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9 Marzo 2024
Ultima modifica: 12 Marzo 2024 ore 09:14

San Domenico Savio

Il 9 marzo la Chiesa ricorda il patrono dei bambini e delle gestanti
San Domenico Savio
«La morte, ma non peccati»
Nacque il 2 aprile 1842 presso Chieri, da Carlo, fabbro, e Brigida Gaiato, sarta. A soli 7 anni fece la Prima Comunione. A quel tempo si riceveva l’Eucaristia a 12 anni, ma Domenico si dimostrava così profondamente buono che il suo parroco volle che anticipasse i tempi. Il 29 ottobre 1854 entrò nell’oratorio di don Bosco per poter continuare gli studi. L’8 dicembre di quell’anno Papa Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione e Domenico si consacrò a lei con questa preghiera: «Maria, vi dono il mio cuore; fate che sia sempre vostro».
L’8 giugno del 1856 fondò la Compagnia dell’Immacolata: gli iscritti si impegnavano a vivere una vita intensamente cristiana e ad aiutare i compagni a diventare migliori. Nel febbraio del 1857 Domenico fu scosso da una tosse profonda ed i medici non sapevano che fare; don Bosco lo rimandò a casa e la sera del 9 marzo morì tra le braccia dei genitori. Il 12 giugno 1954 Papa Pio XII lo dichiarò santo. La festa di Domenico si celebra il 9 marzo per il Martirologio Romano, il 6 maggio viene invece festeggiato nella Famiglia Salesiana e nella regione pastorale piemontese.

A Domenico, più che lo studio, stava a cuore la santità ed un giorno chiese a don Bosco: «Vorrei diventare santo. Mi aiuta a diventarlo?». Don Bosco fece venire il ragazzo vicino a sé e gli disse, parlando con profonda dolcezza e convinzione, che la strada per diventare santo consisteva nel compiere con amore il suo dovere, nell’aiutare gli altri, ma soprattutto nell’essere allegro, sorridente, generoso con tutti. Alla domanda di Domenico «E che penitenze devo fare?», don Bosco rispose: «Nessuna! Io ti do solo questo come penitenza: dovrai sorridere ed essere felice sempre, anche nelle difficoltà. Il Signore non vuole altro».
Domenico era davvero il ragazzo più allegro e felice dell’oratorio; accoglieva con gioia e sincera amicizia tutti i nuovi arrivati e ad uno di essi disse: «Sappi che noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri. Facciamo in modo di evitare il peccato, come un grande nemico che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore». Per conformarsi a Gesù che si lasciò giudicare ingiustamente, si fece incolpare di una marachella fatta da due ragazzi indisciplinati. Durante un duello tra due ragazzi si interpose a loro mostrando il crocifisso e dicendo: «Gesù è morto perdonando i suoi crocefissori» e li fece desistere. 
 
L’amore di Domenico a Gesù Eucaristia si poté ammirare quando fu trovato davanti al tabernacolo dopo 6 ore dalla fine della Messa, senza che lui si fosse reso conto del tempo trascorso. Il suo cuore puro e totalmente innamorato di Gesù non oppose nessuna resistenza alla grazia di Dio e fece percorrere a Domenico, in nemmeno 15 anni, un cammino che per quasi tutti gli altri santi è durato tutta la vita. Mise in pratica veramente il progetto di vita stilato la sera della sua Prima Comunione: «I miei amici saranno Gesù e Maria. La morte ma non peccati». In questi tempi che esaltano chi fa il bullo, chi si impone con la violenza, non esitiamo a raccontare ai bambini la vita di Domenico: la grazia della sua vita santa attira i cuori a Gesù e fa desiderare di essere tutto bene senza alcun male.