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7 Marzo 2023
Ultima modifica: 7 Marzo 2023 ore 09:39

Auto elettriche aumentano in Europa, ma non in Italia

Dai dati dell'Associazione dei costruttori europei (Acea) nel 2022 le immatricolazioni delle auto elettriche sono cresciute. Rinviato regolamento europeo che fissa al 2035 l'immissione sul mercato di auto a emissioni zero.
Auto elettriche aumentano in Europa, ma non in Italia
Il mercato delle auto elettriche continua a crescere in Europa, ma frena in alcuni Paesi, tra cui l'Italia, che rappresenta il fanalino di coda per il mercato europeo: nel 2022 le immatricolazioni di auto elettriche sono scese del -27,1%.
Il mercato delle auto elettriche sta crescendo costantemente e rappresenta ora il 12,1% delle vendite di auto nuove nell'Unione Europea, come riportato dall'Associazione dei costruttori europei (Acea) per il 2022. Questo dato rappresenta un incremento rispetto al 9,1% del 2021 e all'1,9% del 2019.
Nonostante i progressi fatti, la strada verso la transizione completa all'auto elettrica è ancora lunga. Entro 12 anni, infatti, le auto elettriche dovranno essere le uniche auto nuove autorizzate alla vendita in Europa. Infatti, il Parlamento europeo ha da poco approvato una legge che vieta la vendita di auto alimentate a diesel e benzina a partire dal 2035. Ma ora alcuni paesi si sono opposti a tale obbligo.

Auto elettriche: Norvegia primo paese d’Europa, Italia all’ultimo posto

Il mercato delle auto elettriche continua a crescere e affermarsi in Europa, ma alcuni paesi si distinguono per le loro scelte e le loro performance.
In testa alla classifica c'è la Norvegia, dove ben quattro auto elettriche su cinque vendute sono a zero emissioni. Il paese scandinavo è inoltre impegnato a eliminare i motori a combustione per le nuove immatricolazioni entro il 2025, dieci anni prima del limite stabilito dall'UE.
Al contrario, l'Italia rappresenta il fanalino di coda per il mercato europeo: nel 2022 le immatricolazioni di auto elettriche in Italia sono scese del -27,1%, mentre tutti gli altri grandi Paesi europei hanno registrato una robusta crescita.
È il caso della Germania (+32,3%), del Regno Unito (+40,1%), di Francia (+25,3%) e Spagna (+30,6%).
 
Nonostante ciò, il mercato delle auto ibride non ricaricabili, a diesel o benzina, continua a crescere (+8,6%) e rappresenta il 22,6% delle vendite totali, con oltre 2 milioni di veicoli venduti.
Le auto ibride plug-in, dotate di un motore termico e di un motore elettrico ricaricabile, hanno invece registrato una diminuzione nel 2022, con 874.182 veicoli venduti (+1,2%). Nel complesso, le auto elettrificate, compresi i veicoli ibridi, hanno superato le vendite di auto a benzina alla fine del 2021, rappresentando il 36,4% delle vendite totali del 2022 (-12,8%, con quasi 3,3 milioni di veicoli venduti).

Quando l’auto elettrica costerà come quella a benzina?

La domanda fondamentale ora diventa: quando avverrà l’equiparazione dei costi? Non è facile da prevedere. Tuttavia, secondo Jack Ewig del New York Times, il prezzo delle auto elettriche negli Stati Uniti è già diminuito del 17% in soli sei mesi, anche grazie ai sussidi previsti dall'Inflaction reduction act, che mira ad accelerare la transizione ecologica. Inoltre, i costi del litio (20% meno rispetto al picco di novembre 2022) e del cobalto (oltre il 50% meno rispetto a maggio 2022), due metalli utilizzati nelle batterie, sono diminuiti in generale.
 
Pertanto, non è da escludere che, in assenza di nuove crisi economiche globali come quella che ha caratterizzato la catena del valore nel periodo post-pandemico, il prezzo delle auto elettriche potrebbe scendere a livelli paragonabili a quelli dei modelli a benzina attuali entro i prossimi 3-5 anni.

L’obiettivo è la neutralità climatica al 2050

In conclusione, e tornando al caso italiano, di certo non aiutano le parole dell’attuale ministro delle infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, secondo il quale l’integralismo dell’auto elettrica dal 2035 significherebbe un suicidio economico per il settore. Di altro tenore, ma pur sempre con un tono di preoccupazione, è stato l’intervento al Tg1 dell’ex-presidente del consiglio Romano Prodi che invita a riflettere se il mercato dell’auto elettrica faccia del bene o no all’Italia, dove non si producono né batterie né componenti, la cui produzione è invece concentrata in Cina.

Ben più determinanti sono le decisioni pratiche adottate dell’attuale governo: Italia, Polonia e Bulgaria, e pure la Germania, che aveva chiesto un'adeguata contropartita sugli e-fuels, hanno composto la minoranza di blocco necessaria per bocciare il regolamento. Così adesso, lo stop al motore termico sfuma.
 
Eppure, la priorità rimangono gli obiettivi climatici al 2050 e il comparto dell’auto rappresenta rappresenta il 15 per cento delle emissioni di CO2 del continente europeo.
L’industria ha 12 anni davanti per cambiare. Insomma, si può fare. Che poi l’auto non sia l’unico problema siamo tutti d’accordo: e infatti la Commissione europea ha previsto un iter simile a quello che porterà all’auto elettrica anche per autobus e camion. Poi sarà la volta di navi e aerei.