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17 Agosto 2020
Ultima modifica: 23 Novembre 2020 ore 10:56

Occhi stanchi e coronavirus

Blefarite e sindrome dell'occhio secco sono in agguato se stiamo troppo al computer
Occhi stanchi e coronavirus
Foto di Fizkes
Malessere generale, spossatezza. Gli occhi stanchi sono un incubo soprattutto per chi è costretto al lavoro in smart-working.
Durante il lockdown il coronavirus ci ha costretto a restare in casa, a leggere un buon libro e a lavorare col computer per molte ore al giorno: ciò ci ha portato ad avere molto spesso gli occhi arrossati e stanchi. Infatti la visione ravvicinata davanti al computer o nella lettura di un libro richiede all’occhio un continuo sforzo di accomodazione, ovvero di messa a fuoco, con il rischio di affaticare il muscolo ciliare. Inoltre si tende ad ammiccare (chiudere rapidamente e momentaneamente le palpebre) di meno: anziché chiudere gli occhi ogni otto, dodici secondi, lo facciamo due, tre volte al minuto.
L’ammiccamento è fondamentale per distribuire le lacrime in modo uniforme sulla superficie oculare, ma se restiamo a lungo con l’occhio aperto si può alterare la composizione del film lacrimale.
Il film lacrimale è costituito da 3 componenti principali. Il primo è lo strato mucoso interno, ricco di mucine (proteine appiccicose) che aiutano a spargere le lacrime e a stabilizzare il film lacrimale. Il secondo è lo strato acquoso, prodotto dalle ghiandole lacrimali, che è costituito da una soluzione acquosa in cui sono disciolte diversi tipi di mucine. In questo strato è dissolto anche l’ossigeno che rifornisce la cornea. Il terzo componente è lo strato lipidico esterno, composto da grassi secreti dalle ghiandole di Meibonio. La sua funzione più importante è prevenire l’evaporazione delle lacrime.

Blefarite e sindrome dell'occhio secco

Un’alterazione delle lacrime può favorire la blefarite, cioè l’infiammazione del bordo palpebrale e la sindrome dell’occhio secco.
Nella blefarite il bordo palpebrale tende a ispessirsi e infiammarsi, con arrossamento e gonfiore e possibile diradamento delle ciglia.
La sindrome dell’occhio secco si presenta invece con sintomi e segni clinici diversi. I più tipici sono sensazione di corpo estraneo, rossore, bruciore prolungato, fastidio alla luce, difficoltà a tenere gli occhi aperti, necessità di strizzare di frequente gli occhi.
Nei bambini e nei ragazzi la visione ravvicinata protratta a lungo e senza intervalli, soprattutto in ambienti chiusi e poco illuminati, può favorire lo sviluppo della miopia attraverso meccanismi complessi. Per questo si raccomanda di alternare lo studio al gioco all’aria aperta e all’attività fisica.

6 Consigli per i tuoi occhi stanchi

Alcuni semplici accorgimenti possono aiutare ad affaticare di meno gli occhi:
  1. Se si deve passare molto tempo in un ambiente chiuso e poco illuminato con gli occhi puntati sullo schermo di un computer o leggendo un libro, bisogna fare pause frequenti e all’aria aperta, andando in balcone o guardando fuori dalla finestra verso l’orizzonte.
  2. È importante anche sforzarsi di battere più frequentemente le palpebre.
  3. I bambini e i ragazzi devono alternare lo studio, l’utilizzo del tablet e dello smartphone con il gioco e l’attività sportiva possibilmente all’aria aperta.
  4. Se possibile è meglio privilegiare, soprattutto nei bambini, ma sempre senza esagerare, la tv e la consolle per videogiochi che richiedono per la visione una distanza di almeno un metro e mezzo.
  5. La blefarite non infettiva da stanchezza oculare si può contrastare con semplici impacchi di acqua calda, da effettuare per un paio di minuti sugli occhi. Il caldo disinfiamma e dilata i pori delle ghiandole che producono il sebo.
  6. In caso di occhio secco si deve ricorrere - su consiglio medico - all’uso di soluzioni umettanti a base di lacrime artificiali.