spingiamo a fondo la fede, sentiamo questo grido che da loro parte e arriva a Dio. Attualmente invece gli uomini vanno loro incontro per un atto di assistenza, molte volte vanno a cercare una gratificazione che provano facendo del bene. Altri invece, vogliono che il povero taccia, non vogliono accorgersi che c’è la miseria. Invece bisogna ascoltare il grido del povero!
La massa di povera gente, non riconosciuta come persona, è un giudizio sulla nostra fede perché se la fede è piena ed è in tutti, questa massa di fratelli che soffrono non ci sarebbe più. I poveri ci giudicano. Quando noi ci sentiamo veramente giudicati e la loro sofferenza diventa la nostra, allora siamo pronti ad abbandonare tante cose che occupano la nostra vita: stupidaggini, la corsa alla ricchezza, la corsa ai primi posti, al servirci di tutto pur di creare a noi un piedistallo.
È veramente l’ora della conversione alla fede. Chi ha fede si faccia povero, scenda in mezzo ai poveri e viva con loro.
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