A volte il no è motivato, altre è proprio per partito preso. Come difendersi dalla "reattanza" nella coppia e impostare una comunicazione più efficace
Ecco alcuni scenari che forse conoscete:
«Se me lo dici tu mi passa la voglia di farlo!»
«Mi rispondi di no solo perché te lo chiedo io»!
«Lo fai apposta a fare quello che mi infastidisce?»
Vi è mai capitato di dirvi cose del genere nella vostra coppia? O - forse peggio - solo di pensarle?
Sì? Allora tranquilli, siete solo affetti da “reattanza”.
Questo termine originariamente partorito dalla termotecnica (“... il coefficiente della parte immaginaria dell'impedenza”) è stato preso in prestito dalla psicologia delle relazioni per indicare tutte le volte che - in una relazione stretta - si tende ad opporsi per partito preso.
Sei incapace di stare in relazione!
No, non si può liquidare solo come una cattiva intenzione, come l’incapacità di stare in relazione. Al netto di problematiche specifiche come la struttura passivo-aggressiva, la reattanza colpisce quasi tutti in alcuni momenti particolari della relazione.
Capirne il funzionamento può aiutare ad essere più benevoli verso il partner o verso noi stessi, e capire come smarcarsi da questa… tentazione.
Forse ce l'ha con me
L’aspetto paradossale, e fastidioso, è che chi la nota si accorge facilmente che il rifiuto è verso di sé più che verso la richiesta in questione, e addirittura può portare esempi pratici che «quando te l’ho chiesto io mi hai detto di no, ma quando te lo ha chiesto il tuo amico l’hai fatto volentieri».
Da qui a provare un senso di frustrazione e rabbia è un attimo: «Sono la persona che dovrebbe amare di più e invece prova più fastidio che per gli altri». E i pensieri capitolano facilmente: «
Sono sbagliata io, oppure è lui a non sapermi amare?» «
Ho sbagliato io, o è lei a rifiutarmi?»
Un segnale di dipendenza affettiva
Dicevamo che la reattanza si attiva solo con le relazioni strette e infatti è segnale di una relazione di forte dipendenza.
Infatti solo chi è dipendente vede la propria libertà interiore minacciata dall’altro, al punto di doversi opporre con forza. Il marito dipendente dai giudizi della moglie, la moglie dipendente dalle indicazioni del marito. Il rifiuto è quindi un rifiuto adolescenziale
. L'adolescente è il malato di reattanza per eccellenza! Si sente talmente dipendente dai genitori che si oppone a tutto quello che loro dicono, per principio.
Come risolvere le incomprensioni di coppia
Il fastidio della reattanza, di questo tipo particolare di opposizione fastidiosa presente in molte coppie, è una fantastica opportunità per diventare adulti.
Anche nella coppia si può uscire dalla dipendenza reciproca e dalle proiezioni, imparando a vedere l’altro per quello che realmente è.
Bertold Ulsamer, psicologo svizzero, suggerisce di guardare il partner negli occhi e dirgli dolcemente: «
Sei “solo” mio marito/mia moglie, nulla di più».
Se non lo fate realmente, pensatelo, immaginatelo dentro di voi, e sentite il sollievo che provate, magari insieme ad un po’ di
inquietudine per la paura di perdere l’effetto-colla che la reattanza dà.
Un rapporto di coppia sano
Smettete di fare del vostro partner la proiezione delle vostre ombre, il ricordo dei vostri traumi, l’oggetto di riscatto delle ingiustizie che pensate di aver subito.
Siete solo due persone, alla pari, chiamate ad un progetto insieme.