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2 Febbraio 2024

Beato Benedict Samuel Tshimangadzo Daswa

Il 2 febbraio si ricorda un martire nel Sudafrica del secolo scorso, ancora dominato dalla stregoneria
Beato Benedict Samuel Tshimangadzo Daswa
Beato Benedict Samuel diceva: «La mia fede cristiana mi impedisce di partecipare a una caccia alle streghe»
Nasce il 16 giugno 1946 nel villaggio rurale di Mbahe (Sudafrica) in seno al clan Lemba, in una famiglia non cristiana. Nell’adolescenza si unisce al gruppo dei catecumeni sotto la guida di Benedetto Risimati, catechista carismatico e a 16 anni chiede il battesimo e sceglie il nome di Benedict, in onore di chi ha accompagnato il suo cammino di fede. Diplomatosi come maestro inizia a insegnare nella scuola di Nweli di cui diviene poi direttore. Ama coltivare la terra e rifornisce di frutta e verdura la gente del villaggio e dà gratuitamente i prodotti del campo a coloro che sono troppo poveri per pagarli. Nel 1980 si sposa con Shadi Eveline Monyai, dalla quale ha 8 figli. Orgoglioso della sua fede, si fa catechista ed animatore della comunità. Il 2 febbraio 1990 viene ucciso per essere andato contro alla stregoneria e alle forme di divinazioni su cui si regge la tradizionale sociale e religiosa africana. Proclamato beato domenica 13 settembre 2015, lo si ricorda il giorno della sua morte.

Si oppose alla stregoneria in Sudafrica

Il 2 febbraio 1990, a Città del Capo, il presidente de Klerk annunciava la liberazione di Nelson Mandela e dava inizio al nuovo corso del Sudafrica. Nello stesso giorno, nei pressi di Thohoyandou, in Limpopo, Benedict Daswa, la cui fede in Cristo lo aveva liberato dalla paura della stregoneria, degli spiriti maligni e delle forze oscure, si consegnò ai suoi assassini affidando la propria anima al Signore. Giorni prima un nubifragio si era abbattuto sul villaggio dove Benedict abitava con la famiglia, e alcune capanne, colpite da fulmini, andarono in fiamme. La gente era spaventata. Il consiglio degli anziani decise di chiedere un contributo agli abitanti per pagare lo stregone incaricato di identificare il responsabile di tali straordinari fenomeni. Benedict spiegò che i lampi sono fenomeni naturali e che la sua fede cattolica gli impediva di offrire il suo contributo per pagare uno stregone, suscitando così l’ira di molti abitanti.
Dopo un’imboscata venne bastonato senza pietà, ustionato con acqua bollente e finito a colpi di pietra. I testimoni raccontano di averlo sentito pregare ad alta voce prima di spirare, mentre i suoi assassini lo schernivano con le stesse parole già udite sul Golgota: «Vediamo se il suo Dio viene ora ad aiutarlo!». Ai suoi funerali i sacerdoti indossarono paramenti rossi, perché nessuno ebbe mai dubbi sul suo martirio.
Impuniti e perdonati, i suoi assassini ancora oggi si presentano per ottenere aiuti e li ottengono dai figli di Benedetto, «perché – dicono - così avrebbe fatto nostro padre».
Benedict è un uomo che ha avuto il coraggio delle proprie convinzioni ed è andato incontro a una morte atroce perché si è rifiutato di adeguarsi alla mentalità corrente della società dove il “fan tutti così” non si discute. Il suo comportamento provoca tutti noi cattolici europei che abbiamo quasi paura a farci un segno della croce in un luogo pubblico, che abbiamo timore di manifestare la nostra fede in una società sempre più relativista, che non crede più a niente se non al dio denaro…