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8 Marzo 2024
Ultima modifica: 12 Marzo 2024 ore 09:08

San Giovanni di Dio

L'8 marzo la Chiesa ricorda l'apostolo degli infermi
San Giovanni di Dio
«Attraverso i corpi, alle anime!»
Juan Ciudad (suo vero nome) nasce a Montemoro Novo (Portogallo) nel 1495. Fa tanti mestieri: pastore, contadino, soldato, soccorritore di schiavi, venditore ambulante di libri. Nel 1537, a Granada, ascolta un predicatore ed entra in crisi di fede. Si spoglia di tutti i beni, li dà ai poveri: lo prendono per pazzo e lo rinchiudono in manicomio dove incontra la drammatica realtà dei malati, abbandonati ed emarginati. Apre un ospedale organizzato su criteri di efficienza, igiene e soprattutto amore. Il vescovo del posto ufficializza il nome che il popolo gli ha dato: Giovanni di Dio. Quando muore, l’8 marzo 1550, non lascia nessuna regola scritta, ma il moltiplicarsi dei collaboratori e delle fondazioni spinge la Santa Sede a dare una regola e un assetto giuridico all’Ordine, che prende il nome dalle tre parole che Giovanni ripeteva ogni giorno: “Fatebenefratelli”. Papa Alessandro VIII lo ha proclamato santo nel 1690 e la Chiesa lo ricorda l’8 marzo. È patrono degli infermieri e degli ospedali.

All’età di quarantacinque anni, dopo aver svolto tanti mestieri senza sentirsi particolarmente attratto da nessuno, scopre la sua vocazione vivendo una forte esperienza di condivisione. Rinchiuso in manicomio sperimenta tutto quanto vivono i malati di mente di allora: l’incatenamento e le frustrate. Mentre gli infermieri frustravano qualche malato diceva loro: «Perché trattate male e con tanta crudeltà questi poveri infelici, miei fratelli? Non sarebbe meglio aver compassione delle loro prove, tenerli puliti e dar loro da mangiare con maggiore carità e affetto di quanto fate?». E rinfacciava loro lo stipendio che ricevevano per curare i malati e non per maltrattarli, e di conseguenza prendeva doppia razione di nerbate. Uscito di lì aprì un ospedale. A quel tempo gli ammalati, anche se affetti da malattie contagiose, venivano ammucchiati senza distinzioni, mettendo più infermi nello stesso letto. Giovanni organizzò i suoi ospedali per reparti, secondo le varie malattie, dando ad ognuno un letto pulito e ordinato. Ancora più rivoluzionario il suo modo di operare con i malati di mente: ritenendoli maggiormente bisognosi di affetto umano li amava più degli altri, senza mai percuoterli o incatenarli. Un’attenzione particolare Giovanni aveva anche per le prostitute, cercando di farle ravvedere e cambiare stile di vita. Ma la loro situazione restava a volte irrisolvibile, legate com’erano da minacce e da debiti che Giovanni in qualche modo si impegnava a pagare, ritenendolo particolarmente necessario. Per trovare fondi Giovanni chiedeva l’elemosina dicendo a chi incontrava: «Qualcuno vuol fare del bene a se stesso? Fratelli miei, per amor di Dio, fate bene a voi stessi!», intendendo con questo che  per farsi del bene bisogna fare del bene al prossimo.
Giovanni, considerato il creatore dell’ospedale moderno, non era né frate, né prete, non faceva parte del mondo ecclesiale, ma seppe essere un grande riformatore perché sentì propria la sofferenza della povera gente nella quale riconosceva Gesù.