Nel 1992 l'ONU istituisce la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, che si celebra il 3 dicembre con lo scopo di creare una sensibilità maggiore sulla diversità e sui diritti inalienabili di ogni essere umano indipendentemente dalla condizione fisica, psichica, sensoriale, sociale. Uno di questi diritti è quello del poter esprimere la propria affettività e sessualità liberamente e, se possibile, farlo in modo autonomo. È così che in occasione di questa giornata, il 5 dicembre in diretta su Facebook e Youtube, si è tenuto un incontro proposto dalla Comunità Papa Giovanni XXIII intitolato “Io valgo...io amo...L'amore e l'affetto nelle persone con disabilità”.
A condurre la diretta è stato Andrea Sarubbi, giornalista, che apre l'incontro spiegando che l'importanza di questa giornata sta nel concetto di inclusione, un diritto che non si deve negare alle persone con disabilità. «Parleremo anche di tabù» prosegue Sarubbi riferendosi al topic della diretta: l'affettività e la sessualità.
Il primo a intervenire è Mauro Tuzza, responsabile del settore disabilità della Papa Giovanni XXIII, che spiega che le persone con disabilità si ritrovano spesso vittime di tabù, falsi pudori e retaggi culturali da superare. Le famiglie, come gli operatori dei servizi territoriali, sono spesso impreparate a rispondere agli interrogativi riguardanti la sfera affettiva e sessuale e dovrebbero essere più coinvolte nel creare consapevolezza su di esse. Infatti l'affettività, viene spiegato, non è un diritto, è proprio un bisogno, «serve per essere inclusi dalla società e appartiene integralmente a ognuno di noi». Tuzza cita infine le parole di don Oreste Benzi che disse «Senza relazioni significative che esprimono la bellezza, la reciprocità, la gioia e anche le fatiche non ci può essere una vera affettività».
Segue l'intervento di una educatrice in un centro diurno che racconta come possa capitare che nel centro ci siano persone che si piacciono e che si innamorano proprio come qualsiasi altro e, dopo la fase dell'innamoramento, c'è a volte la voglia di fare famiglia. Si nota come nella coppia i limiti della disabilità vengono compensati e questo giova ad entrambi i membri della coppia e fa raggiungere obbiettivi impensabili anche con un l'aiuto degli educatori.
Interviene poi Oscar Miotti, psicoterapeuta, che alla domanda «Esistono ancora dei tabù oggi?» risponde che spesso i disabili vengono visti come degli “angioletti” e la dimensione affettiva viene trascurata. Miotti aggiunge che spesso nemmeno dagli psicologi la sessualità viene presa sul serio e viene usata a volte come alibi per fare delle battute; non c'è preparazione per approfondirla.
Parlando di genitori invece, quando questi incontrano gli psicologi tendenzialmente chiedono come respingere questi impulsi sessuali, cosa non possibile da fare però anzi, a volte questi impulsi sono positivi perché se si uniscono affettività e sessualità possono fare bene alla salute per esempio nel caso dei malati psichici, se si intende la sessualità come contatto umano.
Lo psicoterapeuta conclude dicendo che servono operatori che spieghino concretamente le cose, per esempio come proteggersi durante un rapporto.
Gian Paolo Lovera, responsabile di servizi per la vita autonoma di persone con disabilità cognitiva, continua la diretta e porta l'esperienza vissuta nella sua cooperativa che ha gestito dei servizi per persone con disabilità allo scopo di sviluppare la loro autonomia. Spiega come partendo da singoli sono riusciti a creare progetti per coppie di persone con ritardo cognitivo che avevano bisogno di imparare a vivere in autonomia. Ciò ha implicato anche un percorso sulla affettività e sessualità e una educazione sulla genitorialità nel caso dovessero accudire dei figli.
«Mio marito mi ha conosciuta che camminavo però lui lo sapeva che un giorno io non avrei più camminato», è quello che racconta Laura Miola, influencer. È in carrozzina da quando ha 21, è sposata da 5 anni e ha due bambini. Inizialmente Laura aveva paura di influenzare negativamente la vita di suo marito a causa della sua disabilità motoria ma quando lui le ha chiesto «Se fosse capitato a me tu mi avresti lasciato?» lei ha capito che la sua disabilità non era assolutamente un ostacolo per il loro amore. Hanno condiviso la loro storia su internet e hanno ricevuto molto affetto e supporto.
Una storia simile è quella di Cecilia Sorpilli che ha una disabilità motoria e respiratoria e ha un compagno con il quale convive da 3 anni. Lei era terrorizzata all'idea di esporsi con lui ma poi si è resa conto che era più spaventata lei di dell'idea che si sarebbe fatto il fidanzato. «Mentre nelle altre coppie nei primi mesi si cerca sempre di mostrare il lato migliore, quando c'è la disabilità i tuoi bisogni li comunichi subito» dice Cecilia, questa fa si che si aiutano con molta naturalezza sviluppando una relazione sana.
Come ospite era presente un'altra psicoterapeuta, Elisabetta Cimatti. «Sono i bisogni, i desideri dei ragazzi che ci stimolano, che creano in noi adulti, educanti, un turbamento».
L'incontro si conclude con Giovanni Paolo Ramonda che ricorda come «nel libro della genesi quando il buon Dio crea tutto, crea l'uomo e la donna e dice che "è cosa molto buona"... ed erano nudi» e quindi, aggiunge, «l'affettività e la sessualità sono cosa ottima, bella, meravigliosa».