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20 Ottobre 2023
Ultima modifica: 21 Ottobre 2023 ore 19:00

Sobrietà: una via verso la felicità

Un libro che insegna come buttare il superfluo per liberare la casa, la mente e buttarsi nella vita.
Sobrietà: una via verso la felicità
In una società che promuove l'eccesso e l'accumulo, vivere in modo sobrio diventa una sfida coraggiosa, un percorso che può condurre al vero benessere e alla felicità. Se ne parla in un libro.
La sobrietà è un valore che si manifesta attraverso atteggiamenti e scelte che portano a vivere in modo più consapevole, evitando eccessi e cercando di perseguire uno stile di vita sano e sostenibile, dove c’è equilibrio tra corpo, mente e Spirito.
Cos’è la sobrietà? Sobrio è il contrario di “ebrius” che vuol dire ebbro, inebriato, agitato, sregolato, fuori controllo, smisurato. È possibile definire la società attuale come ebbra di consumi, di piaceri, dell’abbondanza. I sociologi la definiscono anche affluente, edonista, opulenta, spesso caratterizzata da un’insaziabile domanda di beni all’interno di una economia sempre più accelerata che genera continuamente nuovi bisogni. Sobrio invece è chi vive in modo equilibrato, misurato, attuando uno stile di vita sostenibile, capace di promuovere rapporti positivi tra le persone e favorendo le pari opportunità di sviluppo. Scegliere di essere sobri significa essere consapevoli, presenti nel presente, costruendo relazioni più autentiche e significative con gli altri, maggiormente liberi d’esprimere se stessi senza il peso delle “dipendenze”.

La sobrietà come valore cristiano

Nel contesto cristiano e nella vocazione della Comunità Papa Giovanni XXIII, la sobrietà assume un significato profondo, è un valore essenziale per seguire l'esempio di Gesù e vivere in conformità con i principi cristiani. Essa abbraccia diversi aspetti e richiede un cammino fatto di scelte, come la sobrietà nell’uso delle risorse che porta ad essere buoni amministratori dei doni di Dio, incluso il denaro, il tempo e le risorse materiali, evitando lo spreco e l’accumulo. La sobrietà come valore cristiano rappresenta un modo di vivere basato sulla responsabilità, sull'equilibrio e sulla consapevolezza del nostro rapporto con Dio e con il prossimo. È l'amore verso Dio e verso il prossimo che porta ad adottare uno stile di vita sobrio, essenziale, aperto ai bisogni dell'altro e capace di mettere in comunione. La sobrietà aiuta a vivere in modo fedele i principi del Vangelo, guidati dall'amore, dalla compassione, dalla condivisione e dalla ricerca della giustizia.

Un libro che propone di fare spazio per essere felici

Nell'era frenetica in cui viviamo, spesso ci troviamo travolti da una moltitudine di cose che riempiono la nostra vita senza apportare vera gioia e soddisfazione. C’è un testo che esorta, attraverso un linguaggio moderno e pratico, a fare spazio, a liberarsi dal superfluo, concentrandosi su ciò che conta veramente. Mariagrazia Balducchi, scrittrice, giovane donna, moglie e madre di due figli, pur non usando direttamente il termine sobrietà, ci invita a “fare spazio” per raggiungere la felicità attraverso una sfida che abbraccia sia la dimensione materiale che spirituale della nostra esistenza. Nel suo libro “Fai spazio alla felicità”, nato durante le notti bergamasche del lockdown, notti fatte di sirene e di silenzio assordante, Mariagrazia parla di produttività sostenibile e di equilibrio, con un evidente riferimento alla pratica della sobrietà, ci invita a fare una selezione attenta e consapevole delle possessioni, eliminando ciò che è inutile e facendo spazio per ciò che nutre lo Spirito. Da qui il concetto di fare spazio alla felicità: alle cose che sono veramente importanti, alla relazione e alla spiritualità.

Libro Fai spazio alla felicita
L'autrice incoraggia a prendersi cura di se stessi attraverso un processo di consapevolezza ed esercizi presi dalla letteratura dell’organizing che in maniera molto pratica mettono di fronte alle piccole difficoltà di ogni giorno, vissute come logoranti e insostenibili e che distolgono dal senso profondo della felicità. Il tutto, rivolgendosi in particolare ad un pubblico femminile, proprio per la vicinanza che ha l’autrice con certi temi: la difficoltà di mettere in equilibrio lavoro, famiglia, ambizione e attività nella comunità attraverso il volontariato.
In un mondo dove la performance è tutto, “Fai spazio alla felicità” invita a ritrovare spazio di qualità nella sfera relazionale e spirituale. Il vero scopo di Mariagrazia Balducchi è stimolare per capire il senso ultimo del vivere una vita autentica, piena, allontanando ciò che è superficiale e che ingombra i pensieri in modo indegno.

Approfondiamo con l’autrice alcuni punti chiave del libro che, partendo da un discorso legato all’organizzazione degli spazi domestici, si allarga e diventa un’ispirazione anche per altri contesti e scelte di vita.

Come “fare spazio” è una sfida che abbraccia la dimensione spirituale?

«Il concetto del "fare spazio" non riguarda solo l'aspetto materiale e fisico, ma può estendersi anche alla sfera spirituale. L’obiettivo di liberarsi dagli oggetti e dalle convinzioni che non servono, porta a "fare spazio", sgomberando la mente da sovraccarichi e distrazioni. Il desiderio di possedere molto e di accumulare eccessivamente può creare un ambiente caotico e un senso di insoddisfazione personale. Quando siamo circondati da troppi oggetti ed informazioni, l’attenzione si disperde e diventa difficile concentrarsi sulle cose che veramente contano. La sfida del "fare spazio" implica il riconoscimento che possedere troppo può significare, in realtà, non possedere nulla di significativo. Vivere sobriamente ci permette di focalizzare l’attenzione su ciò che è veramente importante nella vita. Questo processo richiede uno spazio interiore libero da sovraffollamenti e distrazioni, in cui diventa possibile esplorare e coltivare la spiritualità, i valori e la relazione con Dio e con il mondo.»

Quali strategie suggerisci per fare spazio ad una dimensione spirituale?

«Si possono adottare diverse strategie per fare spazio alla spiritualità e liberarsi dal legame eccessivo con gli oggetti. Una di queste è la pratica del distacco materiale: essere disposti a lasciar andare gli oggetti che non sono necessari al fine di creare spazio sia fisico che mentale anche per la sfera spirituale. Inoltre, ciò promuove una maggiore generosità e compassione verso gli altri, dando priorità ai legami umani e alla condivisione delle risorse. Un’altra strategia consiste nella minimizzazione degli acquisti: riconsiderare le abitudini di consumo e ridurre gli acquisti impulsivi. Infine, è importante coltivare la gratitudine: essere grati per ciò che si ha già nella vita, concentrandosi sugli aspetti positivi e apprezzando i doni ricevuti. Questa consapevolezza aiuta a ridurre il desiderio di possedere sempre di più, a riconoscere la “ricchezza” che già si detiene, a raggiungere una profonda connessione con se stessi e con il mondo, ricercando il significato autentico dell’esistenza».