Topic:
2 Luglio 2021

Cooperative: resistono al Covid e valorizzano le donne

Il 3 luglio ci celebra la Giornata internazionale delle cooperative, una impresa sociale basata sull'uguaglianza e la partecipazione, che coinvolge il 12% della popolazione mondiale, in maggioranza donne.
Cooperative: resistono al Covid e valorizzano le donne
Foto di Foto di Gerd Altmann da Pixabay
"Ricostruire meglio insieme" è il tema di quest'anno. In effetti da alcune indagini le cooperative hanno dimostrato di saper reggere meglio lo shock causato dalla pandemia e di avere i numeri per contribuire a una ripartenza attenta al territorio e alla comunità locale, valorizzando anche i soggetti deboli.
Celebrare quest’anno il 3 luglio la Giornata internazionale delle cooperative assume un significato particolare, perché si colloca in un momento storico che evidenzia il ruolo delle Cooperative nel garantire coesione e sviluppo sui territori.
Non è un caso che il tema scelto per quest’anno dall’ONU e dall’ICA (International Cooperative Alliance) - “Ricostruire meglio insieme” - metta in luce il valore peculiare del mondo cooperativo e la sua capacità di affrontare la crisi causata dalla pandemia COVID-19 con solidarietà e resilienza, offrendo alle comunità una ripresa incentrata sulle persone e rispettosa dell’ambiente.
La Giornata Internazionale delle Cooperative #CoopsDay2021 è l’occasione per dimostrare che il modello di impresa incentrato sulle persone, basato sui valori cooperativi di autoaiuto, solidarietà, etica, responsabilità sociale ed impegno verso la comunità, consente di ridurre le disuguaglianze, creare prosperità condivisa e rispondere agli impatti immediati di COVID-19.
In occasione della Giornata, inoltre, è stata lanciata dall’ICA la piattaforma www.coopsfor2030.coop che permetterà di approfondire i temi dello sviluppo sostenibile, fissare gli obiettivi per contribuire a raggiungerli, monitorare i loro progressi e conoscere quello che fanno le cooperative nel mondo. Per le cooperative la piattaforma rappresenta una opportunità per collaborare a livello globale nel perseguire gli obiettivi comuni: le cooperative potranno inviare foto e loghi e indicare per il raggiungimento di quali obiettivi intendono impegnarsi.

Una impresa basata sull’uguaglianza e sulla “proprietà comune”

La Giornata dedicata alle cooperative ha le sue radici nel 1995, anno del centenario dell’ICA, allorché l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì ufficialmente la Giornata internazionale delle cooperative fissandola il primo sabato di luglio.
Fu in quello stesso anno, durante il XXXI Congresso dell’ICA a Manchester, che venne sottoscritta la Dichiarazione di identità cooperativa, evidenziando l’aspetto comunitario di questo tipo di impresa.
«Una cooperativa – si legge nel documento – è un’associazione autonoma di individui che si uniscono volontariamente per soddisfare i propri bisogni economici, sociali e culturali e le proprie aspirazioni attraverso la creazione di una società di proprietà comune e democraticamente controllata».
E ancora: «Le cooperative sono basate sui valori dell’auto-aiuto, della democrazia, dell’eguaglianza, dell’equità e solidarietà. I soci delle cooperative credono nei valori etici dell’onestà, della trasparenza, della responsabilità sociale e dell’attenzione verso gli altri.»

Le cooperative occupano il 6,3% della popolazione attiva europea

Una intuizione profetica, se teniamo conto delle esigenze emerse con la recente pandemia. Lo certifica il World Cooperative Monitor 2020, realizzato da Euricse e dall’ICA e presentato lo scorso 20 gennaio. Il rapporto segnala come il settore sia stato ovviamente colpito dalla crisi Covid a tutti i livelli e in tutti i continenti. Nonostante le difficoltà però, ha saputo far emergere anche le sue doti innovative e di resilienza. L’adattabilità e la flessibilità dimostrate durante la recente crisi economica, sono quindi emerse nuovamente durante l’anno appena trascorso e i primi mesi di quello in corso.
Ovviamente, per proporzioni e conseguenze, lo shock economico e sociale causato dalla pandemia è qualcosa di mai accaduto prima e quindi è difficile comparare la situazione attuale con il passato. In ogni caso, nonostante l’inevitabile recessione, le cooperative in tutto il mondo hanno saputo adattarsi alla situazione, puntando con decisione su misure che rendessero il loro business più sostenibile e continuando offrire il proprio aiuto alla società. Dalle opportunità di telelavoro, all’aumento delle paghe per i lavoratori che sono rimasti operativi durante i lockdown, all’offerta di servizi di conciliazione: queste sono solo alcune delle risposte cooperative alla pandemia. Si possono citare anche l’accorciamento delle filiere produttive per impedire l’inflazione in ambito agricolo o la fornitura di beni essenziali alle persone più vulnerabili durante i periodi di chiusure totali.
Siamo di fronte a una sfida epocale – è la riflessione finale che emerge dal focus sul Covid del World Cooperative Monitor - che però è anche un’opportunità di dimostrare l’importanza di sviluppare un’economia più sociale e la validità del modello cooperativo

