Vangelo della domenica: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Dal Vangelo di Luca (Lc 21, 5-19)
Commento al Vangelo di domenica 17 novembre 2019
Il Vangelo è Gesù che chiede di vivere in noi. Vivendo in lui la persecuzione non può mancare da parte di quelli che tengono incatenata la verità nell’ingiustizia, la quale però si trasforma in annuncio e testimonianza; non dobbiamo temere. L’importante è immergerci in Gesù.
Siamo feriti ma non schiacciati (cfr. 2 Cor 4,8) perché chi ci può separare dall’amore di Cristo (cfr. Rom 8,35), dalla pienezza? Nessuno! Tormentati sì, ma mai disperati, perché la nostra pienezza è Dio!
Nessuna cosa ci può separare da lui; solo quando la persona diventa posseduta dall’orgoglio, allora si sostituisce a Dio e non c’è niente da fare: l’orgoglio acceca!
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