Topic:
4 Settembre 2023

Fukushima. Ecco che cosa sta succedendo

Le preoccupazioni del mondo a seguito dello sversamento delle acque radioattive nell'oceano
Fukushima. Ecco che cosa sta succedendo
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
C'è chi dice che la radioattività sia trascurabile, chi invece che sia potenzialmente dannosa per la salute. Così l'opinione pubblica si divide
Giovedì 24 agosto è cominciato il rilascio delle acque radioattive di Fukushima nell’oceano Pacifico. Si tratta di 1,25 milioni di tonnellate di acqua radioattiva trattata utilizzata per il raffreddamento dei reattori di Fukushima Daiichi, la centrale nucleare colpita dallo tsunami del marzo 2011. Il piano era stato approvato dal governo giapponese già nel 2021 e più di recente a luglio dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che fa capo alle Nazioni Unite.
Tra i contrari al piano c’è una parte della popolazione giapponese, ma anche governi vicini come Cina e Corea del Sud, e organizzazioni ambientaliste, pescatori e il Forum delle isole del Pacifico (Pacific islands forum, Pif) che conta membri quali Australia e Nuova Zelanda, le isole Figi e Kiribati, fino alla Papua Nuova Guinea.

Le acque avrebbero un impatto “trascurabile”

L’acqua che ha iniziato a essere riversata nell’oceano è quella usata dopo l’incidente per raffreddare i reattori danneggiati altamente radioattivi. È stata raccolta in circa 1.000 serbatoi ed è stata trattata per ridurne la radioattività. In un rapporto presentato formalmente a Tokyo dal direttore generale dell’Aiea Rafael Mariano Grossi al primo ministro giapponese Fumio Kishida, l’Agenzia ha affermato che gli scarichi delle acque trattate avrebbero un “impatto radiologico trascurabile” sulle persone e sull’ambiente.
Nei serbatoi continuano comunque a esserci tracce di trizio, un isotopo dell’idrogeno che non può essere rimosso. Il fatto è che quei serbatoi rappresentano una minaccia in caso di nuovi tsunami o terremoti, oltre al fatto che impediscono di smantellare la centrale nucleare. Per questo il Giappone ha deciso di liberarsene.

Come vengono smaltite le acque di Fukushima

Le acque non vengono riversate in mare tutte nello stesso momento. Anzi, il processo avverrà gradualmente e durerà addirittura 40 anni di attività. In breve, la società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, la Tokyo electric power company (Tepco),  che si è occupata finora di ripulire le acque, farà scorrere tali liquidi verso la costa tramite una conduttura. Qui, le acque verranno diluite con acqua marina per poi passare attraverso un tunnel sottomarino e raggiungere così il mare aperto.
L’acqua verrà inizialmente rilasciata in quantitativi più piccoli e con controlli aggiuntivi e i controlli di sicurezza da parte dell’Aiea continuano anche durante la fase di scarico e l’Agenzia, oltre a garantire la presenza in loco, fornirà un monitoraggio online in tempo reale sul suo sito web.

Le ragioni dei contrari

L’acqua dovrebbe contenere circa 190 becquerel di trizio per litro, una quantità che è al di sotto del limite di acqua potabile dell’Organizzazione mondiale della sanità di 10mila becquerel per litro, dove un becquerel è un’unità di radioattività. In Giappone, il governo e l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) stanno cercando di tranquillizzare il mondo riguardo al piano di rilascio delle acque reflue da Fukushima nell'oceano. Tuttavia, tra i paesi vicini, c'è una crescente preoccupazione e scetticismo. In particolare, Hong Kong ha annunciato piani per vietare l'importazione di prodotti acquatici da 10 regioni del Giappone. L'obiettivo di questa mossa è garantire la sicurezza alimentare e la salute pubblica.
I prodotti che rientrano in questa restrizione comprendono una vasta gamma di prodotti acquatici, tra cui quelli vivi, congelati, refrigerati, essiccati o conservati in altro modo. La restrizione si estende anche al sale marino e alle alghe, sia lavorate che non lavorate. Gli ufficiali governativi di Hong Kong hanno evidenziato la loro preoccupazione principale: non c'è alcuna garanzia che il sistema di depurazione delle acque reflue possa funzionare in modo continuo ed efficace a lungo termine. Tutta la Cina ha adottato un comportamento simile

E poi ci sono i consumatori

Anche una parte dei consumatori non è tranquilla nel consumare pesce giapponese. A dicembre 2022, 100 istituzioni scientifiche statunitensi del National Association of Marine Laboratories hanno sottoscritto una nota per mettere in guardia il Giappone e l’Onu: «Molti dei radionuclidi contenuti nell’acqua di raffreddamento dei rifiuti accumulati hanno un’emivita che va da decenni a secoli, e i loro effetti deleteri vanno dal danno al Dna e dallo stress cellulare all’elevato rischio di cancro nelle persone che mangiano organismi marini colpiti, come vongole, ostriche, granchi, aragoste, gamberetti e pesce».
Di fronte a tanti dubbi, è probabile che i consumatori europei e di tutto il mondo inizieranno a guardare con sospetto i pesci – soprattutto i tonni usati per il sushi –  provenienti dalla zona Fao 61, il mar del Giappone, per l’appunto.