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18 Settembre 2024

San Giuseppe da Copertino

Il 18 settembre si ricorda il prete che volava
San Giuseppe da Copertino
«Quando ti metti a studiare o a scrivere ripeti: Signor, tu lo Spirito sei ed io la tromba. Ma senza il fiato tuo nulla rimbomba»
Giuseppe Maria Desa nacque il 17 giugno 1603 a Copertino (Lecce) da una famiglia poverissima. 
Dovette lasciare quasi subito la scuola che aveva iniziato a frequentare a causa di un’ulcera cancerosa che lo tormentò per 5 anni, dalla quale fu miracolosamente guarito. 
A 17 anni bussò alla porta di vari conventi per diventare frate, ma fu accolto solo per pietà in un convento di Copertino per custodire i muli, perché giudicato un buono a nulla: impacciato, duro di testa, un po’ tonto. Fu ordinato prete il 18 marzo 1628. A causa delle estasi che lo facevano elevare da terra e dei miracoli che gli venivano attribuiti, subì due processi dal Sant’Uffizio, dai quali fu assolto. Per sfuggire alla curiosità della gente fu relegato in vari conventi: Roma, Fossombrone, Pietrarubbia, Assisi, Osimo dove rimase fino alla morte avvenuta il 18 settembre 1663. Fu proclamato santo il 16 luglio 1767 da papa Clemente XIII. Riposa nella chiesa a lui dedicata ad Osimo; la festa liturgica è il 18 settembre.
 
Al suo paese lo chiamavano “boccaperta” perché tutti credevano fosse distratto, non comprendendo la sua capacità di meravigliarsi, di stupirsi, di contemplare. Lo cacciarono da più conventi per semplicità ed ignoranza. Si denominava “frate Asino” per la congenita difficoltà d’apprendimento, per il non sapere maneggiare gli oggetti. Ma nella sua poca scienza e con le sue misere doti Giuseppe era talmente libero dall’orgoglio, dalla superbia, esente dall’essere condizionato dal giudizio altrui, che il Signore lo riempiva talmente da librarlo in aria, libero anche dalle forze fisiche di questa terra! Durante la celebrazione della Messa, la recita del rosario, l’adorazione del Santissimo, (a volte bastava solo uno sguardo ad un’immagine di Gesù e di Maria) Giuseppe emetteva un forte grido e si sollevava da terra. Quando andò in visita al pontefice Urbano VIII Giuseppe si librò in aria, tra l’ammirazione e la commozione di tutti. 

Oltre ad essere denominato il “santo dei voli” (e per questo motivo è patrono dell’aviazione cattolica anglossassone e dei paracadutisti cattolici della Nato), viene anche indicato come il santo degli studenti. Per  superare gli esami per diventare prete Giuseppe studiò con molto impegno, ma prima di affrontarli scopriva di avere la testa completamente vuota. Allora si raccomandava alla Madonna, a Gesù, e succedeva sempre qualcosa di miracoloso per cui riusciva a superare gli esami. Per questo motivo viene invocato come protettore degli studenti. La grazia di Dio sconcertò di nuovo tutti quando, durante l’apostolato, Giuseppe dimostrò una profonda penetrazione nei misteri di Dio e veniva spesso consultato dai teologi. Colui che un tempo era considerato tonto, con una soprannaturale saggezza consigliava, prediceva, spiegava con mirabile semplicità, e la sua anima, piena di Dio, non conteneva la gioia. Giuseppe è l’ennesima riprova che Dio si serve di ciò che per gli uomini è ignobile, disprezzabile e stolto per dare gloria al suo nome!