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12 Dicembre 2019
Ultima modifica: 21 Settembre 2021 ore 16:25

Il diamante nero

Il coraggio e l'entusisamo di Madou, ora raccontato in un libro a 4 mani scritto con la famiglia che l'ha accolta nel padovano.
Il diamante nero
Unica superstite della sua famiglia nei tragici eventi della Guerra dei Diamanti in Sierra Leone, ha trovato rifugio nella foresta, accolta da un gruppo di scimmie. Qui è sopravvissuta fin che è stata trovata e portata in salvo da un missionario.
Ci sono storie che sembrano fatte apposta per i romanzi: una fuga rocambolesca, la foresta misteriosa, gli animali, e poi la scoperta della civiltà. È la storia di Mowgli, giovane protagonista del Libro della Giungla di Kipling, e dell’intramontabile Tarzan.

La fuga nelle foresta e il ritrovamento

Ma questa è una storia è vera, drammaticamente vera, perché all’inizio non c’è nulla di romanticamente selvaggio, di innocenza e natura. All’inizio ci sono sangue e proiettili, e giovani soldati che hanno falcidiato tutta la sua famiglia. Si è salvata solo lei, forse fingendosi morta, illesa dai proiettili perché era piccola e non si reggeva in piedi.
Ha visto con i suoi occhi la strage, è scappata confusa, ha sofferto la fame e la sete. Era il 1995 e in Sierra Leone infuriava la Guerra dei diamanti.
Madou oggi ha (circa) 28 anni e la sua storia, intrecciata alla storia del suo paese, della violenza, ma anche delle tante persone che nel mondo operano il bene, è scritta in un libro: Il diamante Nero, Sempre Editore. L’ha scritta insieme ad Anna e Paolo, due missionari della Comunità Papa Giovanni XXIII con i quali oggi vive in casa famiglia nel padovano.

Una nuova famiglia

«Madou è con noi dal giugno 2005 – racconta Anna mentre Paolo è volato qualche giorno in Cile. – Avrebbe dovuto fermarsi solo 6 mesi per avere un intervento maxilofacciale che le permettesse di chiudere la bocca».
L'intervento però è stato più volte spostato perché Madou non era fisicamente pronta.  «Sono trascorsi così più di tre anni, tempo nel quale Madou ha frequentato la scuola imparando a scrivere. Così ci ha comunicato la tragedia vissuta e l'incertezza del suo futuro. Per noi era una situazione concreta a cui “dare una famiglia a chi non ce l'ha”, come ripeteva spesso don Oreste». La sua presenza in casa -famiglia era già ben integrata, «non ci sono stati quindi problemi da parte nostra e dei figli, nel sceglierla definitivamente come figlia, cominciando a pensare anche al suo futuro in Italia».

Il desiderio di aiutare chi ha bisogno

Sono passati 14 anni e Madou è cresciuta, sia fisicamente che nella personalità, attingendo a piene mani dai valori testimoniati da chi l’ha accolta. Quest’estate, ad esempio «ha vissuto 2 mesi di esperienza di fraternità e condivisione nella casa famiglia in Olanda, visitando anche le nostre realtà comunitarie in Belgio, Germania e Portogallo. Un tour europeo che non è a portata di tutti, e questo grazie all'accoglienza dei fratelli e sorelle che vivono la vocazione in quei Paesi. Il tutto economicamente a suo carico».
«Io ho trovato una mamma, un papà, dei fratelli e sorelle – ci scrive invece Madou, veloce con il suo tablet –  una casa molto accogliente, degli amici e dei lavori da svolgere».

Progetti di solidarietà

Progetti per il futuro? «Non li ho ben chiari, ma l'esperienza in Olanda, che mi è piaciuta molto, mi fa pensare che la missione possa far parte del mio futuro».
E il libro? Da dove viene l’idea? «Da quando papà Paolo ha conosciuto la mia storia mi ha sempre detto che dovevo scrivere un libro, per raccontare a tutti che non bisogna mai arrendersi davanti ad una disgrazia e per spiegare che finché c'è vita c'è speranza!»
Il ricavato del libro è destinato ad un progetto di solidarietà in favore di orfani e disabili che vivono in Sierra Leone. «È la mia terra – conclude Madou – e coltivo sempre nel cuore il desiderio di andare a vivere là e poter essere di aiuto».

Come acquistare il libro Il diamante nero

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