Topic:
28 Novembre 2019

Vangelo di domenica 15 dicembre (Matteo 11, 2-11)

Con il battesimo abbiamo ricevuto un cuore nuovo, ma camminiamo nella novità di vita che è la vita di Dio di cui siamo partecipi?
Vangelo di domenica 15 dicembre (Matteo 11, 2-11)
Vangelo della domenica: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Dal Vangelo di Matteo (Mt 11, 2-11)

Commento al Vangelo di domenica 15 dicembre 2019

Il Signore dice: «Chi siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Uno che frigna tutti i momenti? Uno che ha sempre la catastrofe nel cuore?». Altro che canna sbattuta dal vento! Giovanni sapeva bene chi aveva dentro il cuore che lo teneva su, lo rinvigoriva e gli dava forza e coraggio nella sua solitudine piena di Dio nel deserto, con la pelle di cammello, le locuste e il miele selvatico per cibo. Giovanni è il profeta più grande che sia esistito; più grande anche di Mosè, perché egli ha operato strettamente vicino e unito a Gesù, che non solo ha iniziato il regno definitivo di Dio, ma egli stesso è il regno di Dio, venuto in mezzo a noi. Poiché Giovanni operò prima dell’inizio del regno di Dio inaugurato da Gesù, il più piccolo nel regno di Dio è più grande di Giovanni Battista, poiché essendo dentro il Regno ha la luce della parola definitiva di Dio, ha la partecipazione alla vita divina, i doni dello Spirito Santo, e potrà fare opere più grandi di quelle che Giovanni ha potuto fare. Con il battesimo abbiamo ricevuto un cuore nuovo, ma camminiamo nella novità di vita che è la vita di Dio di cui siamo partecipi?
 
Leggi le letture e le meditazioni di ogni giorno su Pane Quotidiano