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5 Maggio 2023

Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia

L'esperta: i pedofili agiscono in rete protetti da privacy e Deep-web. Servono nuove misure di contrasto e un "lobbing educativo".
Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia
Foto di Africa Studio
Istituita con la legge 41 del 2009, si celebra ogni anno il 5 maggio per sensibilizzare l'opinione pubblica contro gli abusi sui minori. Un fenomeno esteso anche se non quantificabile, che trova nel web vie privilegiate per agire.

In occasione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, un'attenzione particolare va posta sulla pedopornografia online, che si conferma essere un fenomeno inquantificabile e su scala mondiale.

I due percorsi del cyber-pedofilo

Il cyber pedofilo ha due tipologie di percorso: sulla rete pubblica e sulla rete sommersa, il cosiddetto Deep-web.
Sulla rete pubblica ad essere utilizzati prevalentemente sono le chat di messagistica istantanea e i servizi di file sharing, quelli attraverso cui foto e video viaggiano velocemente, in quantità enormi. A favorire tutto ciò vi sono le caratteristiche offerte dalle cartelle compresse RAR che diminuiscono i tempi di trasferimento tra pc e utenti diversi, e gli spazi di archiviazione necessari, ma senza perdere nessun tipo di informazione.
È attraverso questa compressione e decompressione che vengono diffuse e vendute in rete migliaia di immagini e video di minori violati nella loro intimità e violentati. L'Associazione Meter fondata da don Di Noto ha registrato tra il 2021 e il 2022 un aumento nella segnalazione di quasi 1000 cartelle con estensione RAR  in più. Un'enorme quantità di file, che non è frutto di finzione filmica o montaggi, ma purtroppo rivela una drammatica realtà di minori che, prima ancora che identificare, serve salvare e proteggere.

Le chat-room che favoriscono gli incontri

Le chat room in cui cyber-pedofili incontrano i minori sono reali in quanto annullano le distanze culturali e anagrafiche che invece potrebbero ancora costituire una barriera nella realtà circa il contatto tra minore e adulto. E talora sono anche l’inizio per un successivo veramente reale incontro, perché in rete si consuma quell’adescamento che mira a mettere in trappola il minore il quale, imbrigliato, confuso dal piacere promesso e sollecitato, dalla vergogna e dal senso di colpa indotto dall’abusante, circondato dall’assenza di adulti di riferimento responsabili e affidabili, spesso fatica a chiedere aiuto per uscirne.
I servizi di file sharing sono utilissimi per l’utente privato, e per le aziende a cui offrono privacy, comunicazione sicura, spazi di archivazione cloud. Purtroppo lo sono anche per tutti quegli utenti che fanno della rete uno spazio per la loro degenerazione umana, sociale, etica, fino ad arrivare ad alimentare un vero e proprio mercato criminale organizzato, che studia le tendenze delle richieste per offrire materiale sempre più stuzzicante e corrispondente agli utenti privati.

La rete sommersa utilizzata dai cyber-pedofili

Ancora peggiore però è lo spazio di azione garantito dalla rete sommersa. Qui il cyber pedofilo, attraverso software dedicati (es. Tor), può navigare, caricare e scaricare materiale pedopornografico in totale anonimato, alimentando un mercato completamente fuori da ogni controllo.

Sicuramente la Giornata nazionale costituisce un’opportunità di riflessione per avviare un processo educativo e responsabilizzante del mondo adulto nell’accompagnare i minori, nonché figli, in rete. Al tempo stesso urge che la Giornata smuova le istituzioni nazionali affinché dai lodevoli piani nazionali di prevenzione passino a legiferare in maniera decisa circa il contrasto, ponendo norme alle agenzie di dominio e definendo le loro responsabilità.
Come genitori, adulti impegnati nella generatività sociale dei nostri figli, diventa importante agire tenendo insieme la responsabilità ad educare alla navigazione con una chiara azione di richiesta di tutela delle generazioni future nella loro vita online a livello legislativo.
Garantire la sicurezza per un minore in rete è urgente quanto la sua educazione al riguardo e potrebbe essere l’inizio un “lobbing educativo” per tutti.