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3 Gennaio 2020

Cacao amaro

Gli enormi squilibri di potere nella filiera del cacao
Cacao amaro
Foto di Elias Shariff Falla Mardini
Uno dei primi alimenti conosciuti, oggi è considerato un prodotto ancora "coloniale", il cui prezzo è stabilito senza tener conto dei bisogni dei produttori. Come acquistare un prodotto più equo per le persone e l'ambiente
Il cacao, il cioccolato: una delizia per il nostro palato! Ma per quanto dolce possa essere, se non acquistato attraverso i giusti canali, può diventare molto, molto amaro...
Le origini del cacao affondano nei miti delle popolazioni precolombiane ed è uno degli alimenti più antichi che conosciamo. Per le sue caratteristiche, è una pianta che cresce nei Paesi dai climi caldi e umidi, come quelli dell’America Centrale e di alcuni Paesi africani della fascia centrale, come la Costa d’Avorio e il Ghana che sono, rispettivamente, il primo e il secondo produttore di cacao del mondo.
Come in altri settori produttivi, la maggior parte della popolazione è così povera da non potersi permettere di comprare nemmeno una tavoletta di cioccolato!

Le ingiustizie del post-colonialismo

Purtroppo, non c’è nulla di buono nei dati che riguardano la filiera che porta sulle nostre tavole il cioccolato. Il prezzo del cacao, come nel caso di altri prodotti cosiddetti “coloniali”, viene stabilito dalle borse di Londra e di New York secondo la logica della domanda e dell’offerta, senza tener conto assolutamente delle necessità dei produttori. Anche se l’industria del cioccolato è una delle più redditizie, a dividersi il mercato sono le grandi multinazionali di settore, che condizionano fortemente i produttori con logiche di sfruttamento del lavoro, anche minorile. Anche dal punto di vista ambientale i rischi sono rappresentati dal disboscamento e dalla perdita di biodiversità dovuta a un uso massiccio di pesticidi chimici.

Che fare per un acquisto più giusto?

Dunque, se vogliamo gustare per davvero un cioccolato buono per tutti, dobbiamo essere più sensibili e fare la nostra parte, scegliendo un cioccolato equo e sostenibile.
Fairtrade (il marchio di certificazione del commercio equo e solidale), ha deciso, come parte della soluzione al problema degli squilibri di potere nella filiera del cacao, il prezzo minimo Fairtrade, che funziona come rete di salvataggio per i contadini, che dal 1° ottobre è cresciuto del 20% per il cacao convenzionale e ancora di più per il cacao biologico.

Dalla Colombia un cacao ancora più equo

È un cacao ancora più speciale, quello coltivato nella Comunidad de Paz di San José de Apartadó, nel nord della Colombia, che la Comunità Papa Giovanni XXIII sostiene da più di 10 anni con la presenza dei volontari di Operazione Colomba.
Dal marzo 1997 la Comunidad de Paz si trova al centro del conflitto tra i diversi gruppi armati che si contendono il territorio colombiano e paradossalmente, scegliendo di stare fuori dal conflitto in modo nonviolento, è diventata un bersaglio per coloro che cercano di detenere il controllo della loro terra. Terra molto ricca nel sottosuolo, ma dove anche si coltivano 200 ettari di cacao con metodi di coltivazione basati sulle tecniche della permacultura, come le piantagioni miste e il compostaggio, senza l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti.
Una parte del raccolto viene poi venduto nei circuiti del commercio equo e solidale ed una parte ad una grande azienda che ne utilizza il burro per la produzione di cosmetici: doppiamente buono!
Info: https://www.operazionecolomba.it/dove-siamo/colombia/colombia-progetto.html