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6 Dicembre 2025

Don Luca Peyron: «Ho messo un telescopio sul tetto, per cercare i segni lasciati dal Creatore»

A Torino fede e scienza si incrociano, e la parrocchia si attrezza con un mini osservatorio
Don Luca Peyron: «Ho messo un telescopio sul tetto, per cercare i segni lasciati dal Creatore»
Foto di Archivio CEI
Osservare le stelle, confrontarsi sull'intelligenza artificiale, studiare e pregare insieme: con don Luca la vita parrocchiale si è trasformata in un luogo dove generazioni diverse si incontrano

Sulla terrazza della Parrocchia Madonna di Pompei, nel cuore della Crocetta a Torino, la sera non è mai davvero buia. Bambini, universitari, famiglie e anziani si ritrovano attorno al telescopio del piccolo osservatorio dedicato a Paolo VI, guidati da don Luca Peyron, parroco e referente per la Pastorale della Cultura Tecno Scientifica dell’Arcidiocesi di Torino.
Don Luca, che collabora con il Centro Nexa del Politecnico di Torino e con lo Humane Technology Lab dell’Università Cattolica di Milano, è una presenza capace di tenere insieme fede, scienza e tecnologia in un dialogo sorprendente e sempre nuovo.
«Questo prete è un dono che ci ha rivoluzionato il modo di vivere la parrocchia», racconta Barbara, mamma di uno dei piccoli astronomi che ogni settimana scrutano il cielo dal terrazzo. Osservare le stelle, confrontarsi sull’intelligenza artificiale, studiare e pregare insieme: con don Luca la vita parrocchiale si è trasformata in un luogo dove generazioni diverse si incontrano e crescono fianco a fianco. Il Machine Learning Journal Club, formato da studenti e ricercatori universitari, trova in parrocchia uno spazio unico per discutere di tecnologia e spiritualità. «È un’opportunità per guardare a Dio come Creatore del meraviglioso universo attorno a noi», confida Marta, giovane catechista.

«Sto sperimentando come la natura annunci il Vangelo - racconta don Luca -. Il cielo, quello abitato da un Padre che sembra aver puntellato il nero sopra di noi lasciando briciole di pane per farsi trovare, diventa un ponte tra fede e scienza».
Foto di Archivio CEI

Il cielo ponte tra fede e scienza

Don Luca sa che l’annuncio del Vangelo deve trovare oggi strade nuove. «Cristo resta, la Chiesa resta, ma le modalità possono cambiare», afferma sorridendo con quello “sguardo che sorride” che, come racconta Maria Paola del Servizio Emergenza Anziani, dà pace a chi lo incontra. E proprio da questo desiderio di rendere il Vangelo comprensibile all’uomo contemporaneo nasce la sua intuizione: mettere un telescopio sul tetto della parrocchia e lasciare che la natura, con la sua bellezza e le sue meraviglie, annunci da sé il Creatore.
«Sto sperimentando come la natura annunci il Vangelo – racconta don Luca –. Il cielo, quello abitato da un Padre che sembra aver puntellato il nero sopra di noi lasciando briciole di pane per farsi trovare, diventa un ponte tra fede e scienza». Grazie al telescopio e a una telecamera, bambini e giovani restano incantati dalla possibilità di osservare pianeti, costellazioni e nebulose. Con loro, don Luca ha costruito anche piattaforme astronomiche in un progetto di Fondazione Matrice che coinvolge studenti da tutto il mondo.
«Ho abbracciato stupore e assaporato meraviglia. E ho gioito nel vedere che tanti hanno scoperto che sì, il loro nome è scritto nei cieli, ma soprattutto nel palmo della mano di Dio. Laudato si’».

Perché è importante sostenere i sacerdoti

Questa esperienza non è un progetto isolato, ma la testimonianza concreta di ciò che tanti sacerdoti in Italia fanno ogni giorno: aprire nuove strade, immaginare linguaggi diversi, accompagnare giovani e adulti nella ricerca del senso. Con creatività, dedizione e fede. Ed è proprio grazie a sacerdoti come don Luca che le comunità crescono e trovano orientamento. La loro presenza, però, è possibile solo grazie alla vicinanza dei fedeli. Sostenere il loro ministero significa sostenere la vita delle parrocchie, l’educazione dei giovani, la cura degli anziani, la speranza delle famiglie. Per questo una piccola offerta all’Istituto Centrale Sostentamento del Clero - deducibile fiscalmente in sede di dichiarazione dei redditi - diventa un gesto prezioso e concreto. Basta una piccola somma per contribuire a far brillare, anche attraverso i sacerdoti, quelle “stelle” che guidano il cammino delle nostre comunità.