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9 Febbraio 2024

San Miguel Febres Cordero

Il 9 febbraio si fa memoria di un santo originario dell'Ecuador
San Miguel Febres Cordero
«Siate semplici come colombe»
Francisco Luis Florencio Febres Cordero Muñoz nasce a Cuenca, in Ecuador, nel 1854, da una famiglia della ricca borghesia. A 14 anni entra nella Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane, fondata nel 1680 in Francia da san Giovanni Battista de la Salle e votata all’istruzione della gioventù più sfortunata. È il primo ecuadoriano ad essere ricevuto nell’istituto e comincia il noviziato prendendo il nome di fratel Miguel. Per 38 anni è formatore dei docenti. In seguito la Congregazione lo chiama in Europa per insegnare lo spagnolo ai fratelli in procinto di trasferirsi in America Latina. Si ammala nel clima del Belgio, troppo rigido per lui, e si trasferisce a Premià del Mar, vicino a Barcellona, dove nel 1910 muore per una polmonite. Nel 1977 papa Paolo VI lo proclama beato. Il 21 ottobre 1984, papa Giovanni Paolo II lo iscrive nel libro dei santi. Lo si festeggia il 9 febbraio.

Si consacrò all’insegnamento dei bambini

In Ecuador nel 1863 arrivano dall’Europa i Fratelli delle Scuole Cristiane, aprendo un istituto anche a Cuenca. Miguel è uno dei primi alunni e si appassiona subito del loro modo di insegnare. I suoi genitori lo vorrebbero sacerdote ma lui preferisce entrare dai Fratelli delle Scuole Cristiane, i quali si consacrano solo all’insegnamento, rinunciando al sacerdozio. Non ha ancora vent’anni quando pubblica la prima delle sue numerose opere: una grammatica spagnola che diventa ben presto un classico. Nel corso degli anni, le sue ricerche e le sue pubblicazioni nel campo della letteratura e della linguistica lo fanno diventare membro delle Accademie nazionali dell’Ecuador e della Spagna.
Nonostante questi riconoscimenti accademici, l’insegnamento rimane per lui una priorità, in modo particolare lo sono le lezioni di religione e la preparazione dei ragazzi alla prima comunione. I suoi alunni ne ammirano la semplicità, la franchezza, la cura con cui si occupa di loro. Di fatto “catechizza” tutti, nell’ambiente scolastico e fuori, con la semplicità gioiosa della sua vita, nello stile dei Fioretti. Questo costante contatto con i piccoli lascerà un'impronta caratteristica nella sua spiritualità: la semplicità evangelica e la tenera devozione a Gesù bambino ne era il segno. Ripeteva spesso: «Siate semplici come colombe». Oltre che per la semplicità evangelica, viene in particolare ricordato per la povertà, la purezza, l’obbedienza, ed in particolar modo per la carità, alimentata dall’adorazione eucaristica e dalla tenera devozione a Maria. 
Miguel non ha fatto cose straordinarie, ma nel suo quotidiano è riuscito a far spazio totalmente alla grazia santificante. «Ringraziamo il Signore per tutti gli uomini e le donne che nelle diverse circostanze storiche hanno saputo collaborare con la grazia divina e hanno avuto il coraggio di dare testimonianza della fede, della speranza e della carità nella vita quotidiana. Impariamo da loro come diventare santi nel nostro tempo!» (papa Francesco).