Il PIL pregiato delle cooperative sociali

Le cooperative, nelle loro varie forme, rappresentano una delle componenti più rilevanti dal punto di vista economico ed occupazionale del settore dell’Economia sociale, che nei Paesi dell’Unione Europea generano fino all’8 % del PIL europeo. I dati sono estratti dal rapporto CESE
Si tratta per altro di un PIL pregiato sia per qualità e persistenza dei servizi realizzati in favore dei cittadini, sia per la quantità e qualità di posti di lavoro creati e mantenuti, anche durante questi ultimi mesi di pandemia, con esempi straordinari di impegno e solidarietà.
Questa funzione centrale nella creazione e mantenimento dell’occupazione si esprime con oltre 13,6 milioni di posti di lavoro retribuiti in Europa, pari a circa il 6,3 % della popolazione attiva dell'Unione Europea.
Un patrimonio di impegno sociale e civile, oltre che economico, che alimenta anche un tessuto di partecipazione diffusa con i 232 milioni di soci di cooperative e mutue.

La partecipazione consente di resistere agli shock

Secondo lo studio di CECOP – Confederazione europea delle cooperative industriali e di servizi “The resilience of the cooperative model” le cooperative incarnano una parte importante della loro funzione sociale grazie alla partecipazione attiva dei soci, con la tipica governance partecipativa di tipo democratico, che evidenzia una correlazione fra l'ampia partecipazione dei portatori d'interesse alla governance e la propensione al mantenimento di alti livelli di occupazione, oltre ad una migliore capacità di resistere agli shock, come dimostrano alcune ricerche realizzate sulla “resilienza” delle cooperative di lavoro.
Complessivamente queste organizzazioni costituiscono la forza pulsante e produttiva dell’Economia sociale in Europa che sviluppa anche e una decisa propensione all’innovazione e, specialmente, all’innovazione sociale.

Le cooperative: uno strumento di emancipazione femminile

Il 12% della popolazione mondiale è membro di almeno una cooperativa e le cooperative nel mondo sono otre 3 milioni.
Molto significativa, nelle cooperative in tutto il mondo, è l'ampia presenza di lavoratrici, che in molti casi arriva a superare la quota del 70 % della forza lavoro, ma che in generale comunque si attesta su percentuali superiori al 50 %.
In alcune aree del mondo le cooperative sono state e continuano ad essere il principale strumento di emancipazione per le donne, non solo nelle aree rurali, ma anche in aree ad alta densità urbana e a forte immigrazione, come nel caso delle cooperative di lavoro che gestiscono servizi in alcune grandi città degli USA.

Con il Covid cala il fatturato ma l’occupazione tiene

Anche l’Osservatorio Isnet ha indagato gli effetti della pandemia sull’andamento economico e occupazionale con un focus sulle imprese sociali, insieme alle prospettive di rigenerazione, rilevando un aumento previsto dei posti di lavoro nel 2020 pari +0,3% con il lockdown senza il quale sarebbe stato +4,2%. L’incidenza degli effetti della pandemia è pari a -3,9%. La tenuta dell’occupazione dipende dal settore di attività: premiate le imprese sociali che si occupano di servizi alla persona e sanità, in difficoltà quelle attive nel commercio al dettaglio e manifattura. L’occupazione tiene, malgrado l’inevitabile e previsto calo a seguito della pandemia sul volume delle entrate. L’Osservatorio ha infatti fotografato un -9,1% del volume delle entrate che, in assenza dell’emergenza, si sarebbe invece posizionato su un +5,7% . L’incidenza degli effetti della pandemia è pari al -14,8%.

