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26 Luglio 2019
Ultima modifica: 23 Marzo 2022 ore 16:21

Vangelo di domenica 28 luglio: «Insegnaci a pregare»

Inoltrarci nell'intimità profonda di Dio fino a vederlo è la cosa più naturale del mondo, non è riservata ai santi, anzi è proprio riservata ai peccatori perché così smettiamo di essere peccatori!
Vangelo di domenica 28 luglio: «Insegnaci a pregare»
Foto di John Hain
Vangelo della domenica: meditiamolo insieme grazie alle parole di don Oreste Benzi
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Dal vangelo di Luca (Lc 11, 1-13)

Commento al Vangelo di domenica 28 luglio 2019

La domanda che gli Apostoli fanno: «Signore, insegnaci a pregare», è la domanda essenziale, fondamentale, perché la preghiera è la sollecitazione della dimensione contemplativa dell’uomo. Se tu non vai a scuola la tua intelligenza non viene sollecitata, provocata, e rimane lì; se tu non fai stare i bambini in mezzo agli altri bambini, l’intelligenza non viene sollecitata e provocata e ha difficoltà a crescere. Allo stesso modo se tu non preghi, la dimensione contemplativa rimane zero; lo vuoi capire? 
Inoltrarci nell’intimità profonda di Dio fino a vederlo è la cosa più naturale del mondo, non è riservata ai santi, anzi è proprio riservata ai peccatori perché così smettiamo di essere peccatori!
La preghiera è l’atto più elevato dell’uomo perché scrolla via l’orgoglio, la vanità, il bisogno di apparire e spinge adagio adagio solo nell’amore, per cui diventi attivo ma non in forza delle tue spinte personali, bensì in forza di un amore e di un modo nuovo di vedere le cose.
Possa lo Spirito Santo farvi vedere la preghiera come nutrimento della dimensione contemplativa e soprannaturale dell’uomo, come via necessaria per non morire. 
 
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