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22 Novembre 2022

Cop 27, risultati deludenti. Manca un impegno chiaro contro le emissioni.

Approvato il documento finale. Fondo per i paesi poveri, ma troppi compromessi sul clima: manca un impegno chiaro sulla diminuzione e uscita dai combustibili fossili.
Cop 27, risultati deludenti. Manca un impegno chiaro contro le emissioni.
Foto di Sedat Suna
Dolente la "mitigazione" ovvero gli impegni e le azioni per ridurre le emissioni. Appuntamento alla prossima Cop a Dubai, uno dei maggiori Paesi esportatori di petrolio al mondo.
La Cop27 in Egitto si è conclusa con due giorni di ritardo rispetto alle previsioni con un risultato inatteso, anche se deludente.
I colloqui sul clima delle Nazioni Unite, infatti, affrontano i sintomi della crisi climatica introducendo un fondo di risarcimento danni, il Loss&Damage, nei confronti dei paesi più vulnerabili alla crisi climatica (pur senza specificarne i dettagli) ma si è fatto ben poco per affrontare le cause del riscaldamento globale: nell’accordo manca l’impegno per un’uscita sicura e socialmente sostenibile dai combustibili fossili

Riconosciuto il ruolo delle rinnovabili

L’accordo su un fondo per le perdite e i danni è sicuramente un risultato mai raggiunto prima, ma le discussioni su chi paga e chi riceve sono state rimandate al prossimo anno. Nell'affrontare le "perdite e danni" causati dall'impatto della crisi climatica, sono stati compiuti più progressi di quanto molti ritenessero possibili, con l'impegno di istituire una struttura di sostegno finanziario per i più vulnerabili entro la prossima COP nel 2023.
 
Insomma, sono stati fatti molti compromessi, ma il concetto di base relativo alle riduzioni delle emissioni di cui si è parlato nella scorsa Cop di Glasgow è stato a malapena discusso. «Le alternative alle fonti fossili sono già ampiamente disponibili ma mancano la volontà e la priorità politica per una loro applicazione» - ha affermato Luca Bergamaschi, portavoce del think tank ECCO.
Se da un lato manca un impegno chiaro sulla diminuzione e uscita dai combustibili fossili, principalmente a causa del freno di imprese e paesi produttori di gas e petrolio che stanno premendo per rallentare la transizione, dall’altro le rinnovabili entrano per la prima volta nel testo di una Cop. «Accelerare sulle energie rinnovabili e renderle il perno della transizione, anche in risposta alla crisi energetica globale è il messaggio che esce dal testo di Sharm - continua ECCO -. Infatti, il testo è esplicito sulla necessità di trasformare i sistemi energetici per renderli più sicuri e sostenibili».

Più strumenti finanziari

Lato finanza è stato rilevante l’impegno a ricercare il coinvolgimento dei responsabili delle istituzioni finanziarie internazionali e altri enti competenti. L’invito rivolto alle istituzioni finanziarie internazionali è quello di prendere in considerazione, in occasione delle prossime riunioni di primavera 2023 della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la possibilità di contribuire con approcci nuovi e innovativi.

Il Global Shield, lanciato dai paesi del V-20 (Vulnerable 20 group of finance ministers), gruppo composto da 58 economie vulnerabili guidate dal Ghana e i paesi del G7, rappresenta una grossa polizza assicurativa contro gli eventi meteorologici estremi ma è la Bridgetown initiative sicuramente lo strumento più interessante su cui far leva, proposto dalle Barbados e sostenuto ora anche dalla Francia: la richiesta è di 650 miliardi di dollari una tantum al FMI e l’accesso agevolato a un credito di 1000 miliardi di dollari (generalmente, sui mercati internazionali i tassi sono compresi tra l’1 e il 4 per cento per i paesi del G7, ma possono raggiungere il 12-14 per cento per gran parte del sud del mondo).

 

Pochi impegni lato mitigazione

 
Il lato dolente invece è stata la “mitigazione” ovvero gli impegni e le azioni per ridurre le emissioni. Il nuovo linguaggio adottato dalla Cop include il termine “energia a basse emissioni” accanto alle fonti rinnovabili come fonti energetiche del futuro.
Si tratta di una scappatoia significativa, poiché il termine indefinito potrebbe essere utilizzato per giustificare lo sviluppo di nuovi combustibili fossili contro le chiare indicazioni dell'IPCC e dell'Agenzia Internazionale per l’Energia, secondo cui ogni progetto di estrazione di combustibili fossili va fermato subito.
 
In tutto questo, l'obiettivo di 1,5 gradi rimane, ma ne esce indebolito. Non ci sono indicazioni vincolanti per rispettarlo e il ruolo dei combustibili fossili dovrà essere messo in discussione concretamente alla prossima COP, la 28esima, che si terrà a Dubai. Non sarà facile, dal momento che - di nuovo - i negoziati saranno ospitati da un Paese tra i maggiori esportatori di petrolio al mondo.