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22 Gennaio 2023
Ultima modifica: 23 Gennaio 2023 ore 10:58

Vangelo di domenica 22 gennaio: «Venite dietro a me»

In Cristo Gesù possiamo diventare un corpo solo e un'anima sola. Il nostro unico problema è stare uniti al Signore e farci compenetrare dal suo amore, dalla sua luce!
Vangelo di domenica 22 gennaio: «Venite dietro a me»
Vangelo della III domenica del Tempo Ordinario - Anno A: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. 

Dal Vangelo di Matteo (Mt 4, 12-23)

Commento al Vangelo del 22 gennaio 2023
(III Domenica del Tempo Ordinario- Anno A)   

Gesù lascia Nazaret, il paese dove è vissuto da piccolo, e va ad abitare a Cafarnao che è sulla riva destra del mare di Galilea, nel territorio di Zabulon e di Neftali. La profezia del profeta Isaia, 700 anni prima, che annunciava: «Gli uomini che dormivano nella schiavitù, dominati e schiacciati nelle tenebre, hanno visto una grande luce» è diventa piena. Gli uomini non si uniranno più in un confine nazionale e le singole nazioni diventeranno l’ambito dove si manifesteranno le ricchezze delle culture e della vita. Non saranno più uniti dalla razza e dal sangue, ma dalla luce di Cristo. E questo avviene anche oggi.
Come diventa superabile ogni forma di grettezza della nostra esistenza, per cui non siamo più noi il centro della vita, ma è celebrazione di questa grande festa con tutti i popoli! 
Dio è amore e in Cristo Gesù, per mezzo dello Spirito, riversa l’amore di Dio nei nostri cuori e fa di noi uno solo. Possiamo diventare un corpo solo e un’anima sola. Ma da chi viene questo? Dalla luce di Cristo, dall’amore di Cristo. Il nostro unico problema è stare uniti al Signore e farci compenetrare dalla sua luce, di farci possedere dal suo amore!

 
Il commento di Don Oreste Benzi al Vangelo della domenica e alle Letture è tratto dal messalino Pane Quotidiano, abbònati qui