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9 Settembre 2024

Beato Jacques Laval

Il 9 settembre ricordiamo un missionario che si mise al fianco degli schiavi nell'isola di Mauritius
Beato Jacques Laval
Questo medico, originario della Normandia, è chiamato anche "Apostolo dei neri" e nell'isola Mauritius è amato da tutti. Sua è la frase: «Quando ti imbatti in grandi ostacoli nel tuo ministero pastorale non preoccuparti o scoraggiarti, ma mettiti nelle mani di Dio».
Jacques nacque nel 1803 a Croth in Normandia, da una famiglia borghese. Al primo nome di Giacomo fu aggiunto il nome Desiderio, santo vescovo di Rennes che si celebrava in quel giorno. Divenne medico accantonando la fede che gli era stata trasmessa dalla madre quando era bambino. Andava spesso a visitare una persona anziana ed ammalata e la trovava sempre impegnata a leggere il libro “Imitazione di Cristo” perciò le chiese di prestarglielo: fu il mezzo attraverso il quale il Signore ricominciò a sussurrare al cuore di Giacomo che il disegno per il quale era stato pensato non era esercitare la medicina, ma far conoscere ai piccoli e poveri il linguaggio dell’amore che Gesù aveva portato. 
Tra la sorpresa e lo stupore dei suoi conoscenti entrò nel seminario di Saint-Sulpice a Parigi il 15 giugno 1835; terminati gli studi, nel 1838 fu ordinato sacerdote e nominato subito parroco. 

Dopo aver conosciuto la Congregazione dell’Immacolato Cuore di Maria fondata da Francesco Libermann per l’evangelizzazione degli schiavi liberati, partì con altri fratelli missionari per l’isola Mauritius, nel cuore dell’Oceano Indiano; era una colonia britannica popolata da 140.000 abitanti, dei quali il 75% erano schiavi liberati e di questi 90.000 erano cattolici.
Jacques si dedicò subito con grande entusiasmo a coloro che erano stati sotto schiavitù, che seppur battezzati non erano seguiti pastoralmente. Tale scelta suscitò gravi conflitti con gli altri missionari e perfino con il vescovo i quali si dedicavano soltanto ai figli dei coloni bianchi. 
Per Jacques i neri avevano la medesima dignità di figli di Dio e rigettava la tentazione di fondare una Chiesa parallela solo per loro. Imparò la loro lingua, scrisse il catechismo in Creolo. I suoi sforzi d’integrazione diedero frutto: in pochi anni la popolazione mauriziana vide sorgere una nuova classe sociale, con rispetto reciproco. 
Durante varie epidemie di colera fondò numerosi ospedali e visitava i malati ovunque si trovassero. 
Aprì scuole per insegnare le nozioni elementari, costruì varie Cappelle per la formazione spirituale.
Debilitato nel fisico dalla vita di privazioni e digiuni che si era imposto, morì il 9 settembre 1864, a 59 anni. 

Apostolo dell’isola di Mauritius

È stato beatificato da san Giovanni Paolo II il 29 aprile 1979. Nel settembre del 2019 Papa Francesco ha visitato l’isola ed ha celebrato la messa nel santuario dedicato al beato Jacques descrivendolo così: «L’amore per Cristo e per i poveri segnò la sua vita in modo tale da proteggerlo dall’illusione di compiere un’evangelizzazione “distante e asettica”. Sapeva che evangelizzare comporta farsi tutto a tutti (cfr 1Cor 9,19-22): imparò la lingua degli schiavi appena liberati e annunciò loro in maniera semplice la Buona Notizia della salvezza. Ha saputo radunare i fedeli e li ha formati ad intraprendere la missione e creare piccole comunità cristiane in quartieri, città e villaggi vicini, piccole comunità molte delle quali sono all’origine delle attuali parrocchie. Era sollecito nel dare fiducia ai più poveri e agli scartati, in modo che fossero i primi a organizzarsi e trovare risposte alle loro sofferenze».
Jacques Laval è chiamato anche “Apostolo dei neri” e nell’isola Mauritius è amato da tutti indipendentemente dalla religione di appartenenza. Il 9 settembre, giorno della sua memoria liturgica, è diventato giorno di festa nazionale; migliaia di pellegrini di diverse razze e religioni visitano la sua tomba cantando: «Nessun santo in cielo come padre Laval».