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24 Marzo 2024

​Beata Maria Karlowska

Il 24 marzo si ricorda la santa polacca che soccorreva le prostitute
​Beata Maria Karlowska
«L'unione con Dio e con la Chiesa è la mia forza, sicurezza, speranza e tutta la mia gloria»
Nacque nel 1865 in Polonia a Karlowo, in una famiglia religiosissima e numerosa (era l’undicesima figlia!). Nel 1882 rimase orfana di entrambi i genitori. A 17 anni fece voto di castità e iniziò a girare di casa in casa per servire i malati e soccorrere i poveri. Oltre alle tante malattie da curare si imbatté anche nel degrado morale e nelle ingarbugliate vicende familiari dei suoi assistiti. Nel novembre del 1892 incontrò per la prima volta una prostituta e da quel momento spese le sue energie ad aiutare quelle povere ragazze ad uscire dal giro e a tagliare i ponti con la criminalità. Nel 1884 apre una casa per soccorrere queste ragazze, a cui dà il nome di Casa del Buon Pastore. A lei si erano aggiunte delle aiutanti e così diede vita ad una congregazione religiosa scegliendo il Buon Pastore come patrono. Morì nel 1935 a Pniewite ed è stata sepolta nella casa generalizia a Pomorskie. È stata beatificata da Giovanni Paolo II il 6 giugno del 1997. La sua festa si celebra il 24 marzo.
 
Le autorità civili avevano guardato prima con diffidenza e poi avevano ostacolato la missione di Maria, che andava ad incontrare ad una ad una le “donne di strada”. La disapprovazione generale, che riteneva le prostitute una piaga e una vergogna per la società polacca, costringeva Maria ad incontrarle nei cortili, negli androni e perfino al cimitero. In esse vedeva figlie amate infinitamente e teneramente da Dio, e perciò faceva di tutto per il loro riscatto.
Maria sapeva quanto ognuna di loro era stata svilita nella propria dignità e per questo le colmava di tenero affetto, sopportando pazientemente le esplosioni dei loro temperamenti, placando l’impulsività e l’impetuosità con la dolcezza. Infrangeva il loro pregiudizio nei confronti del lavoro fisico e scopriva le capacità nascoste di ogni ragazza, destava i loro interessi e dava loro un’occupazione appropriata alle loro naturali predisposizioni. In questo modo Maria riuscì a sottrarre alla strada oltre cinquemila donne, rieducandole alla vita e all’amicizia con Dio. Da loro seppe far emergere la bontà, la bellezza, l’amore gratuito. Molte si sposavano e diventavano mogli e madri esemplari, alcune restavano ad aiutare Madre Maria. Infatti lo Stato non le elargiva nessun aiuto e bisognava lavorare molto per mantenere le tante figlie tolte dalla strada.
Maria era dotata di un’anima contemplativa, un’anima amante del silenzio e della preghiera, la quale doveva essere sempre sincera, ardente, incessante, insistente e con lo scopo principale della salvezza delle anime. Ai giorni nostri molte giovani donne e bambine sono costrette a prostituirsi in stato di schiavitù. L’esempio di Maria ci esorta a metterci in ascolto della loro sofferenza che sale come un grido disperato e ci invita a scuotere le nostre coscienze che si stanno abituando a questa ingiustizia.
Come diceva don Oreste Benzi: «Tutte le volte che il grido delle schiave arriva al tuo cuore, è Gesù che ti dà appuntamento per incontrarlo in loro e per liberarle assieme, tu e lui».