«I nostri figli senza la fede non saranno mai ricchi, con la fede non saranno mai poveri»
Giuseppe Tovini nacque in Valle Camonica, a Cividate Camuno (BS), il 14 marzo 1841. Si laureò in giurisprudenza all’università di Pavia nel 1865. Iniziò a lavorare nel 1867 a Brescia, presso lo studio dell’avvocato Giordano Corbolani, di cui sposò la figlia. Sindaco di Cividate per 3 anni dal 1871, continuò il suo impegno politico con l’elezione a consigliere provinciale nel 1879 e poi come consigliere comunale di Brescia nel 1882. Fondò un asilo e un collegio, l’Opera per la Conservazione della Fede nelle Scuole d’Italia, e la rivista pedagogica e didattica “Scuola italiana moderna”, il primo periodico cattolico per maestri a diffusione nazionale, tuttora pubblicato.
Promosse i Circoli Universitari cattolici e collaborò alla fondazione della “Unione Leone XIII” di studenti bresciani, da cui nascerà la FUCI. Diede vita alla Banca di Valle Camonica nel 1872, di San Paolo di Brescia nel 1888, e al Banco Ambrosiano nel 1896. Nonostante le sue precarie condizioni di salute continuò ad essere organizzatore instancabile e ispiratore profetico. Il 16 gennaio 1897 morì all’età di 55 anni.
Il santo dell'azione
Dal mestiere di avvocato non intendeva ricavare più del necessario per mantenere la famiglia ad un livello di vita dignitoso ed accettava le cause degli squattrinati. Viveva in maniera concreta la povertà: niente abiti costosi e viaggiava in terza classe. Questo era il beato Giuseppe Tovini, terziario francescano, di cui la Chiesa, il 16 gennaio, celebra la memoria.
Sposato, padre di 10 figli, viveva la propria fede intensamente dedicandosi totalmente alle problematiche sociali. Definito “il santo dell’azione”, diede vita a molteplici iniziative ed organizzazioni: operò in politica, nella scuola, fondò banche, giornali, comitati diocesani e parrocchiali, operò nel mondo del lavoro e in quello universitario. La sua frenetica attività, feconda e geniale era frutto di una profonda vita interiore. Nella preghiera esaminava accuratamente i problemi e le esigenze del momento per poi dare vita ad un’azione puntuale e profetica.
Negli anni successivi all’unificazione dell’Italia iniziò il suo impegno politico. Erano anni difficili soprattutto per i cattolici che vedevano la patria guidata politicamente da un gruppo liberale ostile alla Chiesa, con il Papa prigioniero in Vaticano. Non potendo partecipare alle elezioni politiche per il divieto della Santa Sede, i cattolici cominciarono ad organizzarsi per cercare di guidare i Comuni e poter essere pronti quando la situazione sarebbe cambiata. Tovini fu uno di questi.
Fondatore del Banco Ambrosiano, si impegnò per difendere la scelta che la banca avesse anzitutto finalità di sostegno alle opere del movimento cattolico e della scuola in particolare, lottando contro chi la voleva banca d’affari. Il Cristo in pienezza posseduto, non poteva essere in lui che un Cristo in pienezza comunicato e diffuso. Col suo esempio ci indica che la fede è relazione vitale con il Signore che dona intimo slancio per rigenerare nel bene la società e fare così nuove tutte le cose.