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14 Luglio 2019

«Don Oreste l'ho conosciuto bene»

Ospite di Gennaro Ferrara al Diario di Papa Francesco di TV2000 il 10 luglio 2019 è stato Giovanni Paolo Ramonda, successore di Don Oreste Benzi alla guida della Comunità Papa Giovanni XXIII
«Don Oreste l'ho conosciuto bene»
Foto di archivio Sempre
Il papà di una delle prime case famiglia dell'associazione racconta l'incontro con il sacerdote di strada riminese che ha stravolto la sua vita
È un ricordo di famiglia, la puntata del Diario di Papa Francesco del 10 luglio 2019 che su TV2000 ha visto alternare le parole di Papa Francesco a quelle di Giovanni Paolo Ramonda, il Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.

Le parole del Santo Padre sono quelle che lui aveva rivolto alla Comunità durante l'udienza generale del 20 dicembre 2014, quanto oltre 7.500 fra membri, volontari e simpatizzanti gremirono l'Aula Paolo VI della Città del Vaticano: «Don Oreste Benzi aveva proposto un incontro simpatico, vitale, cioè radicale con Cristo».

Quelle di Giovanni Paolo Ramonda sono il ricordo di un incontro personale, degli anni in cui quella relazione con Tiziana Mariani, che sarebbe diventata sua moglie, era appena una conoscenza di gioventù. La coppia oggi conta 3 figli naturali e 9 ragazzi figli rigenerati nell'amore, che vivono insieme nella casa famiglia aperta dalla coppia a Fossano in provincia di Cuneo.


«A 18 anni abbiamo incontrato Don Oreste Benzi; dopo 3 anni ci siamo fidanzati», spiega Ramonda in diretta tv, che ricorda quando scelse di sostituire il servizio civile a quello militare, vivendo 20 mesi nella prima casa famiglia che era stata fondata a Rimini dal prete di strada dalla tonaca lisa.

«Abbiamo incontrato in Don Benzi una gioia di vivere il Vangelo che si concretizza nel prendere la croce, ma che si trasforma in una bellezza che cambia la dimensione familiare e sociale. Mettendo insieme la vita le risorse si moltiplicano per il bene, diceva».


«Cosa ti ha colpito di Don Oreste Benzi»?


«La sua bellezza, cioè il suo essere innamorato. Era innamorato dell’essere sacerdote e ha fatto innamorare anche noi alla vita e al donarsi. Grazie a lui è stato possibile donare tutto, per costruire ed iniziare a vivere in una società nuova, quella del gratuito».