L'8xmille sostiene più di 1.600 progetti dedicati allo sviluppo della comunicazione nonviolenta. Messico, Kenya, Colombia, sono solo alcune realtà dove il potere della comunicazione ha cambiato la vita di moltissime persone, dove il linguaggio è stato capace di portare pace, speranza ed unione.
La comunicazione e l’informazione sono chiamate in causa, in modo determinante, per favorire processi di comprensione reciproca e di promozione di un linguaggio disarmato. È importante il modo di comunicare ed è importante il contenuto della comunicazione. Innumerevoli sono gli esempi di una comunicazione che alimenta pace e moltiplica speranza, sempre legata a progetti comunitari in cui anche la tecnologia è al servizio di uno sviluppo umano integrale.
Proprio con questi obiettivi la Conferenza Episcopale Italiana dal 1991, grazie ai fondi dell’8xmille, in 72 Paesi ha sostenuto 1.616 progetti rivolti in modo specifico alla comunicazione, per complessivi 178 milioni di euro. Percorsi, modalità, esperienze diverse a seconda dei contesti ma una crescente e condivisa volontà di frequentare e muoversi sempre meglio nella galassia della comunicazione in tutte le sue articolazioni, raggiungendo il maggior numero di persone. La radio è senza dubbio uno dei media più utilizzati per far sentire anche nei luoghi più sperduti la voce di tutti, sensibilizzare l’opinione pubblica, favorire una partecipazione consapevole e anche richiamare le istituzioni alle loro responsabilità.
Le storie: comunicare può cambiare il futuro e le vite di tante persone
Il profilo di un uomo davanti alla locandina di Radio Huaya, in messico Messico
Foto di 8xmille
Con questa consapevolezza nel 1965 in Messico nasce Radio Huaya, un’emittente comunitaria, la più antica del Messico, avviata per raggiungere i contadini in condizione di povertà ed emarginazione. Dal 1973 i gesuiti hanno ampliato il piano educativo che trasmette da Huayacocotla, a 2.200 metri di altitudine, in 4 lingue: spagnolo, nahuatl, otomì e tepehuas. Sono stati coinvolti 1.300 villaggi e 140 municipi, riuscendo anche ad ottenere la restituzione di 5.000 ettari di terre sottratte ai contadini. «Prima della radio tanti problemi sembravano irrisolvibili» racconta un capo villaggio. «Ma poi la radio è diventata la nostra voce e ci ha permesso di ottenere risultati concreti, migliorando la vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità».
Di storie di cambiamento parla anche il documentario prodotto dalla Fondazione Fontana “ME, WEOnly Through Community”. Storie che nascono nel contesto africano del St. Martin, un’organizzazione che da 25 anni a Nyahururu, 200 km a nord di Nairobi, sugli altopiani del Kenya si prende cura e valorizza le persone più vulnerabili. Come quella di Makara, ex ragazzo di strada che oggi lavora come assistente legale per le persone con disagio; o quella di Macharia, pastore ed ex insegnante, che ora si prende cura degli anziani; o ancora quella di Grace che ha saputo trasformare la sua disabilità in una risorsa preziosa per l’intera comunità.
Foto di 8xmille
Sempre nella prospettiva di riuscire ad essere fermento che anima e avvia processi, in Colombia la TV Ipiales, grazie all’acquisizione di attrezzature per la televisione digitale, ha realizzato il programma “Senderos de Paz”. In un contesto che ha sofferto per quasi sei decenni di violenza da parte di diversi gruppi armati, questa serie di dieci episodi ha permesso di coinvolgere, animare e far conoscere le azioni della Chiesa per la costruzione sociale della pace e della riconciliazione.
Sono solo alcuni tra i progetti - nell’ambito della comunicazione - finanzianti in questi anni con i fondi 8xmille alla Chiesa cattolica. Progetti che mirano ad una comunicazione che sappia renderci tutti compagni di strada di chi talvolta è ai margini del nostro pianeta, che riaccenda in questi fratelli la speranza in un tempo così travagliato da tante forme di povertà e di guerra. Una comunicazione che sia capace di parlare al cuore, di suscitare non reazioni passionali di chiusura e rabbia, ma atteggiamenti di apertura e amicizia; capace di puntare sulla bellezza e sulla speranza anche nelle situazioni apparentemente più disperate; di generare impegno, empatia, interesse per gli altri. Una comunicazione che ci aiuti a riconoscere la dignità di ogni essere umano e a prenderci cura insieme della nostra casa comune.