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28 Maggio 2025
Ultima modifica: 28 Maggio 2025 ore 09:02

Fadda: «Don Oreste profeta di pace»

Le parole di don Benzi ci parlano di pace, invitandoci a non essere "contro" ma ad essere "per". Guarda il video.
Fadda: «Don Oreste profeta di pace»
Foto di Alessio Zamboni
Intervenendo al Salone del libro di Torino, il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII ha sottolineato la radice pacifista del linguaggio e della visione sociale di don Benzi. E ha invitato a «disarmarci nelle parole»

Il pensiero e il linguaggio di don Oreste Benzi hanno una profonda radice pacifista e nonviolenta.
Lo ha sottolineato Matteo Fadda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, intervenendo al Salone del Libro di Torino il 15 maggio per la presentazione del libro Don Oreste Benzi. Aforismi, aneddoti e provocazioni curato da Elisabetta Casadei.

 

Rispondendo alla domanda di Nicoletta Pasqualini, giornalista di Semprenews, che lo ha interpellato su come la Comunità risponde oggi all’emergenza pace, intesa non solo come assenza di guerra, ma come impegno per la giustizia e la fraternità, ispirandosi alle parole e all'esempio di don Oreste, ha detto:  
«Dobbiamo cogliere questo aspetto di Don Oreste: lui ci ha sempre richiamato a vivere la nonviolenza in una dinamica di vita, essere per, non essere contro, usare le parole per costruire, non per disintegrare, distruggere, trasformandoci in strumenti costruttivi».
Il suo modo di affrontare tutti i temi con cui si è scontrato, a volte drammatici come il fatto che "nessuno può stare senza famiglia, tutti devono avere diritto alla famiglia" ha una «profonda radice pacifista e nonviolenta».

Per questo, ha proseguito, «noi dobbiamo imparare a disarmarci nelle parole, nei modi di agire, nelle prospettive. Pensate come cambierebbe la scuola, il mondo del lavoro, la gestione dei servizi, se il principio fosse che nessuno deve essere lasciato indietro: non carcare di accaparrarsi il più possibile ma distribuire ad ognuno per quello di cui ha bisogno».

Don Oreste, ha concluso, «ha vissuto queste cose perché era pacifista. E non è un caso che molti giovani che sono arrivati nella Comunità Papa Giovanni XXIII negli anni 70 e 80 sono arrivati dal mondo dell'obiezione di coscienza. Il mio predecessore è stato obiettore di coscienza, io sono stato obiettore di coscienza. Io credo che il tema della pace, oggi così cruciale, don Oreste lo aveva intuito fin dall’inizio, tanto che ad un certo punto della sua vita ha detto: è tempo di costruire la pace anche a livello di Governo, e ha inventato il Ministero della Pace».