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22 Settembre 2023

Una settimana di eventi per le persone sorde

Rimini si tinge di blu e a Santiago del Cile viene presentata "Pachamama".
Una settimana di eventi per le persone sorde
Foto di Prostock-studio
Nel 2022 l'Italia ha riconosciuto la lingua dei segni, un grande risultato per la comunità delle persone sorde: «Ora è importante che la lingua dei segni venga conosciuta a scuola, anche dai bambini più piccoli».
È cominciata la Settimana mondiale dei sordi che avrà il suo culmine sabato 23 settembre con la Giornata mondiale sempre sullo stesso tema. «Tutti gli anni - ci spiega Patricio Alberto Castillo Varela, dagli amici chiamato semplicemente Pato - nell’ultima settimana di settembre, si festeggia a livello mondiale, in tutte le nazioni, questa settimana delle persone sorde e della lingua dei segni. È un evento istituito dalla World Federation of the Deaf, cioè la federazione mondiale delle persone sorde. In ogni nazione vengono organizzate attività, iniziative per festeggiare la ricorrenza, per rendere visibile la comunità sorda, le persone che vi appartengono, in modo che siano più visibili le problematiche che hanno vissuto fino ad oggi.  Questa ricorrenza è stata istituita quando c’erano più difficoltà, più barriere all’accessibilità, alla comunicazione, quando ancora era impossibile seguire un telegiornale, quando ancora non c’erano le tecnologie che oggi abbiamo a disposizione. La situazione è migliorata, però si continua a celebrare la festa per mettere al centro dell’attenzione le persone sorde, che sono persone con una cultura, un’identità e una lingua propria.
Per quanto riguarda Rimini ci sarà un’iniziativa sabato 23 dalle ore 21 in piazza Malatesta davanti a Castel Sismondo, che sarà illuminato di blu. Già da qualche anno si festeggia la giornata della lingua dei segni ritrovandosi davanti a un monumento che per l’occasione viene illuminato di blu.

Il vostro mondo è molto effervescente, sta per partire un corso online della lingua dei segni…

«Stiamo valutando di fare corso di sensibilizzazione e formazione sulla lingua dei segni, da promuovere all’interno della Comunità Papa Giovanni XXIII dove da anni portiamo avanti diversi progetti. Abbiamo anche materiale accessibile per i bambini sordi, racconti in lingua dei segni con diversi contenuti ludici, culturali, elaborati in formato digitale.
Inoltre questa settimana il 23 settembre, nella biblioteca di Santiago del Cile faremo la prima presentazione del lavoro chiamato Pachamama- Prendiamoci cura di madre terra”, una storia molto bella per i bambini dai 3 ai 7 anni completamente raccontata in lingua dei segni cilena, e adesso cominciamo a “tradurla” in lingua dei segni italiana.
Già abbiamo creato diversi prodotti, questo è l’ultimo, legato ad un tema oggi molto sensibile che è quello dell’ambiente. Pacha Mama è infatti un termine in lingua quechua che significa Madre Terra. Indica il vitale rapporto esistente tra l’uomo e terra e la ricchezza e vita che la terra gli dona se rispettata e curata correttamente. Il lavoro multimediale che abbiamo realizzato è ispirato alla cultura Mapuche, una popolazione del Cile meridionale.» 

Qual è oggi la situazione delle persone sorde? I diritti son riconosciuti?

«C’è un grande traguardo che siamo riusciti a raggiungere come comunità sorda e figli udenti di genitori sordi, come sono io, e cioè il riconoscimento della lingua dei segni. Ciò viene a segnare una grande differenza rispetto agli ultimi venti o trent’anni nella gran parte dei Paesi del mondo. Siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento a livello giuridico della lingua dei segni. Qui in Italia è avvenuto nel 2022. E questo comporta una nuova apertura culturale, una maggiore accessibilità da parte delle persone sorde.  Il fatto che ci sia una legge, che una legge possa tradursi in decreti attuativi e che la lingua dei segni possa essere promossa, insegnata e diffusa, che nei canali TV ci siano i sottotitoli, sono tutti importanti traguardi raggiunti». 

E invece cosa manca ancora?

«Occorre un cambiamento culturale che però è un fatto graduale, che richiede tempo. Secondo me è molto importante che la lingua dei segni venga conosciuta anche a scuola, anche dai bambini più piccoli, che si continui a parlare di inclusione.  Adesso che c’è una nuova legge, siamo maggiormente aiutati a diffondere la lingua dei segni, a promuovere una maggiore inclusione a tutti i livelli. Insomma c’è la possibilità di eliminare gli ultimi spazi in cui ancora non si conoscono le problematiche che vivono le persone sorde».