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10 Gennaio 2024

Educare alla nonviolenza

La psicologa spiega come insegnare a gestire i conflitti in maniera creativa
Educare alla nonviolenza
Foto di Victoria da Pixabay
In mondo pieno di guerre educare alla nonviolenza diventa una sfida controcorrente, è un seme che potrà stimolare gli adulti di domani a fare scelte diverse da quelle degli adulti di oggi.
L., 6 anni: «Mamma il mio compagno di classe mi ha detto che devo ritornare in Africa, da dove sono venuta, e che sarei dovuta morire lì». La mamma ascolta e chiede con calma: «Tu cosa hai risposto?». «Gli ho detto che io sono stata adottata e che quindi sono italiana come lui», poi sono andata dalla maestra per raccontare cosa era successo. La bambina è calma nel suo racconto, i genitori mantengono la calma di fronte alla figlia, seppur dentro di loro nasca una grande rabbia. Capiscono che la decisione presa nell’immediato non sarebbe stata una buona scelta, capace di risolvere il problema in modo nonviolento, scelgono di riflettere.

Strategie creative per educare alla nonviolenza

Dopo diverse settimane decidono insieme alla figlia d’invitare il compagno di classe e la sua mamma a casa in modo che i bambini potessero incontrarsi, conoscere l’umanità dell’altro e riconoscersi molto simili, con lo stesso desiderio di giocare. La scelta della nonviolenza è stata vincente: da quell’invito i bambini non sono diventati grandi amici ma è nato il rispetto e gli insulti sono terminati. I genitori avrebbero potuto prendere strade diverse ma hanno capito che l’unica via efficace sarebbe stata quella della nonviolenza, che non significa passività, al contrario essa rappresenta un’azione attiva volta a risolvere i conflitti in modo creativo. Questo approccio si distingue per la capacità di superare la rabbia, ridurre il livello di conflittualità e rompere il ciclo della violenza, aprendo la strada a soluzioni costruttive e pacifiche.

La nonviolenza è una forza capace di creare un cammino

Erroneamente si può pensare che l’azione nonviolenta sia debole, al contrario, è una forza capace di creare un cammino, sfidando l’ingiustizia verso il cambiamento. La nonviolenza si apprende e si trasmette, va scelta ed allenata attraverso l’ascolto, la gestione della rabbia, la condivisione, l’empatia, la gentilezza, la cooperazione, la solidarietà e la giustizia. La nonviolenza rappresenta una scelta nella quotidianità, nei piccoli conflitti, ma è una forza potente anche nei grandi conflitti, nella consapevolezza che come diceva Gandhi «il sentiero della nonviolenza richiede molto più coraggio di quello della violenza».

Approfondimento: la comunicazione nonviolenta

Usare una comunicazione nonviolenta significa fare delle osservazioni e delle richieste chiare, senza giudizi né critiche, ed esprimere onestamente i sentimenti ed i bisogni, nella consapevolezza che i sentimenti nascono da dei bisogni. Lo scopo di questo linguaggio è instaurare un profondo senso d’empatia con l’interlocutore. Riceve empatia, d’altro canto, equivale ad ottenere il riconoscimento dei propri bisogni e sentimenti (M. Rosenberg).
L’azione e la comunicazione nonviolenta non sono innate, vanno scelte e allenate nella quotidianità affinché possano diventare una parte di sé. I bambini imparano per imitazione, ascoltano le comunicazioni degli adulti e apprendono delle modalità comunicative per questo è importante essere dei buoni modelli.