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12 Novembre 2019

Mangiare sano con la pietra scartata

La ricetta della cooperativa riminese che riesce a confezionare prodotti buoni, sani e solidali.
Mangiare sano con la pietra scartata
Nato oltre 30 anni fa quando il biologico era un tema di nicchia, il marchio "La Madre Terra" oggi vende in tutta Italia e in Europa, portando sulle nostre tavole l'ecologia integrale di Papa Francesco.
La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo. Si può dunque superare la cultura dello scarto contro cui sempre tuona papa Francesco, facendo dello “scarto” il principio di una costruzione umana ed economica, di un’azienda sana, efficiente, che rispetta la natura e l’uomo? 
Il versetto del salmo è diventato una scommessa. Nel lontano 1987, quando Jorge Mario Bergoglio era solo un gesuita argentino e ancora non era esplosa la moda del cibo biologico, il laboratorio “La pietra scartata” già si proponeva di fare insieme ecologia umana ed ecologia ambientale (copyright papa Francesco). La scommessa era quella di coinvolgere le persone che la società ingiustamente tratta come “scarti” per realizzare prodotti alimentari rispettosi della “Madre Terra” (ecco il marchio!) perché dono di Dio agli uomini. Il sogno di un mondo di cose buone, in tutti i sensi. Una scommessa esaltante, ma anche faticosa, difficile, perché deve farsi strada in una società basata su altri criteri. 
All’origine di tutto c’era l’esperienza della Comunità Papa Giovanni XXIII e l’insegnamento di don Oreste Benzi che continuamente richiamava a costruire “cieli nuovi e terre nuove”, la società del gratuito. Ma c’era anche la frequentazione di Gino Girolomoni, il pioniere dell’agricoltura biologica in Italia. «Ero un bambino quando lo vedevo frequentare casa mia», ricorda Francesco Pasolini, 46 anni – figlio di Pino, il fondatore della “Pietra scartata” – ed oggi responsabile di questo ramo d’azienda che fa capo alla Cooperativa sociale La Fraternità. 
Francesco Pasolini responsabile de La Pietra Scartata

Le materie prime raccolte al momento giusto

La Pietra Scartata nasce come compimento del ciclo “dalla terra alla tavola” con la vicina azienda agricola di San Facondino (anch’essa parte della Comunità Papa Giovanni XXIII): l’azienda produceva e il laboratorio trasformava.
Oggi La Pietra Scartata, che ha sede a San Clemente, il paese delle colline riminesi che ha dato i natali a don Benzi, si rifornisce anche da altre aziende agricole della rete Papa Giovanni XXIII (Bologna, Macerata, Lunigiana) e da selezionati produttori locali. 
La qualità, anzi una qualità d’eccellenza, è l’obiettivo di tutto il processo produttivo. Le materie prime, tutte di coltivazione biologica, sono raccolte a mano nel momento giusto di maturazione. Non sono stipate in frigoriferi ma immediatamente avviate a lavorazione. E la trasformazione avviene senza l’utilizzo di sostanze chimiche, anche di quelle consentite dalla legge come antiossidanti e addensanti. Senza scartare nulla perché, recita lo slogan stampato anche nelle magliette, “anche la buccia ha del buono”. 
Stand prodotti de La Madre Terra

Dove si trovano i prodotti del marchio "La madre terra"

Così nascono passate di pomodoro, creme vegetali, confetture e marmellate, sott’oli, mieli, succhi di frutta, confetture di rarità e delizie, e tutti gli altri prodotti (200 ricette) presenti nel catalogo che si può consultare sul sito lamadreterra.com.
Fra le novità, la crema spalmabile Noccio e Ciocco con il 51 per cento di nocciola piemontese IGP (Azienda agricola Tarable) e il cacao da coltivazioni equo-solidale. Una vera delizia non comparabile con analoghi prodotti industriali.
Ogni anno vengono realizzati la bellezza di 400 mila barattoli. Ciò significa che il laboratorio lavora qualcosa come 200 tonnellate di materie prime, ma è una stima per difetto. Il laboratorio, oltre a produrre con il proprio marchio, effettua lavori per conto terzi. Trasforma cioè con il proprio metodo i prodotti di piccole aziende agricole, agriturismi, fattorie didattiche, che poi appongono il loro marchio.
In ogni regione italiana ci sono negozi specializzati bio, botteghe del commercio equo e solidale, G.A.S.  che hanno scelto i prodotti a marchio “La Madre Terra” (l’elenco è sul sito), ma gli stessi prodotti finiscono anche in Francia, nella famosa catena “Bio c’est bon”, in Germania, Olanda e Finlandia. 

