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19 Febbraio 2025

San Corrado Confalonieri

Il 19 febbraio la Chiesa ricorda san Corrado Confalonieri, originario di Piacenza che fece numerosi miracoli in terra siciliana
San Corrado Confalonieri
«Vincere lo sconforto e aderire al Vangelo»
Corrado apparteneva alla nobile famiglia dei Confalonieri e nacque nel 1290 a Piacenza.
Fin dalla giovinezza venne addestrato agli usi ed ai costumi della cavalleria ed era solito andare a caccia nelle campagne prossime alla città. 
Un giorno su ordine di Corrado, i suoi servi appiccarono il fuoco al sottobosco per stanare una preda. Il fuoco divampò e ben presto investì l'intera zona e danneggiò diverse case. Corrado ed i servi tornarono a casa e non proferirono parola su ciò che era accaduto. Un pover’uomo, che si trovava in quelle zone a fare legna, fu accusato ingiustamente di aver appiccato il fuoco e fu condannato a morte. Corrado non poté resistere all’impulso della propria coscienza che gli imponeva di scagionare l’innocente e di accusarsi colpevole al suo posto. Non potendolo condannare a morte perché nobile, venne privato dei suoi beni, riducendolo alla massima povertà. Corrado e la moglie, spogliati delle ricchezze del mondo, decisero di servire Dio.
Il progresso spirituale di Corrado seguì varie tappe: dalla iniziale fase dello sconforto, dello scherno che subiva dalle genti, dall’umiliazione del trovarsi di colpo da uno stato agiato a uno di massima povertà e disagio, fino al progressivo vincere lo sconforto e progredire nella adesione più sincera al Vangelo di Cristo.
Scelse di vivere in povertà fra un gruppo di religiosi; venne accolto nell’Ordine francescano e grazie alla lettura del Vangelo e allo studio dei libri dei Padri della Chiesa avviato ad una vita contemplativa. 
Dopo un pellegrinaggio a Roma tra il 1331 e il 1335 si recò in Sicilia, a Noto, nelle cui vicinanze resterà fino alla morte

Il miracolo della pagnotta calda

Gran parte della sua attività in territorio siciliano la trascorse a servizio dei malati presso l'Ospedale di San Martino a Noto Antica ma poi, vista la crescente fama di santità ed il continuo numero di visitatori, decise di allontanarsi dalla città; passò gli anni restanti in eremitaggio insieme ad un altro monaco anacoreta oggi santo: Guglielmo Buccheri. Unì la preghiera e la contemplazione con il lavoro manuale e l’accoglienza di chi gli faceva visita per chiedergli consigli.
Numerosi sono i miracoli che gli si attribuiscono. Uno dei più importanti è quello che vide testimone il vescovo di Siracusa. Durante i suoi viaggi per la Diocesi, il prelato decise di fare visita a Corrado. Quando arrivò alla grotta dell’eremita, vide che viveva tra la nuda roccia, senza letto e senza nulla. Il vescovo si fermò nel giardino con i familiari ed i servitori per mangiare e Corrado andò nella grotta e subito tornò con delle pagnotte calde e fragranti. Di fronte alla meraviglia del prelato, Corrado disse di essere solo un misero peccatore e che solo Dio, per grazia, faceva queste cose. Il vescovo tornò a Siracusa edificato e raccontando quanto gli era capitato.
Corrado morì mentre era in preghiera, il 19 Febbraio 1351, e si narra che alla sua morte tutte le campane delle chiese di Noto suonarono per miracolo. Divenne santo nel 1625. 
L’essere stato spogliato dei beni in suo possesso l’ha portato via via ad un maggiore libertà da sé stesso, dal suo orgoglio, e si è lasciato abitare dalla pienezza dell’amore di Dio. 
Dalla liturgia viene ricordato nel giorno nella sua nascita al cielo, il 19 febbraio.