Von der Leyen lancia un piano di investimenti green per far diventare l'Europa la patria dell'industria verde, della tecnologia pulita e dell'innovazione industriale. Aiuti mirati europei.
Manager e banchieri si sono ritrovati a Davos, in Svizzera, dal 16 al 20 gennaio 2023, per l’annuale
World Economic Forum mentre le Alpi vivevano un inverno dalle temperature record. Ciò ha, perlomeno sulla carta, convinto le organizzazioni presenti ad accelerare i propri impegni per raggiungere gli obiettivi climatici di riduzione delle emissioni.
I riflettori non potevano che essere accesi sulla
crisi climatica ma, come spesso accade a questo tipo di meeting, gli impegni presi non sono all’altezza delle aspettative. Non che fossero altissime, conoscendo il genere di incontro che va in scena ogni anno a Davos.
Sulla necessità di cambiamento tutti d’accordo ma sul ritmo no
Chiunque abbia preso parola al Forum ha insistito che si sta facendo il massimo per frenare le emissioni di CO2: il numero di soggetti impegnati a raggiungere la
carbon neutral entro la metà del secolo è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, con un aumento del 60 per cento, secondo i dati delle Nazioni Unite.
Eppure
il mondo rimane sulla buona strada per mancare i suoi obiettivi climatici. Banchieri e dirigenti hanno affermato di essere alla ricerca di modi per accelerare la transizione verso un futuro più verde, ma basterebbe mettere in pratica ciò che Greta Thunberg (che si è recata in Svizzera per criticare la convention) e migliaia, se non milioni di ambientalisti, chiedono all’unisono da diverso tempo per raggiungere lo scopo:
stoppare l’estrazione di combustibili fossili e accelerare l’implementazione di rinnovabili.
Tutti si dicono d’accordo sulla necessità di cambiamento, ma non sul ritmo. I banchieri hanno ammesso che la crisi energetica in Ucraina ha dimostrato la necessità di finanziare una transizione verso l'energia rinnovabile, ma allo stesso tempo spiegano che ciò richiede tempo.
Eppure, i richiami degli scienziati non sono iniziati ieri. E un conto sono le parole, un altro sono i fatti: l’esempio - in negativo - più recente arriva dal più grande
gruppo bancario inglese, HSBC, che da una parte ha affermato di procedere verso la carbon neutrality salvo poi sostenere economicamente il carbone della Germania.
Von der Leyen annuncia un piano di investimenti green
Ci vorrebbero leggi, accordi vincolanti, impegni concreti. E invece niente. L’unica eccezione è l’annuncio fornito dalla presidente della
Commissione Europea Ursula von der Leyen che ha lanciato il
Green deal industrial plan: il piano, ha spiegato von der Leyen, supporterà gli investimenti di quelle industrie che operano e adottano tecnologie a ridotto impatto ambientale, con l’obiettivo di sostenere la competitività all’interno dei mercati globali e di rendere l’Europa la patria dell’industria verde, della tecnologia pulita e dell’innovazione industriale.
Si partirà con la scrittura e la presentazione da parte dell’esecutivo europeo del
Net zero industry act, una legge per stimolare la nascita e la crescita dell’industria verde. A questa seguirà il
Critical raw materials act per cercare di ridurre la dipendenza di materie prima dell’Europa dall’estero.
La presidente della Commissione europea ha parlato di mirati aiuti di Stato e, nel medio termine, di un Fondo europeo sovrano. La speranza è sempre una: accelerare l’adozione di tecnologie pulite atte a contenere gli effetti dei cambiamenti climatici e a favorire il raggiungimento della neutralità climatica al 2050.