Topic:
8 Marzo 2024
Ultima modifica: 8 Marzo 2024 ore 08:02

8 marzo: la forza di un sogno

Oggi è la festa della donna. Non dimentichiamo quelle che ancora oggi lottano per uscire dalla schiavitù e dalla violenza.
8 marzo: la forza di un sogno
Foto di Kishore Newton - generato con IA
Quando devi vendere il tuo corpo, quando la tua famiglia è lontana e hai paura di ripercussioni sui tuoi cari è difficile riuscire a sognare un futuro diverso. Ma alcune riescono a uscire dall'inferno della tratta. Ecco alcune storie
«Qual è il tuo sogno?» È questa la domanda che ho rivolto ad una delle prime donne costrette a prostituirsi che ho incontrato in strada, 13 anni fa. Ricordo ancora il suo volto, i suoi occhi marroni un po’ a mandorla e il suo sguardo di pietra. Silenzio. «Non ricordo più qual è il mio sogno», fu la risposta. Dritta al cuore, come una lama. Proprio a me, allora ventenne, che in quel momento di sogni nel cassetto ne avevo un sacco; mi chiedevo come fosse possibile non sognare. Poi ho capito che spesso accade quando devi vendere il tuo corpo, quando la tua famiglia è lontana e hai paura di ripercussioni sui tuoi cari, quando hai attraversato il deserto e sei stata sottoposta alle violenze più atroci, quando i clienti ti trattano come un oggetto, quando il vuoto dentro è così grande che forse non puoi fidarti nemmeno di te stessa. 

Ho provato tanta rabbia e un grande senso di ingiustizia. Perché io avevo il diritto di studiare, di frequentare l’università, di decidere se saltare lezione perché la sera prima ero andata a ballare con i miei amici e loro, quelle stesse sere, erano obbligate a stare al freddo, su un marciapiede, ad “accontentare” uomini mossi dall’idea di esercitare il loro potere senza scrupoli e dare i soldi ai loro aguzzini? È stata questa la lanterna che ha orientato il mio sguardo negli anni successivi, con ognuna delle donne che ho incontrato. 
C’è stato chi ha tentennato a rispondere, chi lo ha fatto in modo più deciso, chi non aveva dubbi ma solo idee chiare, nonostante tutto, chi forse è ancora adesso alla ricerca del suo sogno.
E poi Precious che voleva diventare infermiera e ora lavora in una casa di riposo; Mariana che si è sposata e ha aperto un negozio di alimentari; Bridget che è tornata al suo Paese e ha aperto un laboratorio di sartoria, perché le piaceva cucire; Grace che ha dato alla luce il suo bambino da sola e ora lavora in una mensa; Alexandra che ha denunciato chi le ha fatto del male; Gift che ha frequentato la scuola serale e ora sta prendendo le patente per diventare autonoma.

Ognuna di loro, proprio nel momento in cui si è sentita capace di continuare a crederci, anche in mezzo alla fatica, al dolore, alla sofferenza, è riuscita ad avere un briciolo di speranza per andare avanti ed avere la forza di cambiare le cose, sapendo di essere la protagonista della propria storia. Io non ho fatto nulla, se non continuare a chiedere a loro e a chiedermi a che punto fossimo nella strada verso i sogni, osservando con attenzione quanta tenacia si possa avere nel perseguire ciò che si sente e a ricordarmi, costantemente, che, come dice una vecchia e famosa canzone: “sono sempre i sogni a dare forma al mondo”.
Che l’8 marzo sia proprio questo, il non smettere mai di seguire il proprio sogno.