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14 Marzo 2022
Ultima modifica: 14 Marzo 2022 ore 15:20

Gas russo: ECCO come farne a meno

C'è un modo per dimezzare la dipendenza dal gas russo in Italia. Lo rivela uno studio del think tank ECCO.
Gas russo: ECCO come farne a meno
Foto di Rodon Kutsaev
La nuova guerra sul continente europeo tra Russia e Ucraina ha dimostrato da una parte quanto sia necessario per l'Italia ridurre la dipendenza dal gas russo, e dall'altra ha gettato luce sulla fragilità della dipendenza dell'Europa dalle importazioni di fonti fossili.
Un mix di interventi di risparmio e di rilancio delle rinnovabili permetterebbe entro il prossimo inverno la sostituzione del 50% dei volumi delle importazioni di gas russo e un risparmio della spesa nazionale di 14,5 miliardi di euro ai costi attuali del gas. È quanto emerge da un’analisi del think tank ECCO.

I consigli di Ecco per affrancarsi dal gas russo

La nuova guerra sul continente europeo tra Russia e Ucraina ha dimostrato da una parte quanto sia necessario per l’Italia ridurre la dipendenza dal gas russo, e dall’altra ha gettato luce sulla fragilità della dipendenza dell’Europa dalle importazioni di fonti fossili. Una dipendenza che ha esposto il continente alla volatilità dei prezzi, agli shock delle forniture e ai rischi per la sicurezza – alimentando al contempo regimi antidemocratici.
 
L’obiettivo strategico prioritario dell’Italia deve essere quello di affrancarsi dal gas. Questa scelta deve essere letta nel contesto dell’altra grande sfida del nostro tempo: il cambiamento climatico. Come evidenzia il nuovo rapporto IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), pubblicato lunedì 28 febbraio, il superamento della soglia di 1,5 gradi causerebbe una perdita irreversibile di interi ecosistemi, esponendo le persone e la natura a rischi a cui non saranno in grado di adattarsi portando il pianeta ad uno scenario di crisi permanenti.

Non sottovalutiamo i cittadini

Una risposta efficace immediata al conflitto attuale deve prevedere sanzioni sul gas, dal valore circa del 3% del PIL russo e del 7% del bilancio del Cremlino, e misure alternative per compensare il blocco delle importazioni russe.
Per fare questo, Matteo Leonardi, cofondatore e direttore esecutivo affari domestici di ECCO, think tank italiano sui temi energetici, afferma che è necessario dare priorità al risparmio di calore ed elettricità in tutti i settori. «La responsabilità della cittadinanza è un elemento essenziale ma totalmente sottovalutato e assente nelle scelte di politica energetica. Questo, affiancato a un piano di efficienza energetica strutturale, allo sblocco immediato delle rinnovabili e un migliore utilizzo delle infrastrutture a gas esistenti, permetterebbe all’Italia di mettere sul tavolo un’opzione pacifica e svincolarsi dalle forniture russe entro il prossimo inverno. Se poi, tali misure divenissero strutturali, permetterebbero di gettare le basi per una strategia di uscita dal gas, necessaria per il raggiungimento degli obiettivi climatici».
L’Italia riuscirebbe così a rispondere al taglio delle forniture russe entro il prossimo inverno senza far ricorso a nuove infrastrutture a gas o ricorrendo alla riaccensione delle centrali a carbone. «Prima di creare nuova dipendenza e rischi con altri paesi e regimi, in particolare nel Mediterraneo, occorre un’analisi dei bisogni reali e delle alternative che soddisfino sia la sicurezza energetica che quella climatica di tutti i paesi», continua il responsabile di Ecco. 

Per abbandonare l'uso del gas bisogna incrementare le alternative

Sempre secondo il think tank italiano, l’incremento di gas nazionale non rappresenta una soluzione sostenibile. L’incremento di meno di 2 miliardi di metri cubi all’anno, previsto dal piano del Governo, corrisponde al 6% delle importazioni di gas russo, mentre il nostro paese soddisfa il 40% del proprio fabbisogno di gas importandolo dalla Russia. Inoltre, un gas italiano avrebbe costi di estrazione molto più elevati, costi che sarebbero coperti tramite un ingente intervento fiscale a carico di tutti per calmierare i prezzi. «Il gas nazionale meno caro non esiste e la riapertura è in netta contraddizione con gli impegni internazionali presi dell’Italia nel G20 e alla COP26 nel corso del 2021», conclude Bergamaschi. «Serve una nuova logica di priorità. Prima di invocare la corsa a nuovo gas, occorre dare massima priorità a tutte le alternative per la riduzione e la sostituzione del gas insieme allo sfruttamento delle infrastrutture esistenti. Abbandonare il gas russo deve andare in parallelo con il generale abbandono dell’utilizzo di questa fonte fossile accelerando il trend di calo strutturale della domanda di gas in atto dal 2005».

Verso un sistema pulito

Oggi la sfida dell’Italia è la transizione dal gas verso un sistema pulito e costruire una nuova resilienza geopolitica, economica e climatica che non generi un susseguirsi di crisi ma che metta al riparo da esse.
I consigli per ridurre la dipendenza dal gas riguardano tutti noi e vanno dal risparmio sul riscaldamento all’efficienza energetica e sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore, dal risparmio nel settore elettrico attraverso il supporto di una campagna di sensibilizzazione, allo sviluppo di fonti rinnovabili in rete.
Inoltre, è necessario aumentare il numero di impianti fotovoltaici sugli edifici e sviluppare le rinnovabili nel settore industriale. Infine, è obbligatorio ridurre il consumo di gas nei trasporti.