Topic:
20 Gennaio 2023

Dubai. Il petroliere Ahmed Al Jaber alla guida della Cop28

Un amministratore delegato del colosso petrolifero degli Emirati Arabi guiderà la Cop28 a Dubai. Preoccupazione dal mondo ambientalista.
Dubai. Il petroliere Ahmed Al Jaber alla guida della Cop28
Foto di Ali Haider
Perplessità sul fatto che il sultano Ahmed Al Jaber, capo di una compagnia petrolifera degli Emirati Arabi Uniti: quarto paese al mondo per emissioni pro-capite, possa stendere in maniera obiettiva l'agenda della Cop28, che prevede la messa al bando di carbone, petrolio e gas, in maniera obiettiva.
Il presidente della prossima Cop28, la Conferenza delle parti della Nazioni Unite sul clima che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, sarà il sultano Ahmed Al Jaber, amministratore delegato del gigante petrolifero degli Emirati Arabi Uniti, la Abu Dhabi national oil company (Adnoc). È la prima volta che alla guida di una Cop viene nominato il leader di una società privata.
 

La nomina del sultano rappresenta un pericoloso precedente

Al-Jaber è già stato ministro dell’Industria e della Tecnologia e inviato speciale per il clima degli Emirati Arabi Uniti. In questo caso, il suo compito sarà quello di stendere l’agenda della Cop28, quindi avrà un ruolo centrale nei negoziati. Per questo ci sono molte perplessità sul fatto che il capo di una compagnia petrolifera possa guidare in modo imparziale dei negoziati che hanno come obiettivo la messa al bando, senza compromessi, di carbone, petrolio e gas.
 
Greenpeace International si è detta “allarmata” per una nomina che «crea un pericoloso precedente: non c’è posto per l’industria fossile nei negoziati globali sul clima» - ha dichiarato l’associazione ambientalista. Per Climate Action Network International, la nomina rappresenta «uno scandaloso conflitto di interessi».
 

Emirati: quarto paese al mondo per emissioni pro-capite

Ma se da una parte la credibilità della prossima Conferenza delle Parti è a rischio, c’è chi sostiene che l’unica maniera per raggiungere gli obiettivi climatici sia coinvolgere i paesi inquinatori e tra questi i suoi rappresentanti.
Gli Emirati Arabi Uniti sono il quarto paese al mondo in termini di emissioni pro-capite (dopo Qatar, Bahrein e Kuwait), e secondo l’Energy Information Administration (EIA) degli Stati Uniti è il settimo produttore di petrolio al mondo, con un fatturato di 70 miliardi di dollari.
Il Paese si è impegnato a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, puntando sì su energie rinnovabili ma anche su una tecnologie che al momento non hanno ancora dimostrato di essere efficaci, come la cattura del carbonio.

Obiettivi Cop 28

I prossimi obiettivi della Cop28 saranno fondamentali: raggiungere un consenso sulla riduzione delle emissioni di CO2, l’abbandono progressivo dei combustibili fossili e la concretizzazione del nuovo fondo per le perdite e i danni (loss and damage) approvato alla Cop27 di Sharm el-Sheik.
 
In ogni caso,gli Emirati non possono ignorare gli effetti dei cambiamenti climatici. Come spiega l’ultimo rapporto di Human Rights Watch, il paese del Golfo è particolarmente vulnerabile agli impatti della crisi climatica, tra cui il caldo estremo, l’aumento della siccità e l’innalzamento del livello del mare. L’85% della popolazione vive lungo le coste, che si trovano a pochi metri sopra il livello del mare.