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25 Settembre 2020

«La prostituzione si sposta al chiuso»

Il racconto dei testimoni durante la diretta facebook
«La prostituzione si sposta al chiuso»
Foto di Filippo Brambilla
2° appuntamento online della Comunità Papa Giovanni XXIII
Nella cronaca di questi giorni, ha destato scalpore la vicenda della professoressa di giorno che, insieme al marito, di notte dirigeva come maitresse di altri tempi appartamenti sul litorale pontino tra Sabaudia e Terracina. Sfruttatori insospettabili di giovanissime donne dell’est ingaggiate per soddisfare i clienti dei minibordelli per vip. L’industria della prostituzione ai tempi del Covid non solo non si è fermata ma si è mascherata in varie forme.

Prostitute straniere

Sono albanesi, rumene, bulgare ma anche brasiliane e peruviane. Sempre più numerose le donne africane (nigeriane e ivoriane) con prole. La prostituzione in Italia dopo il lockdown è ripresa sulle strade ma soprattutto al chiuso. Paolo Ramonda, nel corso della diretta Facebook promossa all’interno del progetto di prevenzione “Nemmeno con un fiore! Stop alla violenza”, ha fatto emergere, dal racconto di operatrici e operatori antitratta della Comunità Papa Giovanni XXIII, un mondo di sfruttatori e di uomini dipendenti dal sesso a pagamento che in questi mesi estivi ha trovato nuove vie per ampliarsi. Tra i volti incontrati in questo inizio dell’anno, colpisce «una giovane albanese, di soli 22 anni, che paga ogni mese 600€ a chi le affitta l'appartamento e 600€ a chi le affitta il marciapiede.

Una rete di "sfruttatori" che guadagnano sulla sua pelle. Un'amica l'ha invitata a venire in Italia... Altro che amica! Ci ha chiesto di aiutarla ad essere libera. Quando l
e nostre operatrici l’hanno incontrata di giorno, senza minigonna e trucco, era completamente un'altra persona. In Albania aveva iniziato a studiare all'università. Vorrebbe riprendere a studiare ma anche lavorare per mantenere la sua famigliaQueste giovani donne hanno bisogno di relazioni di fiducia, di chi le sostenga passo dopo passo, specie in questa pandemia. Hanno bisogno di progetti d'integrazione veri e anche a lungo termine, che consentano loro di recuperare la loro dignità e inseguire un sogno personale. Non a continuare ad essere soggiogate da fidanzati opportunisti, magnaccia, false amiche connazionali...»

Lo sfruttamento indoor

Al Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII fa eco Viviana Coppola di Save the children Italia ricordando che moltissimi sono minori: 10milioni nel mondo secondo il recente Report “Piccoli schiavi invisibili” che subiscono violenze e abusi e di cui gli sfruttatori si approfittano perché sono in uno stato bisogno e di dipendenza affettiva. «L’impatto che ha questa violenza è a lungo termine. Giovani adulte vivono un senso di vergogna e impotenza che creano uno scompenso e uno squilibrio enorme. Perchè non solo sono costrette a prostituirsi e a pagare per il marciapiede e la stanza ma sono anche private della libertà di scelta e private del loro futuro».
Nelle grandi metropoli, ma anche 
lungo la costiera adriatica, il fenomeno è cresciuto e si è spostato al chiusoE l’allarme riguarda soprattutto lo sfruttamento online, attraverso l’adescamento e anche il cybercrime. «Le reti criminali sono state rapidissime nel riadattare i propri modelli di business attraverso l’uso intensivo della comunicazione online e anche l’uso dello sfruttamento indoor, nelle case, pur di mantenere le proprie entrate. E la cosa tristissima è che il cybercrime connesso alla tratta ha sviluppato enormi capacità operative con l’aumento della richiesta di servizi online o in videochat e a questo fenomeno si associa anche un altro fenomeno: le torture, le violenze perpetrate per produrre materiale pedopornografico».

