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5 Giugno 2024

San Bonifacio

Il 5 giugno si ricorda il vescovo e martire, apostolo dei Germani
San Bonifacio
«Siamo pastori solerti che vegliano sul gregge di Cristo, che annunciano alle persone importanti e a quelle comuni, ai ricchi e ai poveri la volontà di Dio»
San Bonifacio nasce col nome di Winfrid nel 673 da una famiglia nobile del Wessex, uno dei numerosi piccoli regni dell’Inghilterra del VII secolo. Si fa monaco benedettino. Nel 716 parte per evangelizzare la Frisia (attuale Olanda) ma si scontra con l’opposizione del capo locale. Nel 719 compie un pellegrinaggio a Roma dove papa Gregorio II lo invia ufficialmente quale missionario papale presso i popoli germanici e gli dà un nome nuovo a simbolo della sua missione: Bonifacio (colui che fa il bene).

Con 11 compagni si stabilisce dapprima in Frisia e poi si dedica all’evangelizzazione della Turingia e dell’Assia. Nel 722 il Papa lo nomina vescovo di tutta la regione oltre il Reno e nel 732 lo innalza alla dignità di arcivescovo di tutto il territorio da lui evangelizzato. Nel 744 costruisce l'abbazia di Fulda, che diventerà per secoli il cuore della fede cattolica in terra germanica. Nel 754, ormai ottantenne, viene ucciso a Dokkum insieme a 52 suoi compagni. L’apostolo dei Germani è ricordato dalla liturgia il 5 giugno.
 
A quarant'anni esce da una vita di monaco e di professore, bella e fruttuosa, per lanciarsi nella difficile impresa di annunciare il Vangelo alle popolazioni germaniche. Parte dal suo monastero al di là della Manica con 3 amici, per allargare o ravvivare il fuoco della fede nel continente europeo. Alla fine del secolo VI era iniziata l’evangelizzazione dell’Inghilterra. Nel secolo VIII, missionari anglosassoni ripercorrono in senso inverso lo stesso cammino.

Quando Bonifacio giunge nell'Assia, a Geismar fa abbattere una quercia venerata dai pagani, consacrata al dio Thor. Quel gesto viene ritenuto una vera sfida alla divinità e i pagani accorrono in massa per assistere alla vendetta del dio offeso. Bonifacio ne approfitta per recare loro il messaggio evangelico. Inoltre, con il legname della quercia abbattuta fa costruire una piccola chiesa in onore di S. Pietro, ricordandosi così dei consigli di Gregorio Magno ai missionari: «Non distruggete i templi dei pagani ma svuotateli degli idoli e consacrateli a Dio». Oltre a costruire chiese utilizzando e santificando elementi pagani, Bonifacio in quelle terre impianta decine di monasteri, scuole di agricoltura e di mestieri, centri di cultura cristiana e fucine per il clero locale.

Per aiutarlo dalla sua terra d’origine affluiscono giovani instancabili, temerari, disponibili a fare i contadini, i pescatori, i muratori, ad inventare nuove lingue, ma anche donne straordinarie come Lioba, Tecla e Cunitrude, giovani coltissime, brillanti, che lasciano la loro terra per guidare decine di monasteri in terre barbariche. L’opera di conversione dei popoli germani avviata da Bonifacio con successo, e sostenuta da tanti collaboratori, ha ancorato indissolubilmente alla guida di Pietro le chiese della destra del Reno. Da come Bonifacio ha agito risalta la profonda coscienza di essere parte di un Corpo unico; lui ha piantato, i suoi collaboratori hanno seminato, ma è Dio che fa crescere, e tutti siamo collaboratori di Dio (cfr.1 Cor 3,6-9).