Meno ente pubblico, più mercato

Per quanto riguarda la composizione delle entrate, prosegue la tendenza già registrata nelle ultime edizioni dell’Osservatorio di una contrazione dei contratti e convenzioni con gli enti pubblici e locali (l’incidenza sul volume delle entrate scende al 57,5% contro il 60,2% del 2019) e di un lieve ma continuo incremento della vendita di prodotti e servizi ad aziende e cittadini (35,9% contro il 34% del 2019), a dimostrazione di un progressivo “orientamento al mercato”. Per le tipologie di imprese di inserimento lavorativo l’incidenza delle vendite a mercato sul totale del volume delle entrate è del 57,3%. 
Interpellate sulle iniziative di innovazione adottate durante il lockdown, solo il 52,2% delle imprese ha dichiarato di aver investito negli ambiti considerati dall’indagine - nuovi prodotti, nuove tipologie di clienti, nuove aree mercato, revisione processi e organizzazione, ecc. - mentre lo scorso anno era l’86,2%. Il motivo principale risiede nella necessità di affrontare i problemi e le difficoltà quotidiane date dall’emergenza, differendo la pianificazione di medio e lungo termine. L’insufficiente liquidità finanziaria (48,0%) e l’eccesso di burocrazia (49,6%), sono tra i principali limiti/difficoltà nell’affrontare l’effetto Covid-19 da febbraio ad oggi.

Il legame con la comunità locale

Nonostante la diminuzione degli indici di innovazione per lo sviluppo a medio e lungo termine, l’impresa sociale da febbraio 2020 ha attivato processi comunitari: valorizzazione delle risorse locali (66,8%), contribuito a reti territoriali per affrontare l’emergenza (72,6%), collaborazione con la pubblica amministrazione (78%), coinvolgimento degli abitanti della comunità con ideali comuni (56,5%), offerta di servizi mancanti alla comunità (76,1%), risposto a bisogni specifici della popolazione (79,1%), contribuito a ricostruire e rafforzare il tessuto della comunità (77,3%).
«L’emergenza Covid-19 – afferma Laura Bongiovanni responsabile dell’Osservatorio e Presidente di Associazione Isnet – ha fatto da acceleratore di comunità; le imprese sociali sono scese in campo adattando prodotti e servizi e rivedendo processi di gestione, coinvolgendo attori e reti territoriali».

Le opportunità offerte dal Piano di ripresa e resilienza

C’è ancora un altro tema da non sottovalutare ed è l’effetto del Piano di Ripresa e Resilienza rispetto al mondo della cooperazione. Se le risorse straordinarie del Next Generation EU vanno impiegate per ricostruire e rilanciare il Paese nel segno di un’economia diversa, in cui le persone, il bene comune, la salute dei cittadini vengano prima dell’interesse individuale, allora il sistema delle Cooperative in Europa assume un valore centrale e strategico.
Ci sono settori nei quali, coerentemente con le missioni strategiche e le linee guida adottate per il PNRR, la Cooperazione può assumere un ruolo guida: dalla Sanità e welfare, per i quali il sistema cooperativo identifica nella prossimità un cardine dell’universalità del servizio e sostiene la necessità di un piano corposo di riforme e investimenti; alla Cultura e turismo, con la proposta di specifiche misure che permettano la riattivazione di tali settori e ne favoriscano la modernizzazione e la digitalizzazione, come un credito di imposta per l’innovazione; all’attenzione alle Banche di territorio, con una nuova filosofia per la gestione dei NPL (crediti deteriorati); all’Innovazione e digitalizzazione, mantenendo e potenziando per tutti i tipi di impresa il credito di imposta 4.0 e promuovendo la creazione di piattaforme digitali cooperative, imprese mutualistiche di gestione e proprietà delle piattaforme digitali e dei dati prodotti; alla Politica energetica e ambientale, recependo la direttiva europea per la costituzione di comunità di energia rinnovabile, riconoscendo le cooperative e le imprese di comunità quali “imprese sociali di comunità”, al centro di progetti relativi alla digitalizzazione e innovazione tecnologica, alla rivoluzione verde e all’inclusione sociale e territoriale; per arrivare al Mezzogiorno, considerando il Recovery Plan come un’occasione storica per il riequilibrio territoriale e lo sviluppo dell’area già colpita duramente dalla crisi decennale.
«La Giornata internazionale delle cooperative - afferma Giuseppe Guerini, presidente di CECOP - deve essere un occasione per ribadire la necessità che le cooperative siano prima di tutto organizzazioni capaci di creare un’economia a servizio delle persone, protagoniste di un’idea di un mercato libero, in quanto solidale e vocato ad abbattere le barriere che continuano ad impedire la piena partecipazione delle persone e delle comunità locali ad un protagonismo economico in un mercato che non sia guidato da una mano invisibile, ma ispirato da una coscienza morale». 
“Ricostruire meglio insieme” è una formidabile intuizione per ritessere le comunità e lavorare per uno sviluppo sostenibile, attraverso politiche di welfare inclusivo, sostenibile, eticamente orientato.