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25 Ottobre 2021

13 milioni di lavoratori cercasi

Nel mercato dell'energia pulita si creeranno milioni di posti di lavoro entro il 2030. Ma solo se i governi renderanno più veloce la transizione energetica.
13 milioni di lavoratori cercasi
Foto di Anatoliy Gleb
Se vogliamo mantenere l'innalzamento delle temperature entro 1,5°C è necessario triplicare gli impianti di energie rinnovabili. Lo dice l'Agenzia Internazionale per l'Energia. Farlo non è così oneroso come potrebbe sembrare: oltre il 40% delle riduzioni di emissioni richieste proverrebbe da misure che si ripagano da sole.
Con l'aumento delle emissioni di gas serra in atmosfera, dei disastri climatici e dell’instabilità del mercato energetico, i governi devono aumentare le proprie ambizioni in termini di energia pulita.
 
Se da una parte fiorisce il mercato dei veicoli elettrici e degli impianti solari o eolici, dall’altra questo incremento non è abbastanza veloce perché vengano rispettati gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, sottoscritto da tutte le nazioni del mondo nel 2015.
 
Con l'avvicinarsi della COP 26 di Glasgow, il nuovo World Energy Outlook diffuso dall'Agenzia Internazionale dell’Energia europea (IEA) chiarisce che la transizione energetica è troppo lenta.

Nuovi scenari per un futuro sostenibile

La nuova analisi, che l'IEA ha reso disponibile gratuitamente online, fornisce una lucida analisi su come muoversi nei prossimi anni al fine di limitare l’aumento del riscaldamento globale di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.
 
Lo scenario denominato Net Zero Emissions, come dice il nome stesso, punta ad azzerare le emissioni climalteranti entro il 2050. Questo è l’unico scenario coerente con l’obiettivo 1,5 gradi ma è raggiungibile solo triplicando l’installazione delle energie rinnovabili rispetto ai livelli attuali.
 
Oltre allo scenario Net Zero Emissions, IEA esplora altri due scenari realistici, utili a comprendere come si potrebbe sviluppare il settore energetico globale nei prossimi tre decenni e quali sarebbero le implicazioni.
 
Lo Stated Policies Scenario rappresenta un percorso basato sulle misure energetiche e climatiche che i governi hanno effettivamente messo in atto fino ad oggi. In questo scenario, quasi tutta la crescita netta della domanda di energia fino al 2050 è soddisfatta da fonti a basse emissioni, ma ciò mantiene le emissioni annuali ancora intorno ai livelli odierni. Di conseguenza, le temperature medie globali aumenterebbero di 2,6 °C sopra i livelli preindustriali, nel 2100.
 
Invece, con l’Announced Pledges Scenario, cioè quello che si avrebbe se gli impegni annunciati venissero effettivamente adottati, si avrebbe un picco della domanda dei combustibili fossili entro il 2025 e le emissioni globali di CO2 diminuirebbero del 40% entro il 2050. L'aumento della temperatura media globale nel 2100 sarà mantenuto intorno a un incremento di 2,1 °C.

La domanda dei combustibili fossili è destinata a calare 

Secondo l’Agenzia, la domanda di petrolio è destinata in ogni caso a calare, anche se i tempi e la velocità del calo variano ampiamente in base allo scenario adottato. Se tutti gli impegni climatici annunciati oggi saranno rispettati, il mondo consumerebbe ancora 75 milioni di barili di petrolio al giorno entro il 2050, in calo rispetto ai circa 100 milioni di oggi. Questo numero precipiterebbe a 25 milioni nello scenario a emissioni zero entro il 2050.
 
E poi c’è il gas naturale. L’IEA non parla di un suo definitivo abbandono, in nessuno degli scenari delineati. Anzi, nei prossimi cinque anni la domanda di gas aumenterebbe in qualsiasi caso, per poi variare a seconda delle strategie adottate.
 
E il carbone? Dopo decenni di crescita, le prospettive del carbone peggiorano, anche grazie al recente annuncio della Cina di porre fine alla costruzione di centrali all'estero. IEA ha calcolato che la cancellazione dei progetti pianificati finora consentirebbe un risparmio di circa 20 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 da qui al 2050, una quantità pari al risparmio totale di emissioni dell'Unione europea nel migliore degli scenari. 

Ci vogliono obiettivi più ambiziosi 

Tutto ciò dimostra che sono necessari impegni più ambiziosi. Se da una parte le infrastrutture di energia pulita devono triplicare nel prossimo decennio, dall’altra il 70% della spesa aggiuntiva deve avvenire nelle economie emergenti e in via di sviluppo, dove i finanziamenti sono scarsi e il capitale è ancora fino a sette volte più costoso rispetto alle economie avanzate.
 
L’attuale crisi delle materie prime, che ha impennato i prezzi dei combustibili fossili e ha reso il mercato energetico estremamente instabile, deve essere vista come un’opportunità, dato che la spesa per la transizione energetica verso fonti rinnovabili è ancora molto al di sotto di quanto sarebbe necessario per soddisfare le esigenze del futuro.
 
«Lo slancio verso le rinnovabili è incoraggiante ma si sta scontrando con l'ostinato utilizzo dei combustibili fossili nei nostri sistemi energetici», ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo dell'AIE. «I governi devono risolvere questo problema durante i lavori della COP 26, dando un segnale chiaro e inconfondibile che l’impegno è quello di potenziare rapidamente le tecnologie pulite e resilienti del futuro. I benefici sociali ed economici dell'accelerazione delle transizioni verso l'energia pulita sono enormi, così come i costi dell'inazione». 

Energie che creano nuovi posti di lavoro 

Il rapporto sottolinea che l'investimento extra per raggiungere il traguardo di emissioni nette zero entro il 2050 è meno oneroso di quanto potrebbe sembrare. Oltre il 40% delle riduzioni di emissioni richieste proverrebbe da misure che si ripagano da sole, come il miglioramento dell'efficienza energetica, la limitazione delle perdite di gas o l'installazione di impianti eolici e solari dove attualmente rappresentano già le tecnologie più competitive. 
 
Tra l’altro, tali investimenti creano anche enormi opportunità economiche. Perseguire lo scenario Net Zero Emissions creerebbe un mercato per turbine eoliche, pannelli solari, batterie agli ioni di litio, elettrolizzatori e celle a combustibile per un valore complessivo di ben oltre 1.000 miliardi di dollari l'anno entro il 2050. Che è poi all’incirca il valore del mercato attuale del petrolio.
 
Infine, nello scenario degli impegni annunciati, 13 milioni di lavoratori troverebbero impiego nel settore dell'energia pulita entro il 2030. Un numero che raddoppierebbe se lo scenario adottato fosse quello che punta alle emissioni nette zero entro il 2050.