Non a caso Europol ha segnalato che nel corso della pandemia l’aumento di materiale pedopornografico è aumentato del 30%.
Delle violenze psicologiche, fisiche, economiche e dello stalking subìti dalle donne e dai minori che sono nell’industria della prostituzione ne parla Stefania Cantatore dell’Udi di Napoli richiamando la Convenzione di Istanbul, nata proprio per la prevenzione e la lotta contro la violenza alle donneE, riportando alla responsabilità delle famiglie e anche della politica, ricorda un’altra terra di sfruttamento, questa volta non di clienti altolocati come nel pontino, in una frazione segnata da degrado e illegalità: Parco Verde a nord di Napoli. Qui «sono le famiglie che proteggono chi picchia, chi violenta e protegge anche chi prostituisce. Lì c’è un autogoverno in cui la prostituzione infantile è pane quotidiano. E la Preside della scuola di quella periferia è stata lasciata sola insieme a questi giovani. Sindaco, Presidente della Regione in tutte queste periferie sono inadempienti».
A Parco verde, ci sono giovani madri che si prostituiscono per 5 e 10 euro con la compiacenza dei conviventi-sfruttatori, e minori che crescono come adulte in un clima di violenze, promiscuità e illegalità.


Gli uomini vanno educati

È proprio sul tema della famiglia e delle dipendenze affettive e sessuali che ritorna anche Paolo Ramonda. Alla radice dello sfruttamento del corpo femminile, c’è la richiesta esigente degli uomini, la ricerca di potere. «Oggi c’è una connessione fortissima tra sessualità e potere e come è stato detto tra sessualità e politica. C’è una costruzione sociale negativa nei confronti delle prostitute e invece una costruzione positiva del cliente. I luoghi comuni dicono che in fondo è il mestiere più antico del mondo. Invece no: è l’ignominia più antica del mondo!
 
L’uomo è predatore. Mentre la donna è una meraviglia, nella relazione affettiva sessuale, che desidera l’amore non la prestazione. L’uomo va educato. Occorre presentare la positività dell’aspetto affettivo, sessuale, e anche erotico. Dobbiamo educare i nostri giovani alla bellezza, alla conquista, alla vita dei sentimenti, alla relazione, alla seduzione, all’incontro di sguardi, anche ai silenzi...». Paolo Ramonda, che con la moglie Tiziana, è consulente sessuologo formato all’Istituto di sessuologia clinica di Torino spiega quanto sia importante recuperare il senso del desiderio affettivo e sessuale consigliando anche l’astensione dei rapporti perché l’uomo riscopra la donna come completamento della sua persona e non come oggetto. L’attesa, la conquista, la seduzione al posto del “tutto e subito”. Molti clienti sono anziani, molti cercano prestazioni sconvolgenti, cercano le bambine, cercano le donne in stato di gravidanza. Bisogna interrompere questo circuito di soprusi.
Per questo la Comunità Papa Giovanni XXIII, continua con la campagna Questo è il mio corpo la raccolta di firme - ad oggi quasi 32.000 – perché anche in Italia come nel nord Europa siano multati i clienti e indirizzati a percorsi riabilitativi.
 
Anche la Dirigente del Dipartimento per le pari opportunità, Annaclaudia Servillo, di fronte alle proposte delle organizzazioni presenti al dibattito, manifesta la sua preoccupazione per la situazione italiana, invitando a promuovere nuove progettualità per il supporto delle madri vittime di tratta, o percorsi di aiuto più a lungo termine che migliorino la qualità della tutela e dell’integrazione di tante giovani migranti come delle italiane. E da donna di legge, rispetto alla riduzione della domanda, confida «posso condividere la posizione di chi ritiene che le ordinanze possano essere degli stratagemmi per cercare di arginare il fenomeno». Specie in quelle tante zone, dal sud al nord Italia, dove l’illegalità e le mafie hanno la meglio sulle persone più vulnerabili, e i clienti ne foraggiano i proventi.