Che belle le coppie di 80enni Stefania! Che bello quando sono teneri… ma non crederai – spero – che le coppie che sono insieme da 50 anni lo siano in maniera “passionale”?
La passione nella relazione è una specie di droga, e il paragone non è esagerato perché inonda il cervello di dopamina – quella sostanza del benessere che le droghe fanno rilasciare artificialmente – quindi altera la coscienza e crea dipendenza.
Nessun effetto da sostanze può durare in eterno, e quindi nemmeno la passione. Quando la passione cala, ed è normale che cali, c’è quel senso di smarrimento che probabilmente anche tu stai provando.
Beh, alcuni se ne fanno una ragione, e magari questa è la reazione del tuo fidanzato. Altri pensano a troncare la relazione, e a trovare un partner che riaccenda la passione, e questa è la tipica posizione dell’amore romantico sequenziale. Altri ancora litigano, perché il conflitto è un potentissimo attivatore di passione; adducono che il litigio è meglio dell’indifferenza, o che “l’amore non è bello se non è litigarello”, e non hanno tutti i torti.
Altri ancora teorizzano che l’amore “si trasformi”, da passionale a stabile. Ma recenti studi affermano che questo è tecnicamente impossibile. Amore passionale ed amore stabile, o complice, seguono processi differenti. Nel tempo la passione ha picchi in alto e in basso molto potenti e destabilizzanti, la complicità invece cresce lentamente e impercettibilmente diventando sempre più fiducia, stabilità, sostegno reciproco.
Ti consiglio allora di cercare e di scoprire come sta crescendo in te – se c’è – questa forma di amore, imparare a coglierla, gustarla, valorizzarla. E allo stesso tempo godi dei momenti di passione che – magari differenti nella frequenza – comunque ci sono.
L’amore duraturo è strutturato soprattutto sulla stabilità della complicità.
Soprattutto però, non esclusivamente, altrimenti non si tratta d’amore ma di un contratto di sostegno reciproco tra persone che si rispettano. E mi pare di capire che non è a questo che aspiri.
Come teorizza Sternberg nella sua teoria triangolare, occorre un amore complice – cioè di intimità psicologica –, condito dalla giusta dose di passione, tra due persone che si impegnano reciprocamente.