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19 Ottobre 2023

San Giovanni de Brébeuf

IL 19 ottobre si fa memoria di Giovanni, missionario tra le tribù indigene del nord America
San Giovanni de Brébeuf
«Dobbiamo amare di tutto cuore i selvaggi, considerandoli come riscattati dal sangue del Figlio di Dio e come nostri fratelli»
Nacque il 25 marzo 1593 in una buona famiglia della Normandia (Francia). Nel 1617, all'età di 24 anni, entrò nel noviziato dei Gesuiti a Rouen, dove 5 anni più tardi fu ordinato sacerdote. Nel 1625 partì con un gruppo di preti gesuiti per il Canada, raggiungendo il Québec. Inizialmente visse con gli indiani Algonchini, dai quali apprese la lingua e le usanze. Nel 1626 raggiunse il territorio degli Uroni, dove visse 3 anni, in completa solitudine, non riuscendo a comunicare con questo popolo. Dopo una breve parentesi in Francia, nel 1632 tornò tra gli Uroni. Nel 1649 la missione fu attaccata e distrutta dalla tribù degli Irochesi, che torturarono ed uccisero Giovanni insieme a gran parte degli Uroni e all’altro missionario Gabriele Lalemant. Giovanni è stato beatificato il 21 giugno 1925 da Papa Pio XI e canonizzato il 29 giugno 1931, insieme ad altri 7 missionari martirizzati da tribù indigene del nord America, con i quali viene ricordato liturgicamente il 19 ottobre.

Visse tra gli indigeni del Nord America

Giovanni era un uomo forte e di grande statura, sempre disposto a svolgere i compiti più umili e difficili. A 32 anni era partito, con ardore e dedizione, per evangelizzare gli indigeni del nord America, popolarmente denominati “pellerossa”. Il viaggio per raggiungere la tribù degli Uroni richiedeva di avanzare migliaia di chilometri nelle selve, a piedi o in precarie canoe indigene e per superare le cascate era necessario sbarcare e portare tutto sulle spalle, incluse le canoe. Raccontava così nel suo diario: «Cinquanta volte al giorno rischiamo di affondare o di spaccare la canoa sugli scogli. Ogni giorno abbiamo bisogno di superare 5 o 6 cascate, senza avere alla fine altra consolazione che un po’ di grano schiacciato tra due sassi e cotto in acqua». Con buon umore diceva di essere un “bue da carico”. Ma nel suo diario scriveva: «A volte ero così stanco che il mio corpo non poteva più portare nient'altro. Però allo stesso tempo, la mia anima si riempiva di felicità, perché soffrivo per Dio. Soltanto chi ha già sperimentato questo sentimento può capire ciò che dico». Giovanni si fece “selvaggio tra i selvaggi”, adottando gli usi e adattandosi ai costumi locali, comprendendo, prima di combatterle, le loro superstizioni e le loro debolezze
Dal 1640 gli Uroni furono attaccati dalla tribù degli Irochesi, più bellicosi e feroci, generando negli anni una vera e propria guerra che terminò con la scomparsa quasi totale degli Uroni. Nel corso di questa guerra furono scotennati, torturati e uccisi Giovanni ed altri missionari. Essi sono noti come i martiri canadesi. Dagli scritti di Giovanni emerge la sua disposizione a tale morte: «O Signore, se Voi foste conosciuto! Se almeno gli indios si convertissero a Voi e il peccato fosse abolito per sempre! Se almeno Voi foste amato! Sì, amato Signore; se tutte le torture che i prigionieri in questa terra hanno sopportato, se tutta l'inflessibile intensità delle loro sofferenze dovessero essere il mio destino, io mi offrirei a Voi per questo, con tutto il mio cuore».