C'è chi arriva da storie difficili

Il miracolo – non si può non chiamarlo così – è che questi prodotti biologici di alta qualità prendono forma e sapore grazie al lavoro di persone con disabilità fisica e/o psichica o che provengono da gravi situazioni di disagio. La Pietra scartata, che è un centro socio-occupazionale riconosciuto dalle Asl, ne ospita mediamente venticinque. Sono seguiti da una dozzina di operatori/educatori che condividono con loro la straordinaria avventura di avere un lavoro.
«È tenendo conto delle capacità di ciascuno che si organizza il ciclo produttivo – racconta Francesco –. C’è una ragazza, Sara, che ha problemi di autismo, ed è pertanto bravissima a svolgere mansioni seriali come l’etichettatura, è molto più veloce di altri».
Alla Pietra Scartata arrivano a lavorare anche gli ospiti della Casa Madre del Perdono, detenuti inseriti in un percorso di recupero alternativo al carcere. «È bellissimo vedere come i sorrisi e gli abbracci delle persone disabili contribuiscano al loro recupero», testimonia Francesco. Alcuni di loro si sono talmente inseriti che poi è scattata un’assunzione.  Racconta un detenuto: «Loro non ti guardano facendoti pesare che hai sbagliato. Sono pieno di rabbia, ma questa azienda mi rilassa».
Interessante anche la storia di Alessandro, responsabile operativo del laboratorio. È arrivato nel 2002 dopo essere uscito da una comunità per tossicodipendenti. «Volevo andare in missione, sono capitato qui e mi sono sentito come a casa mia. Non sapevo nulla di questo lavoro, l’ho imparato facendolo.» E da allora lo insegna agli altri.

Tecnologia a servizio della qualità

Nel laboratorio ci sono macchine tecnologicamente avanzate, che bisogna saper bene manovrare. Non sono più i tempi in cui le confetture si cuocevano a fuoco vivo in un grande paiolo. Adesso ci sono macchine che cuociono a bassissima temperatura (massimo 40 gradi) perché rimangano inalterati colore e sapori dei frutti della madre terra. Comunque macchinari, tecnologie, metodi di lavoro sono scelti perché ci possa essere un posto per tutti, perché ciascuno possa mettersi in gioco. «Il nostro motto è lavorare insieme aiutandosi, senza lasciare indietro nessuno». 
È un’azienda ed è una comunità di vita. All’ora di pranzo si mangia insieme, accolti da Damiano, un uomo spastico, alla Pietra scartata fin dal 1987, l’unico dei primi ancora presente. E dopo il pranzo si va a conferire con il Principale. «Ci raduniamo nella cappella – racconta Francesco –: leggiamo il Vangelo del giorno ed il commento di don Oreste. Partecipano tutti, anche chi viene da una tradizione religiosa diversa.»  Forse il miracolo della Pietra Scartata sta proprio in questo rapporto quotidiano con il Principale. 
 
Vasetto con etichetta de La Madre Terra

 

dove acquistare i prodotti della Madre Terra

Il laboratorio “La pietra scartata” propone una varietà di confezioni regalo con prodotti a marchio La Madre Terra e di altri selezionati produttori (come il panettone Giotto dei carcerati di Padova).  Sono confezioni, tutte eleganti e golose, con prezzi diversificati a seconda della quantità.
Si possono anche ordinare bomboniere bio solidali per qualsiasi ricorrenza. Le trovate tutte sul sito shop.apg23.org dove le potete anche acquistare online. Per informazioni: tel. 0541 857522