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17 Settembre 2019

Perché la sharing economy non basta

In piazza il 21 e 22 settembre l'iniziativa solidale della Comunità di don Benzi per garantire 7 milioni e mezzo di pasti a persone sole e in difficoltà.
Perché la sharing economy non basta
Dalla "sharing economy" alla "sharing humanity" : la Comunità Papa Giovanni XXIII riassume il suo modello di condivisione nel libro #iosprecozero e torna nelle piazze di tutta Italia con "Un pasto al giorno".
Si parla tanto di sostenibilità e di nuovi comportamenti per ridurre lo spreco di risorse, i costi e tutelare l’ambiente.
Si parla di innovazione tecnologia che favorisce un uso più corretto delle risorse, permettendo a più persone di utilizzare - in tempi diversi - lo stesso bene (auto, case, oggetti), pagando solo il tempo di uso, riducendo gli sprechi.
È la sharing economy, tanto diffusa negli ultimi anni, che ha modificato i nostri comportamenti. Ad esempio quando usiamo piattaforme per affittare una casa per le vacanze, quando accediamo a quell’app per vedere se ci sono automobilisti che offrono passaggi lungo il tragitto che dobbiamo coprire, o quando accediamo a spazi condivisi per lavorare. 
Eppure, tutto si chiude con il tocco sullo schermo di uno smartphone per terminare un noleggio o non appena si esce dalla porta di una postazione di coworking. Si parla di economia, molto poco di persone.
«Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII ha sempre parlato di condivisione, non con il significato che gli viene attribuito oggi, di condividere un bene o di condividere una foto sui social – spiega Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità –  ma intendendo condividere la propria vita, legarla a quella degli altri, a partire dagli ultimi». 

Cos'è la sharing humanity?

Da più di 50 anni i membri della Comunità Papa Giovanni XXIII realizzano questa condivisione, questo “avere in comune”, questo “dividere con”, vivendo la propria vita insieme alle persone più emarginate, combattendo le ingiustizie e le distorsioni della società. E oggi sintetizzano questo stile di vita in un nuovo termine, che propone di spingersi oltre la sharing economy per arrivare alla sharing humanity, ovvero superare i semplici obiettivi del guadagno e del risparmio per mettere al centro la creazione di legami autentici
«In questo spirito di condivisione non si spreca nulla – continua Ramonda –. Ogni persona, ogni esperienza, anche quelle più negative e dolorose, fanno parte della condizione umana e da queste si impara e si può ricostruire. Per questo parliamo di sharing humanity.»
Libretti Io Spreco Zero

Il tema viene approfondito nel terzo volume del libro #iosprecozero, che vede il suo lancio il 21 e 22 settembre durante l’evento “Un pasto al giorno”, organizzato anche quest’anno dalla Comunità nelle piazze di tutta Italia (maggiori informazioni su unpastoalgiorno.org).
A distribuire il libro in cambio di un’offerta libera – e il cofanetto che contiene anche i due volumi precedenti della collana #iosprecozero – sono oltre 4mila membri e volontari della Comunità che per l’undicesimo anno consecutivo tornano in piazza per sensibilizzare sul tema dell’ingiustizia della morte per fame, dello sprecoe per raccogliere risorse per garantire 7 milioni e mezzo di pasti a tutte le persone che vengono aiutate nelle sue oltre 500 realtà di accoglienza, mense per i poveri e nei centri nutrizionali in tutto il mondo.

I dati dello spreco.

Secondo i dati delle Nazioni Unite, 821 milioni di persone nel mondo soffrono ancora la fame. E a fronte di questo, lo spreco di cibo è enorme, tanto che, solo il nostro Paese, ogni anno fa finire 12 miliardi di euro nella spazzatura. Le fragilità del Pianeta stanno emergendo con forza anche in tanti altri ambiti: dai cambiamenti climatici alle problematiche economiche, passando per la stessa organizzazione della quotidianità, sono sempre di più i segnali d'allarme che dovrebbero spingere l'uomo a utilizzare le risorse disponibili con maggiore responsabilità.
La collana #iosprecozero è stata lanciata dalla Comunità Papa Giovanni XXIII nel 2017 proprio per proporre spunti, riflessioni, consigli su tante piccole azioni quotidiane che ciascuno può adottare per trattare il Pianeta e le risorse con rispetto e responsabilità. «Non perché siamo esperti nel tema – sottolinea Ramonda – ma perché in 50 anni di vita accanto agli ultimi abbiamo visto davvero come la fame e lo spreco siano due facce della stessa medaglia e come siano sempre i più poveri le vittime del mondo più ricco.»

Come agire concretamente?

Se ciascuno può fare la sua parte, dice la Comunità, ecco le proposte che lancia: 
  • Cercare sul sito unpastoalgiorno.org le postazioni della Comunità Papa Giovanni XXIII in cui recarsi sabato 21 e domenica 22 settembre, dove lasciare la propria offerta e contribuire a garantire un pasto a chi non ce l’ha. 
  • Sfogliare i libri #iosprecozero per trovare consigli pratici da mettere in atto fin da subito nella propria vita e spunti interessanti su cui riflettere per non sprecare non solo il cibo, gli oggetti e le risorse, ma soprattutto il proprio tempo e la propria vita, per esempio dedicandola agli altri.
  • Realizzare la sharing humanity, come suggerisce la Comunità «affrontando le vicende della vita rispettando la sensibilità e la personalità di ognuno, fondendo e unendo esperienze in modo che nessuno debba mai sentirsi solo». Don Oreste Benzi era andato anche un po’ più in là, immaginando la Società del Gratuito: «Una società in cui il senso dell’esistere di ciascun individuo sia proprio in funzione del tutto, della società stessa, che è fatta da tutti gli individui».
  • Seguire il movimento mondiale nato su questi temi, come sta facendo anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, a partire dal Tempo del Creato, il mese di celebrazione ecumenica di preghiera e azione per il creato che termina il 4 ottobre, fino all’evento “The Economy of Francesco” promosso da Papa Francesco dal 26 al 28 marzo 2020 ad Assisi.
 
L’obiettivo è quello di arrivare a un autentico patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima a quella di domani.
«Un’economia diversa – ha scritto il Pontefice in un messaggio dedicato all’evento – quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda».