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31 Marzo 2024
Ultima modifica: 31 Marzo 2024 ore 09:38

Vangelo di domenica 31 marzo: «Risorto dai morti»

I cristiani sono uniti al risorto per una nuova vita. Quando noi diciamo sì a Cristo e instauriamo questo rapporto vitale con lui, la nostra vita cambia completamente.
Vangelo di domenica 31 marzo: «Risorto dai morti»
Foto di Vladischern - generata con IA
Vangelo della domenica di Pasqua - Anno B: meditiamolo insieme grazie al commento di don Oreste Benzi
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 20, 1-9)

Commento al Vangelo del 31 marzo 2024 (Domenica di Pasqua - Anno B)  

Oggi Cristo vive nella condizione di risorto. I cristiani sono uniti al risorto per una nuova vita.
Quando noi diciamo sì a Cristo e instauriamo questo rapporto vitale con lui, la nostra vita cambia completamente. Anzitutto smettiamo di essere dipendenti dalle situazioni, ma in esse andiamo a vivere qualcosa di profondo che ci proviene dal rapporto intimo con Cristo. Smettiamo di essere dipendenti dalla nostra persona dominata dagli impulsi più ciechi ed istintivi. Ci liberiamo dal giudizio degli uomini; liberando la verità incatenata dall'ingiustizia, si ha il coraggio di fare la verità dentro di noi e con il prossimo. Ci liberiamo dal dominio delle cose: quando uno possiede un qualcosa in realtà è posseduto da quel qualcosa. Uniti a Cristo, veniamo liberati dalla tirannia che le cose esercitano su di noi. Si diventa protagonisti della vita. 
Il cristiano esiste per manifestare una vita redenta, da risorto!
 
Il commento di don Oreste Benzi al Vangelo della domenica e alle Letture è tratto dal messalino Pane Quotidiano, abbònati qui
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