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14 Agosto 2025
Ultima modifica: 14 Agosto 2025 ore 17:35

Carboni e Zuppi: la speranza in musica e fede

Il cantante bolognese incontra il cardinale in occasione dell'evento bolognese "Ferragosto a Villa Revedin"
Carboni e Zuppi: la speranza in musica e fede
Foto di Beatrice Tuzza
Dopo il ritorno con la canzone "San Luca" - 12 milioni di ascolti su Spotify - cantata di recente con Cremonini a San Siro e allo Stadio Olimpico, Luca Carboni ha scelto di rivolgersi ai giovani della sua città e raccontarsi dopo la malattia: «Io credo che dentro di noi ci sia sempre la soluzione nella vita ma alcune volte non ascoltiamo questa voce interiore. Il mondo ci può confondere».
Metti accanto un cantautore che ha vinto la sua battaglia contro il cancro e un cardinale appassionato della pace e dei giovani, in una serata afosa di ferragosto, ai piedi della Madonna di San Luca. Aggiungi come ingrediente principale la speranza. Ed ecco il filo rosso dell’evento che ha emozionato il 13 agosto a Villa Revedin di Bologna centinaia di spettatori.

La giornata è stata arricchita da momenti di intrattenimento, visite guidate e mostre, tra cui una dedicata alla storia degli anni santi e a figure ispiratrici come don Oreste Benzi. Un'occasione per riflettere e condividere il tema della speranza attraverso linguaggi diversi
 


Le parole del Cardinale Matteo Zuppi sono state semplici e toccanti come carezze. «La speranza è vita, non è solo un tema. È qualcosa che si trova, si riaccende, si perde e a volte delude». E ha ricordato che proprio Papa Leone durante il Giubileo dei Giovani ha richiamato soprattutto i giovani a non scoraggiarsi nella ricerca della felicità. «Non quella individuale, ma la felicità che è legata a quella degli altri. Perché dopo tanta speranza delusa, ci siamo accontentati di tante felicità individuali».

Carboni a San Luca
13 agosto 2025. Il cantante Luca Carboni incontra il cardinal Zuppi, arcivescovo di Bologna, presso il santuario della Madonna di San Luca
Foto di Beatrice Tuzza

Luca Carboni: dai suoni punk alla canzone per la Madonna di San Luca

In dialogo col cardinale Zuppi, Carboni ha raccontato il percorso spirituale e artistico - iniziato da bambino per obbligo del padre impartito ai cinque figli - passato attraverso esperienze punk e cantautorali, fino a vivere la musica come passione capace di dare senso alla vita e di guarire. «Se la sera non facevo gli esercizi al pianoforte, mio padre mi diceva che avremmo cenato più tardi. Si sedeva vicino a me e li eseguivamo insieme». Da lì le prime melodie, i testi, e poi una band formata con gli amici della parrocchia. Negli anni del punk, tra la fine dei ’70 e l’inizio degli anni ’80, il gruppo scriveva e registrava brani ispirandosi sia agli Skiantos sia ai cantautori classici, fino a scoprire un linguaggio proprio. L’obiettivo era incidere dischi ed entrare nel mondo discografico.
Un episodio casuale cambia però le sue prospettive: durante una partita della Virtus incontra Ron e, invitato a portargli i propri lavori in cassetta, si presenta alla storica trattoria Da Vito. Tra i frequentatori c’erano anche Lucio Dalla e Giorgio Gaber. Carboni decide di lasciare sei o sette testi anziché cassette. E questi finiscono nelle mani di Dalla e degli Stadio che si erano riuniti nella stessa trattoria per confrontarsi su nuovi artisti giovani emergenti. Carboni aveva solo diciannove anni e, all’epoca, il suo sogno non era esibirsi come cantautore, ma scrivere per altri. E invece nei giorni seguenti si ritrovò in studio con loro. Da lì l’iniziò della sua carriera, un disco dopo l’altro, come se stesse salendo una scala. 
La felicità non sta nel successo come vogliono farci credere i social. La felicità è come un viaggio. E l’obiettivo è essere in sintonia con se stessi.
Luca Carboni

A giugno Carboni, dopo due anni di assenza per curare un carcinoma polmonare, è tornato a cantare a San Siro, ospite a sorpresa dell’amico Cesare Cremonini con cui ha cantato la canzone dedicata alla Madonna di San Luca, annunciando così il suo prossimo ritorno sul palco. Il boato di incoraggiamento del pubblico si è fatto sentire anche tre settimane fa a Roma all'Olimpico nell'incontro tra i tre amici Jovanotti, Cremonini e Carboni.
Il brano San Luca, nato dall’incontro tra le due voci iconiche bolognesi e uscito il 6 dicembre 2024, è una commovente preghiera da laici, dedicata allo storico simbolo di speranza e fede per milioni di italiani che passano per lo snodo di Bologna e che guardando in alto possono ammirare il santuario sul colle della Guardia. Le cui origini risalgono al XII secolo. Cremonini aveva confessato che, non appena saputo che Luca stava bene, gli aveva inviato la canzone, convinto che quella parte richiedesse proprio la sua voce.

Io non la so fare una preghiera
Chiedo solo quello che si avvera
Così sono sicuro
Non ci perde nessuno qui
Siamo tutti figli della luna
Guardiamo la Madonna di San Luca
Quando brilla nel buio
E poi pensiamo al futuro, sì
San

Carboni e Zuppi a Bologna
13 agosto 2025. Il cantante Luca Carboni incontra il cardinal Zuppi, arcivescovo di Bologna, presso il santuario della Madonna di San Luca
Foto di Beatrice Tuzza

La speranza è voglia di vivere. Non smettete di cercare dentro voi stessi

«Il mio sogno si è realizzato. Ma il mio sogno, come la felicità e la voglia di vivere, come quello che scopri che hai dentro di te, si modificano continuamente. Io ai tempi avevo sognato di vivere di musica ma mai di cantare. Quando ad un certo punto senti qualcosa che ti emoziona, è un’emozione che deve rimanere accesa». Per Carboni, il desiderio e la passione sono stati motori costanti. Gli fa eco Zuppi spiegando la bellezza delle emozioni nella ricerca «Quando uno ama quello che fa, sente meno la fatica. L’adrenalina ti fa andare oltre. Non smettete di cercare dentro voi stessi».
Due “predicatori” differenti, il ministro di Dio oggi Presidente della CEI e l’artista che cantava “Ci vuole un fisico bestiale”. Ma entrambi hanno testimoniato con umiltà quanto la speranza sia importante nel nostro tempo, nonostante le guerre esplose in diverse aree del mondo e varie forme di disagio sociale che si sono acutizzate dopo il Covid. una ricerca, un sentimento che, come ha ricordato l’arcivescovo di Bologna, non è mai statico, ma vive di rinascita, attese e cammino insieme ad altri compagni di viaggio. 
E il cantautore che ha dovuto affrontare interventi e terapie per sopravvivere ha rincarato la dose. «I giovani oggi vivono in un periodo storico molto difficile perchè anche i social ti possono deviare o spingere al successo a tutti i costi. Noi dobbiamo imparare ad ascoltarci dentro. Se riusciamo ad ascoltarci, nella nostra interiorità sappiamo cosa dobbiamo fare, sappiamo in fondo cosa ci fa stare bene. Sant’Agostino diceva che Dio era dentro di lui ma lui invece era fuori da se stesso». 
Per questo, guardando al Bene che c’è dentro ognuno di noi la speranza oggi è ancora possibile.