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15 Aprile 2021
Ultima modifica: 15 Aprile 2021 ore 10:14

A scuola entra lo sballo

Aumenta il consumo di droga tra adolescenti e giovanissimi: la prevenzione si gioca tra i banchi scolastici, ora anche online.
A scuola entra lo sballo
L’uso di droghe tra gli adolescenti è in costante aumento, il mercato degli stupefacenti è diventato sempre più capillare sul territorio, i costi delle sostanze psicoattive sono sempre più bassi e dall’inizio dell’epidemia Covid ci si può rifornire “comodamente” da casa attraverso internet e il dark web.
Questi dati allarmanti sono stati evidenziati durante la Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, all’interno dell’indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani, svoltasi lo scorso novembre.
Davanti a questo scenario preoccupante la Cooperativa Papa Giovanni XXIII ha deciso di scendere in campo proponendo diversi progetti per la prevenzione della dipendenza rivolti ai giovani delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
«Già da diversi anni proponiamo progetti educativi alle scuole» dice Fethi Atakol, educatore della Cooperativa Apg23. Nell’anno scolastico 2018-2019 sono state 167 le classi incontrate in tutta Italia, per un totale di 3650 adolescenti e giovani, dalla classe terza della Primaria, fino ad arrivare alla classe quinta della Secondaria di secondo grado, per un totale di 900 ore investite nei vari incontri.
«All’inizio della pandemia eravamo nel pieno del nostro lavoro, sia a Rimini, sia in altre parti d'Italia: abbiamo dovuto interrompere il 60% dei progetti, perché la parte più rilevante dei nostri interventi si svolge di solito da febbraio a maggio».

La prevenzione parte dalla scuola

Il Covid ha scombussolato i piani un po’ a tutti, ma gli educatori della Cooperativa Papa Giovanni XXIII non si sono dati per vinti: «Durante l’estate 2020 abbiamo imparato a usare i programmi per la didattica a distanza – continua Fethi – e la Cooperativa ha scelto di fare un investimento dedicando 3 uffici per i progetti a distanza, comprando anche computer, videocamere e microfoni adatti allo scopo».
C’è da dire che le scuole sono sempre più consapevoli del problema, tant’è che per l’anno scolastico 2019-2020 erano arrivate molte richieste: «A Rimini eravamo passati da circa 65 classi dell’anno precedente, a più di 100 per il 2019-2020, che però siamo riusciti a fare solo in parte, a causa dell’epidemia» spiega Fethi.
Per l’anno scolastico attuale, la Cooperativa Papa Giovanni XXIII ha proposto vari progetti educativi sulla prevenzione, dando alla scuola la possibilità di scegliere tra diverse modalità:
  • solo online;
  • solo in presenza;
  • mista (qualche incontro in presenza e qualche incontro online);
  • all’aperto (come ad esempio nel giardino della scuola o in un altro luogo pubblico).

La prevenzione ai tempi del Covid

Ma è davvero la stessa cosa incontrare i giovani di persona o farlo con un’attività online? «Quando sei con i ragazzi riesci a percepire se sono coinvolti o se si stanno annoiando, così puoi cambiare il ritmo dell’incontro, puoi proporre un’attività diversa per ricatturare la loro attenzione» spiega Fethi. «A distanza questo non è possibile, dobbiamo intercalare la nostra presentazione con attività che coinvolgono direttamente i ragazzi attraverso giochi d’interazioni online, ma non si può improvvisare più di tanto».
Il Covid ha costretto gli educatori a percorrere strade nuove, ma non ci sono solo aspetti negativi in questo: «Inizialmente il fatto di proporre incontri a distanza ci sembrava solo una limitazione» confessa Fethi, «ma lavorando con queste nuove modalità, siamo riusciti a creare materiali nuovi, a essere anche più sintetici nel proporre i vari contenuti. Le limitazioni e le difficoltà rimangono, perché non sai cosa stanno facendo i ragazzi dietro a quella telecamera, però hai la possibilità di conoscerli meglio: quando scrivono sono più liberi, riescono a dire cose più personali sia in chat, sia attraverso alcuni giochi interattivi che proponiamo loro. Abbiamo scoperto anche un altro vantaggio: possiamo raggiungere scuole che prima non riuscivamo a raggiungere. E poi possiamo utilizzare tanti strumenti successivi agli incontri, come Google moduli, per raccogliere un feedback che si sta rivelando molto interessante».
Fethi Atakol
Fethi Atakol, educatore della Cooperativa Papa Giovanni XXIII, che propone progetti sulla prevenzione alle scuole

Un’alleanza tra educatori

Un’altra novità emersa in questa nuova modalità online: «Nei progetti in presenza ci veniva data la possibilità di non avere il prof in classe, per avere i ragazzi più liberi di parlare» spiega Fethi. «Presentando i progetti a distanza, l’insegnante deve essere presente, perché siamo ospiti nelle loro lezioni online. La presenza dell’insegnante, che noi incontriamo in anticipo, si è rivelata positiva, l’insegnante diventa in molti casi un collaboratore, soprattutto quando i temi che affrontiamo sono complessi. Noi lanciamo degli input, poi l’insegnante può scegliere di approfondirli ulteriormente durante le proprie lezioni. Si crea una possibile alleanza educativa anche a distanza, cosa che prima si creava più raramente. È un rinnovamento interessante ed entusiasmante».

I progetti educativi: non solo droga

I progetti educativi affrontano problematiche legate alle dipendenze, ma non solo: vengono trattati anche temi come il bullismo, l’uso consapevole della rete, revenge porn, la gestione e il riconoscimento delle emozioni.
Nel gruppo che propone i vari progetti alle scuole sono presenti non solo educatori, ma anche psicologi, sociologi, counselor e altre persone che portano testimonianze di vita. Ecco alcuni dei progetti attivati:
  • Mondo Stupefacente: sulle dipendenze patologiche e i consumi nocivi
  • Disconnettiamoci: sulle nuove tecnologie, videogiochi e i pericoli della rete
  • #dip# school quiz theatre: uno spettacolo teatrale e percorsi educativi
  • A tutta birra: su alcol, divertimento, rischio
  • Condividi+Consapevole: sulle nuove tecnologie, social media, i pericoli della rete
  • Fratturarte: sulla gestione della rabbia e la globalità dei linguaggi
  • Piacere, felicità: sull’affettività e sessualità
  • Life is now! (?): sulle nuove tecnologie e i pericoli della rete
  • Pensiero Indipendente: sulle dipendenze patologiche e i consumi nocivi
  • C’è vita oltre lo schermo: sulle nuove tecnologie, i pericoli della rete
  • Parole e gesti per dire addio: sull’elaborazione del lutto
  • Parlami d’amore: sull’affettività
  • Smile School: su bullismo e cyberbullismo
  • I care: sul benessere nel gruppo classe
Per chi fosse interessato ai progetti, può chiedere maggiori informazioni mandando un messaggio (sms o whatapp): 348.2332199

Cos’è la Cooperativa Apg23

La Cooperativa Papa Giovanni XXIII nasce nel 1988 e attualmente gestisce in Italia 23 comunità terapeutiche per il recupero di tossicodipendenti, alcolisti e giocatori d'azzardo patologici con una forte concentrazione in Emilia Romagna e sedi operative anche in Piemonte, Lombardia, Veneto. A supporto di tale azione, e per far fronte alle numerose richieste di inserimento di persone adulte con diverse problematiche, ha dato vita a case di accoglienza, anche di emergenza.