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29 Ottobre 2019

Vangelo di domenica 10 novembre: Luca 20, 27-38

Il centro propulsore della nostra esistenza, della nostra gioia, del nostro canto di vita, del nostro impegno di liberazione nel mondo è Dio, il vivente, lui che è vivo in mezzo a noi!
Vangelo di domenica 10 novembre: Luca 20, 27-38
Vangelo della domenica: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dal Vangelo di Luca (Lc 20, 27-38)   

Commento al Vangelo di domenica 10 novembre 2019

Siamo nel Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, non nel dio dei morti ma nel Dio dei vivi! Tutta la nostra vita è inserita in lui! Il centro propulsore della nostra esistenza, della nostra gioia, del nostro canto di vita, del nostro impegno di liberazione nel mondo è veramente Dio, il vivente, lui che è vivo in mezzo a noi!
Il legame che ci unisce a Cristo, alla sua vita, ai suoi misteri, che ci fa partecipare alla sua persona, lo capiamo gradualmente, non tutti in maniera uguale, a seconda della disponibilità e della purezza del cuore, a seconda della disponibilità a lasciar emergere lui dentro di noi. Nella misura in cui saremo occupati da noi stessi, resterà quasi un mistero più o meno impenetrabile.
Pregate dicendo: «Signore, regna e vivi dentro di me. Vieni Signore Gesù!».
 
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